La Tana

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I suoi occhi si fanno improvvisamente grigi, quasi del tutto. La sua bocca è premuta in una linea rigida, mentre mi guarda con sguardo tormentato, ma non risponde alla mia domanda.
-Dimmi che non l'hai fatto Draco.- ripeto ancora chinata a terra. Lui mi guarda e boccheggia senza dire nulla.
-Dimmi che non sei stato tu! Dimmelo!- grido facendogli fare uno scatto. Sento la magia scorrere nelle mie vene e riempirmi di forza.
Prende coraggio e allunga una mano e mi tira su dal pavimento, con molta gentilezza. L'ho sentito tentennare, ma forse mi è solo parso.
-Andiamocene.- mi sussurra all'orecchio.
Non voglio andare.

Quando l'ho toccata... C'era qualcosa... che mi ha fatto rabbrividire, come se potesse emanare magia in ogni parte del corpo. Non ho mai visto niente di simile. Ma ora non è questo il problema.

Non so cosa fare.
Lei non mi crederebbe anche se le dicessi la verità.
-Giulia.-
-No! Perché l'hai fatto Draco! Perché?! Ti stavo aiutando! Lo stavo facendo!- mi urla singhiozzando, mentre tira dei pugni al mio petto.
È furiosa. Un misto tra delusione e tristezza che la porta ad essere arrabbiata.
Sembra come se ogni volta che provo a disfare un nodo, rimediando ai miei casini, se ne crei un altro, e un altro ancora.
-Non l'ho fatto. È stato Piton.- al diavolo mio padre, che mi legga nella mente, non posso perderla.
-Io...oddio- la sua voce si rompe e appoggia la testa a me.
La stringo forte in un abbraccio, mentre vedo rientrare i primi studenti.
-Io devo-
-Lo so che vuoi sapere. Te lo dirò, te lo prometto. Ma ora, meno stai con me meglio è, ok?- la interrompo allontanandola un attimo per assicurarmi che capisse le mie parole.
Annuisce con riluttanza e mi abbraccia l'ultima volta prima di andare dalla Granger.

Devo ancora mettere in ordine i pensieri.
Stavo davvero per uccidere una persona. Non importa quanto io potessi odiarlo o disprezzarlo, era sempre una persona, e io stavo per ucciderlo.
L'avrei fatto? Sì, lo avrei fatto. Per proteggere la mia famiglia, ma soprattutto per lei, per non metterla in situazioni che non avrebbe potuto gestire.
Per mia madre, perché è la prima donna a cui abbia mai voluto bene.
Ammiro Reguls e Andromeda... Ci vuole coraggio...

Hermione mi ha chiesto dove fossi stata e le ho raccontato la verità. Sono stanca di mentire.
Ho bisogno di parlarne con lei.
Per quanto possa volere bene a Harry, so che se glielo dicessi, non esiterebbe a uccidere Draco se gliene si presentasse l'occasione.
Herm invece, è stata quasi come una sorella. Abbiamo sempre avuto quel margine che nessuna delle due aveva intenzione di superare, ma a quanto pare abbiamo abbattuto i muri.
Le ho raccontato come sono andate le cose e ha riflettuto un po' sulle mie parole prima di abbracciarmi.
-Non sei più sola.- mi ha detto avvolgendomi le braccia dietro alla testa.

Mi ha anche convinta ad andare da Harry, che è quello che sto facendo ora.
I corridoi sono profondamente silenziosi e tutti gli studenti girano a testa bassa.
Non si sente alcun brusio, niente di niente. Hogwarts sembra morta con Silente.
La Mcgranitt invece, è sparita per qualche ora ed è ricomparsa convocando me, Ron, Harry ed Herm nel suo ufficio. Ci ha spiegato che la situazione non sarà facile e ci ha chiesto di non abbassare la guardia.
Per quanto riguarda me, mi ha solo chiesto di stare attenta a chi sto donando la mia anima.
Sono sicura che si stesse riferendo a Draco, ma non ho fatto in tempo a chiederglielo perché ci ha mandati fuori dalla stanza.

Harry è seduto vicino a una colonna in giardino che strappa dei fili d'erba.
Mi avvicino e prima di salutarlo o cominciare una conversazione, mi schiarisco la gola, facendogli notare la mia presenza.
-Ciao.-
-Ho visto che non c'eri lì fuori.- mi fa notare subito deglutendo.
Non avevo tempo per piangere sul corpo di un preside di cui non mi fido.
-Io... Harry.. Mi dispiace. So quanto tenevi a Silente.- iniziare con le scuse mi sembra il primo passo per riguadagnarmi la sua fiducia.
-Ti ha mandato Hermione?-
Mi si è gelato il sangue nelle vene e ho quasi sussultato di sorpresa.
-Lascia stare. Dille che abbiamo parlato e che è ok.- taglia corto lui senza guardarmi.
È possibile che conosco solo persone che appena spingi troppo si chiudono come una cozza?
Non mi importa se non mi vuole ascoltare. Lo farà e basta.
-Harry, vorrei tanto donarti parole di conforto, ma non saprei cosa dirti. Non sapevo quasi nulla di Silente e quello che sapevo probabilmente era anche sbagliato.- non gli dirò dei miei dubbi su di lui o non mi parlerà più.
La manipolazione è una delle mie tante doti e se dovrò usarla per arrivare a riacquistare la sua fiducia lo farò.
Cercherò di sembrare il più dispiaciuta possibile, lui mi crederà e potremo arrivare al punto importante. Facile e veloce.

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