Sono passati due giorni dall'inizio delle gare e, stasera, si decideranno i quattro finalisti che si sfideranno domani. Spero di non ritrovarmi già oggi a dover affrontare El Bandolero. Anche nella gara di ieri ha dominato dall'inizio alla fine, lasciando dietro di se tutti gli altri. Sono un po' agitata al riguardo, spero che vada tutto liscio come l'olio.
È l'alba ed ho praticamente visto il sole sorgere. Non sono riuscita a chiudere occhio stanotte, un po' per la preoccupazione in vista delle ultime gare e un po' perché non sento Dom da giorni. Nessuna telefonata, nemmeno respinta. Nessun messaggio, nemmeno cancellato. Sono praticamente sparita dalla sua mente e dai suoi pensieri, probabilmente. Non riesco ne a capire e ne, tantomeno, a giustificare il suo comportamento. E se mi fosse successo qualcosa? Come minimo, ci avrebbero pensato i ragazzi a dargli la notizia. Questa, però, è un'amara consolazione. Ok, basta pensarci, ora. Devo restare concentrata sulla gara e non farmi distrarre da niente. Lascerò che si prenda la responsabilità delle sue azioni quando sarò tornata a Los Angeles. Adesso il mio problema più grande è il pilota della Mustang Boss. Raggiungo la mia auto che mi aiuterà a dimenticare per un istante quello che, forse, dovrò affrontare stasera e mi metto a controllare un po' di tutto. Non voglio che qualcosa rovini tanto lavoro. Dopo, forse, un'ora, vedo arrivare JD, ancora molto assonnato."Già in piedi?" dice , avvicinandosi con una tazza di caffè tra le mani.
"Sto controllando le ultime cose prima della gara."
"Che, vorrei ricordarti, si terrà stasera. Perché non ti rilassi un po'?"
"C'è tanto da fare e voglio che tutto sia assolutamente perfetto." ritornando con la testa sotto al cofano. Non è proprio esattamente vero che devo controllare molte cose. L'auto è perfetta ma stare qui, mi aiuta a non pensare. Anche, se devo ammettere, che continuo a sperare di vederlo arrivare anche se so che non è il tipo che cambia idea tanto facilmente. Basta, la devo smettere. E meno male che non dovevo pensarci.
La giornata passa abbastanza velocemente tra risate e piccoli scherzi, così per smorzare l'aria da competizione, diventata ormai troppo pesante per tutti. E tra una chiacchiera ed uno scherzo, è giunta l'ora di tornare al circuito. Ora è l'ansia a comandare e mi risulta abbastanza difficile restare calma e lucida. Non mi capita spesso di sentirmi così, solo quando non sono sicura di poter riuscire a fare qualcosa di importante o quando, questo qualcosa, potrebbe andare storto. Magari, se ci fosse stato Dom, qui con me, avrei conservato un barlume di lucidità. Ah, accidenti me. Perché continuo a pensare a lui? Mi rende solo più nervosa essere consapevole che senza di lui non riesco a restare lucida. Di scatto, spaventando tutti, mi alzo dalla sedia, cominciando ad andare avanti ed indietro per tutto il box.
"Sam, che ti prende?" Amanda mi conosce abbastanza da essersi resa conto che la gara non è il mio unico pensiero. Si avvicina e, con un cenno della testa, mi indica di spostarci un po' più lontano dai ragazzi. "Che cos'è successo?"
"È per la gara." mento. Ma dimentico che con lei queste cose non funzionano. Incrociando le braccia al petto, senza pronunciare nessuna parola, mi ha fatto capire che non crede assolutamente a quello che le ho appena detto. "Ok, è per Dom. Sono giorni che non si fa sentire e non riesco a capire il motivo per il quale non è potuto venire. Mi sono imposta di non pensarci ma, adesso, con l'ansia che mi attanaglia lo stomaco, non vorrei altro che fosse qui. Sono arrabbiata, ecco."
"Vedrai che c'è un motivo se non è qui con te. Ora, però, rilassati e resta calma per la gara. Molto presto toccherà a te." mettendomi entrambe le mani sulle spalle. Almeno ho lei che cerca di farmi restare calma. Da sola, penso che a quest'ora sarei già su un volo diretto in California. Torno dai ragazzi che mi fanno notare che anche la terza e, quindi, penultima gara, sta per cominciare e la Boss è sulla pista. Almeno non dovrò preoccuparmi di lui, stasera. È chiaro che alla guida di quella macchina ci sia un uomo, perché la parola El Bandolero, in spagnolo, significa bandito. Non si addice ad una donna un nomignolo del genere. Tiro un sospiro di sollievo e forse un po' mi rilasso e comincio ad obbligarmi a restare calma e concentrata per poter superare la gara. Sperare che El Bandolero perda la gara è scorretto? Spero di no, perché lo sto facendo con tutta me stessa. Seduta con lo sguardo fisso allo schermo, cerco di capire come diavolo faccia a far sembrare quella corsa una passeggiata in spiaggia. È come se non stesse facendo alcun tipo di sforzo per tenere le altre auto dietro di se. Non c'è voluto molto a capire che le mie preghiere non sarebbero state esaudite, praticamente erano inutili già dalla partenza. Ha affumicato tutti e poi si è dileguato. Avrà sicuramente un b-turbo molto potente sotto quel cofano e la cosa non mi sorprende affatto. Quando la gara finisce, automaticamente mi alzo dalla sedia su cui ero seduta e, senza pensare ad altro, mi infilo in macchina aspettando di ricevere istruzioni su quando recarmi in pista. Chiusa in auto, cerco di ritrovare la calma e, all'ok di JD, raggiungo la linea di partenza. Poco dopo il via, alla prima curva la macchina sbanda facendomi rendere conto che, si, ho altri problemi a cui pensare ora. L'auto ha perso aderenza e, all'entrata delle curve, sbanda pericolosamente. Riesco a controllarla solo accelerando prima di uscirne ma la cosa non m'ispira molta fiducia. Se, anche all'entrata dell'ultimo tornante, avrò di questi problemi, non potrò di certo azionare il protossido se prima non avrò raddrizzato la macchina. Spero che sia solo successo e basta e non che ci sia seriamente qualcosa che non va, altrimenti rischio seriamente di farmi del male. Arrivata all'imbocco dell'ultima curva, anche questa volta la macchina sbanda, costringendomi ad aggiustarne prima la traiettoria e poi ad azionare il Nos, a poche centinaia di metri dal traguardo. Posso tirare un grande sospiro di sollievo, sia perché non mi sono schiantata nelle barriere laterali sia perché sono in finale, ma lo stato della macchina mi fa solo pensare al peggio. Se non capisco quale sia il problema, posso anche tornarmene a casa. Di certo non posso guidare anche domani con l'auto che sbanda prima di ogni curva. Perché, per una volta, le cose non vanno come dico io? Ah, che rabbia! Tornata ai box, arrabbiata, richiamo i ragazzi per tornare al garage. Controlliamo la macchina da cima a fondo ma sembra essere tutto a posto. Non sono i pneumatici, non è l'assetto, non è niente. Allora perché ho rischiato di morire spiaccicata? Ancora con la testa sotto la macchina, JD mi avvisa di una telefonata sul mio cellulare.
"E' Dom. Che faccio, rispondo?"
"No." dico stizzita "Lo richiamerò pi tardi. Grazie, comunque." ritornando a fare quello che stavo facendo. Non ho proprio voglia di litigare adesso, sono già abbastanza arrabbiata per questa cavolo di macchina da cui tutto potevo aspettarmi tranne che mi mettesse in questa situazione la sera prima della gara finale. A questo punto non sono più sicura di riuscire a vincere, anche se all'inizio c'erano tutte le possibilità. Onestamente, preferirei vivere ancora un bel po'.
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Un amore a 200 all'ora.
FanficNon si vede spesso una ragazza andare in giro con le unghie sporche di grasso motore e chiavi inglesi nelle tasche posteriori degli shorts. Bhe, a casa mia non è una novità, anche se in famiglia, oltre a me, nessuno è interessato alle auto. E puntua...