JUST A BOY...

Un Vuoto

Jake e Jason sono molto gentili con me. Sono anche simpatici e non hanno accennato nulla su Draco. So che sanno che stavo con lui, tutta la scuola lo sapeva.

-Vuoi andartene?- chiede Tom dopo qualche minuto di conversazione.
-Oh, per me è uguale.- dico.
Mi fa cenno di andare.
-Ciao ragazzi è stato un piacere.- dico salutandoli.
-Piacere mio.-dice Jake sorridendo.
Jason mi saluta con la mano.

-Perché così tanta fretta di andare?- gli chiedo appena siamo fuori.
-Forse gli sei piaciuta fin troppo.-dice continuando a camminare veloce.
-Scemo. Sei geloso? - dico ironica.
-Assolutamente no.- dice, poi mi guarda con la coda dell'occhio e scoppiamo a ridere.

-Vuoi andare ora a prendere la burrobirra?- mi chiede.
-Si andiamo.-

Arriviamo che non c'è quasi nessuno, quindi ci sediamo in un tavolo in fondo al locale.
Però riaffiorano i ricordi, la prima volta che sono stata qui con Draco eravamo proprio in questo tavolo...
-Tutto ok? - mi chiede vedendomi persa nel vuoto.
-Sisi scusa mi sono distratta un attimo.-
-Vado a prendere da bere.- mi dice alzandosi.

Poco dopo torna con due burrobirre e un vassoio di snack.
Alzo lo sguardo e vedo che mi sta guardando.
-Va bene, mangio.- dico prendendo un cracker e gli do un morso.
Il sapore del pane è come se fosse nuovo e mi si scioglie in bocca.
Lui mi sorride felice.
Dopo ne prendo un altro e un altro ancora.
-Ti senti bene?-mi chiede sperando di non avere un no come risposta.
-Sì. Mi sento meglio.- gli dico.
Lui alza il bicchiere.
-Brindiamo.- dice.
-A cosa?- chiedo ridendo.
-A noi.-
-A noi.- dico alzando il mio calice.

Il pomeriggio passa in fretta, ci siamo divertiti, così ci siamo organizzati per uscire tra due giorni, a Hogsmede.

Quando torno in camera però il vuoto che sembrava essere scomparso ritorna.
Meno sto sola meglio è, ma in questo periodo con gli esami del primo trimemestre, l'avvicinarsi delle feste di Natale e il torneo lo sono quasi sempre.
Natale... Penso che andrò dai miei genitori per passare con loro le vacanze. Tanto non ho nulla da fare qui.
Solo un letto vuoto e degli occhi che mi perseguitano.

Il mio sguardo si sposta sul diario sul comodino, lo prendo e scrivo di oggi.

"Per quanto può fare male un addio?
Si svuotano i ricordi.
Per quanto fa male il vuoto?
Come si spegne il rumore che fa il tuo silenzio?"

Mi fermo e chiudo velocemente il diario. Mi scende una lacrima, da quanto non sentivo il sapore salato delle lacrime sulle labbra secche...
Il punto è che mi manca, mi manca da morire e sembra che più mi convinco ad andare avanti più qualcosa di me si attacca sempre di più a lui e a tutto quello che me lo ricorda.

Riprendo il diario e mi rimetto a scrivere.
Oggi scriverò due lettere invece che una, ne ho bisogno.

"Oggi quando sono venuta da te, avrei voluto dirti un paio di cose, l'avrei fatto guardandoti negli occhi, nonostante la confusione dei miei.
Non puoi nemmeno immaginare quante volte ho pianto, quante volte ho promesso a me stessa di lasciarti andare, per i tuoi comportamenti, per il tuo essere maledettamente infantile o permaloso o lunatico.
Però una parte di me non ti lascia, è come se fosse legata a quei momenti belli, quelle risate, a quelle prese in giro, a tutti quegli sguardi, che adesso mancano e provo a cercarli, sapendo il dolore che mi autoinfliggerei, ma qualcosa è cambiato.
Abbiamo gli occhi che non si incontrano più e per qualche stupido motivo tu mi manchi.
Oggi ho deciso di dire la verità e la verità è che non basta dire a me stessa che è finita, la verità la leggi nei miei occhi quando tu spunti dal nulla.
La verità è che non capisco come un cervello come il mio, un cuore come il mio, possano provare anche solo un po' di interesse per una persona come te.
In verità avrei voluto dirti tutte queste cose, ma non ti ho nemmeno guardato, sapendo che i tuoi occhi erano altrove.
Non avrò mai il coraggio di dirti quello che provo, così scrivo, scrivo perché è tutto quello di cui sono in grado."

Mi sento meglio, sento di aver tolto un peso, ma c'è, è ancora lì, solo più leggero...