Capitolo 69 (✔️)

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In viaggio verso casa di Ryan mi rendo conto, che forse, un po' ho esagerato facendogli credere che non fossi pronta a tornare da lui. Io non vedo l'ora, onestamente. Ma avevo bisogno di vedere la sua faccia terrorizzata, con ancora il dubbio che potessi correre lontano da lui. Non ha prezzo aver visto la sua faccia mentre pronunciavo quelle parole e, solo al pensiero, mi viene da ridere. Tutto, in questi giorni, è stato assurdo, ma lo è ancora di più sapere che mio cugino aveva tremendamente ragione. Ci amiamo troppo, io lo amo troppo, per poter restare, anche solo un giorno, separati. E il fatto che ho deciso di tornare a casa, di tornare da lui, ne è la dimostrazione. Ma chi volevo prendere in giro, quando dicevo che sarei riuscita a sopravvivere lontano da lui? Io non riesco a vivere senza la mia ancora, figuriamoci sopravvivere. È folle quello che riusciamo a combinare a causa del nostro orgoglio, ma d'altronde, noi siamo folli. Il sorriso mi ha accompagnata fino a destinazione e, quando intravedo Ryan giocare con i suoi figli in cortile, realizzo che quello è il sogno più bello che una mamma possa avere. Rendere felici i suoi bambini dedicando loro anche solo mezz'ora della propria vita. Quando si accorge di me, mi raggiunge non lasciandomi nemmeno il tempo per scendere dalla macchina.

"Allora? Com'è andata?" chiede speranzoso. Sono in vena di scherzi oggi, quindi ne faccio uno anche a lui.

"Torno a casa, Ryan." Senza specificare lo Stato.

"Cosa? Ma che diavolo! Pensavo avessi capito dove cavolo avessi sbagliato, Samantha!" oddio, quanto sono cattiva. Decido istantaneamente di mettere fine al gioco con lui, dichiarando le mie vere intenzioni.

"Da Dom." e scoppio a ridere. Mi becco un'occhiataccia da mio cugino e so, che se non fossi incinta in questo momento, mi avrebbe presa a calci. "Tu non mi lasci finire di parlare, scusa." Mi giustifico, continuando a ridere. Mi unisco a loro per la cena, ringraziando ancora una volta mio cugino e Lizzie per l'ospitalità, scusandomi per il disturbo e per il fastidio. Prendo le mie cose e faccio salire in auto Sasha, pronta per ritornare alla base. Sento il cuore decisamente più leggero e spero che non se la sia presa troppo per il piccolo scherzetto che, Dom ancora non sa, gli ho fatto. Ma se lo merita, per come mi ha fatta sentire. Raggiungo il viale di casa nostra e sono felice di vedere che la sua auto non c'è. Bene, il mio scherzetto durerà ancora un altro po', il tempo di raggiungere Echo Park. Lascio le mie cose all'ingresso, lascio da bere e da mangiare per Sasha, e mi rimetto in marcia perso casa di Mia. Ho assolutamente bisogno di vedere la sua faccia quando mi vedrà davanti a lui. Quando raggiungo il viale, la mia Mustang non è la sola auto da corsa che si trova davanti casa e saperli tutti qui, mi rende ancora più felice. Ma una di queste non mi è familiare. Sento la familiare voce di Roman scherzare con quella che mi sembra la voce di Brian e li raggiungo attraversando il vialetto che porta al garage. Quando i loro sguardi si posano su di me, un sorriso spunta sui loro volti.

"Sam, è bello rivederti." Mi abbraccia Brian, venendomi incontro, posando poi il suo sguardo sulla mia pancia. Vengo circondata anche dalle braccia di Roman e, un commento davvero poco appropriato, non poteva mancare.

"Cazzo e quanto sei diventata rotonda." Facendomi ridere. È bello riaverli a casa. Mi faccio distrarre dai suoi racconti, non accorgendomi che Brian è entrato in casa uscendone con l'uomo che, oggi, ho preso in giro. Un sorriso ancora più luminoso, si impossessa del mio viso quando anche il suo si allarga vedendomi li. E non serve nessuna parola per descrivere come io mi senta adesso. I suoi occhi parlano da soli, come del resto i miei. E il suo abbraccio è come una coperta in uno dei giorni più freddi dell'anno, è l'unica cosa che riesce a scaldarti in un attimo. Ho sognato questo momento tutti i giorni, per due mesi e, adesso, non vorrei staccarmene. Mi è mancato come l'aria e mi sono sentita morire tutti i dannatissimi giorni senza la sua voce, la sua presenza, anche se la maggior parte del tempo lo passiamo a discutere. Mi è mancato tutto, mi è manca lui.

"Non so se riuscirei a sopravvivere ancora senza di te." Ammetto, finalmente. E lo sento ridacchiare, come se si aspettasse di sentirmi dire quelle parole.

"Io so già che non ci riuscirei." E a quelle parole lascio finalmente, dopo due mesi, che le nostre labbra si ritrovino in un bacio desiderato da tanto, voluto e trovato, come l'oro per un pirata. M'inebrio del suo sapore, sentendomi finalmente completa. Una lacrima, spero l'ultima, decide di scendere dai miei occhi, ma questa volta è per la felicità. Felicità che solo insieme a lui riesco a trovare. "Ti prego, non voglio più vederti piangere." Dice, raccogliendola dal mio viso.

"Scusa è che non ci riesco. Sono troppo emotiva in questo periodo. È tutta colpa di tuo figlio." Sorridendo e facendolo sorridere. Mi bacia ancora, per poi avvicinarsi al mio orecchio e sussurrarmi un nostro riferito alla mia frase di prima. Sorrido ancora di più ascoltandolo e mi perdo di nuovo nel calore delle sue braccia. Ci stacchiamo solo per permettermi di seguirlo all'interno, per poter conoscere un altro membro della famiglia. Forse è sua quell'auto che non ho mai visto. Mia mi corre incontro per abbracciarmi, non appena entro all'interno del salone costringendomi a lasciare la mano di Dom. Anche lei è felice di sapere che niente cambierà, nonostante i nostri continui errori. Riesco a ritornare accanto a Dom, pronta a conoscere un nuovo amico.

"Sam, lui e Tej." Indicando l'uomo di colore davanti a me e che mi tende la mano. "Tej, lei è mia moglie Sam." E alle sue parole, i suoi occhi, come i miei, s'illuminano come la prima volta che le pronunciò.

"Complimenti amico. Te la sei scelta proprio bene, vedo!" stingendomi, poi, in un abbraccio. "E complimenti anche per quella!" indicando la mia pancia. "Non mi avevi detto che stavi per diventare padre, eppure siamo stati due mesi insieme, amico!" quasi deluso per non essere stato informato della lieta notizia. "E tra quanto si avrà la possibilità di conoscere il piccolo Toretto?" dice rivolgendosi a me.

"Tra meno di tre mesi." Rispondo legando un mio braccio alla vita di Dom. Si complimenta ancora con mio marito per la prossima nascita, abbracciandosi e ridendo insieme. Non so come ho fatto a pensare che sarei riuscita a rinunciare a tutto questo calore. Questa è la mia famiglia, non ci sono dubbi, anche se spuntano amici ovunque, almeno una volta l'anno.

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