Finalmente è arrivato venerdì e, tra poche ore, avrà inizio la Brasilia Racer. Il circuito è stracolmo di gente. C'è chi è venuto per assistere alle gare e chi, invece, per assistere ad una sorta di motor show. Poco distante dalla pista, c'è un'enorme struttura che è stata adibita alle esposizioni di un centinaio di auto, tra quelle d'epoca e quelle moderne. Prima che la gara inizi, io e i ragazzi, siamo andati a dare un'occhiata all'esposizione e, le auto che ci sono sono magnifiche. Quelle d'epoca sono state restaurate da professionisti; si vede dalla cura che hanno avuto per ogni dettaglio. Quelle moderne, sono state portate per pubblicizzare i nuovi modelli. Passeggiando, ho la continua sensazione di essere osservata e seguita, e di tanto in tanto, mi fermo per girarmi e capire se mi stia sbagliando o no. Decido di non farci tanto caso e continuiamo ad ammirare le macchine prima di tornare ai box che ci sono stati assegnati per tutta la durata della gara. Anche se non è la prima volta che partecipo, sono emozionata come se lo fosse. Ci sono molti piloti il che vuol dire molti modi diversi di guidare, che renderà tutto più divertente ed eccitante. Sarà adrenalinico anche solo partecipare. Per l'occasione, ci hanno raggiunti anche Amanda e la piccola Sophia. Non poteva mancare, considerando che fu proprio lei a spingermi a parteciparvi la prima volta.
La gara ha inizio e, in silenzio, più concentrati che mai, osserviamo lo stile di guida di ogni auto per cercare di ricordarlo qual'ora mi trovassi a sfidare qualcuno di loro. Questa è una gara alquanto particolare, perché consiste nel fare un giro del circuito, lungo 3 chilometri ed, ovviamente, riuscire ad arrivare primi. Non si tratta di un'unica corsa ma di ben venti con cinque sfidanti ognuna. I concorrenti vengono sorteggiati dai giudici e prima di ogni gara viene comunicato al box se bisogna prendere parte alla gara o no. Ogni box ha un telefono che è l'unica via di comunicazione con i giudici. Per tutta la durata delle competizioni, possiamo osservare le gare da uno schermo, sempre all'interno dei box, perché nessuno deve sapere contro chi potrebbe gareggiare. In altre parole, nessuno conosce le identità dei cento piloti che prenderanno parte alla gare, all'infuori dei giudici. Prima dell'inizio della competizione, i giudici con un team di meccanici, sono venuti a controllare che l'auto fosse apposto e che rispettasse l'unica regola della gara: la macchina deve avere i vetri completamente oscurati. Può sembrare bizzarro, ma può essere utile non vedere i ghigni fastidiosi sui volti degli altri concorrenti. Ti fa rimanere concentrato. L'unico segno di riconoscimento che ci è concesso avere è un nomignolo posto sulle targhe di ogni auto e il mio non poteva essere più fuori luogo.
"Dovete ancora spiegarmi il motivo per il quale dietro la mia auto c'è scritto Señora de la Tierra."chiedo ai ragazzi che, per scaricare l'ansia pre-gare, continuano da ore a controllare la mia auto.
"Perché è l'unico nome che ci è venuto in mente." spiega JD. Sbuffando per l'ormai danno fatto, riprendo a guardare la sesta gara quasi giunta al termine. Ne mancano ancora tante e, l'ultima, vedrà solo quattro piloti sfidarsi per i 50.000 dollari in palio. Ma io non sono qui per i soldi, ma per testare i miei limiti, quelli della mia squadra e delle auto che perfeziono. Solo sana e pura competizione, soprattutto con me stessa. Dopo all'incirca quaranta minuti dalla fine della sesta gara, anche la settima è giunta al termine decretando la vittoria di una Mustang Boss, dominatrice dall'inizio.
" El Bandolero passa alle prossime sessioni di gare!" annuncia il giudice di gara, facendo si che quel nome mi si marchiasse a fuoco nella testa.
"Oh, merda! Incredibile come ha stracciato gli altri. Non c'è stata gara, è come se avesse corso solo El Bandolero. Ma poi, che razza di nome è El Bandolero?" farfuglia Paul.
"Perché, secondo te, è meglio Señora de la Tierra?" ribatto, ancora seccata dal mio nomignolo.
"Dai, ora non pensarci. Piuttosto, pensa a portare il culo oltre quelle strisce." istruisce JD, autoritariamente, provocando una risata generale. Il mio turno, infatti, non tarda ad arrivare. Poco dopo la battutina di JD, ricevo la telefonata dei giudici che mi annunciano di prepararmi per la prossima corsa e raggiungere la linea di partenza con i finestrini rigorosamente chiusi. Meno male che non fa molto caldo, stasera, altrimenti non so come avrei fatto. Raggiungo la mia posizione e, dopo il via, scateno finalmente la mia Challenger che si dimostra pienamente all'altezza delle nostre aspettative. Rimane inchiodata all'asfalto perfettamente e riesco a controllarla ad ogni minimo cenno di sbandata. Certo, non è stato semplice guidare su un circuito tanto difficile con un'auto tanto potente ma, citando le parole del mio capomeccanico, riesco a portare il culo oltre le strisce in prima posizione conquistando, così, il diritto a partecipare alla prossima gara. Ritorno ai box dove trovo i ragazzi felici più che mai, pronti, però, a tornare alla base. Penso proprio che ci spetti un po' di meritato riposo.
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Un amore a 200 all'ora.
FanfictionNon si vede spesso una ragazza andare in giro con le unghie sporche di grasso motore e chiavi inglesi nelle tasche posteriori degli shorts. Bhe, a casa mia non è una novità, anche se in famiglia, oltre a me, nessuno è interessato alle auto. E puntua...