Pansy Parkinson

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Draco ha bisogno di continue rassicurazioni. Ha bisogno che gli dia continue attenzioni, questa cosa non mi da fastidio. Ma mi turba il fatto che a volte non vuole che dia attenzioni anche ad altre persone, esclusi i miei amici.
È abituato ad essere freddo con tutti, e se vede che c'è un problema tira su un muro. Dopo mesi finalmente ha inziato a sgretolarsi. Ma so che c'è ancora, ed è pronto a ricostruirlo se necessario.
Io voglio risolvere i problemi con lui, voglio il dialogo.
Controllo l'orologio.
-Cavolo! Sono in ritardo! Vado. A dopo- gli lascio un bacio e corro verso l'ufficio.
Nel mentre inciampo e riesco ad immaginare il sorriso stupido di Draco.
-Buonpomeriggio signorina!- dice Silente vedendomi entrare.
-Mi scusi.- dico. Pansy è già seduta al banco.
-Ok ragazze ora vi lascio sole.- dice Silente uscendo.
Dopo il botto della porta c'è un silenzio quasi fastidioso.
Mi siedo al banco opposto, meglio tenere le distanze.
Però mi annoio quindi mi alzo e inizio a camminare avanti e indietro guardandomi in giro.
-Non stai mai ferma eh?! - dice dopo un po Pansy.
Non la considero e continuo a fare quello che stavo facendo.
-Sei fastidiosa.- continua.
Mi limito a guardarla, ha il suo solito volto da vipera avvelenata e mi fissa a occhi stretti.
-Che vuoi?!- mi chiede sprezzante.
Faccio spallucce.
-Ti hanno tagliato la lingua stronza?! - chiede.
-Io la lingua la uso per altre cose.- dico facendo un mezzo sorriso.
Ci mette un po' a realizzare e poi dice.
-Sei una troia. Non mi starai mai simpatica.-
-Chi ha detto che voglio starti simpatica?- le chiedo senza nemmeno guardarla.
-E comunque Draco ti usa.- dice facendo la superiore.
-È inutile che provi in tutti i modi a farmi reagire. Non reagirò.-
-Perderai. -
-Ho già vinto.- le dico.
Dopo di che non sa più che dire perciò si mette buona per un po'.
Questo "po'" però finisce presto, troppo presto.
-Io Draco lo conosco da tanto tempo... I nostri genitori si conoscono bene. Amici da molto tempo capisci...- dice.
-Quindi?-
-Quindi sono io la privilegiata in casa Malfoy.-
-Pansy smettila. Davvero. Lasciami in pace. Sfoga la tua inesorabile invidia da un'altra parte e ti ripeto, se vuoi cambiare stanza fallo. Non ti fermerò di sicuro.-
Sta per dire qualcosa ma rintocca l'ora di fine punizione e finalmente posso andarmene.
Incontro Herm nei corridoi e le parlo di come è andata, poi iniziamo a parlare della partita di domani.
-Io e gli altri saremo sugli spalti a fare il tifo per te. Poi la sera pensavamo di organizzare una festa. Ti va? Solo per festeggiare l'arrivo delle vacanze.- dice. Manca solo una settimana alla fine dell'anno... È passato così in fretta.
-Qualcuno ha detto festa?- dice Fred venendo verso di noi.
-Ahah noi! I Grifondoro organizzano una festa di fine anno sono invitati tutti!- dico.
-Figo!e- lo interrompo.
-Niente fuochi d'artificio o petardi. È una festa tranquilla.-
-Che noia che siete voi primini!- dice andandosene. Per loro se non si distrugge qualcosa non è festa.
-Ora io vado da Harry a studiare. Ci vediamo a cena?- mi chiede Herm.
-Si va bene. A dopo.- le dico. A volte non essere Grifondoro mi fa sentire triste. Vorrei poter stare con loro più tempo...
A riscuotermi dai miei pensieri è Draco.
-Ciao piccola. Come è andata?-
-Ti dirò, meglio del previsto. Ha, come avevo previsto, cercato di provocarmi. Ma non ho reagito.-
-Sono orgoglioso di te.- dice baciandomi. Ogni volta è magico, sembra di poter toccare il cielo con le dita...
-Ho sentito che domani ci sarà una festa. Ci andrai?-
-Boh non lo so. Penso di sì perché?-
-Così... Volevo sapere che piani avevi.-
...
Siamo tornati in sala comune e ci siamo sdraiati sul letto.
-Mi mancherai. Durante l'estate.- dico. Lui si gira dal mio lato.
-Davvero?- chiede.
-Sì. Mi mancheranno questi momenti...-
-A me mancherai tu. Poterti vedere saltare addosso a Pansy. Oh questi sono ricordi indelebili.- dice ridendo.
-Dai! Io sono seria.-
-Anche io. Mi mancherai tantissimo. Vorrei poterti vedere tutti i giorni. Svegliarmi accanto a te...- iniziamo a baciarci...
-Giulia ci sei?! Ah- dice una voce entrando dalla porta. È Tom.
-Emh Tom... Ciao. Che ci fai qui?-
-Passo più tardi.-dice chiudendo la porta. Io lo seguo.
-Tom! Ehi! - dico prendendolo per la manica.
-Non fa niente passo più tardi.-
-Non ti puoi arrabbiare... Io... Sto con lui, Tom.-
-Pensi che non lo sappia? - non so come rispondere. So che gli da fastidio ma non può fare così, noi non siamo mai stati insieme.
-Comunque..- dice proseguendo.- ero venuto per sapere cos'era successo con la Parkinson-
-Ah, nulla una storia lunga in verità.-
-Puoi raccontarmela davanti a una burrobirra? -
-Tom io..-mi volto verso la porta dove c'è Draco con la divisa mezza sbottonata. Ma che diavolo? Perché è sbottonata. Io sono sicura di non averlo fatto.
-Sì capisco. Allora ci vediamo.- dice allontanadosi.
Torno in camera e guardo Draco in cerca di spiegazioni.
-Che ho fatto? - dice con aria innocente.
-Volevo solo fargli capire dove deve stare.- dice.
-Sai che ora penserà che io e te lo stavamo per fare?-
-Perché non è così? - dice con una faccia complice.
Sospiro. - No Draco. Ci stavamo baciando. -
-Su un letto. - aggiunge.
-Sì su un letto. Ma non voleva dire che lo stavamo per fare.- gli spiego.
-Sisi se lo dici tu. So che non mi resisti.- dice facendo l'occhiolino.
-Draco! - gli dico trattendo un sorriso.
È proprio scemo.

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