Capitolo 44

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Il sole illuminava il mio viso e il mio corpo mezzo scoperto, stirai le braccia e accanto a me non c'era nessuno. Se n'era andato, non c'era più.

Aprii gli occhi e mi scese una lacrima, incominciai a singhiozzare, alzai lo sguardo e vidi che nel suo cuscino c'era il suo cappello, il suo preferito e accanto un pezzo di carta perfettamente piegato, mi alzai e con le lacrime agli occhi lessi cosa c'era scritto

'Buon giorno principessa,

Mi dispiace non essere li con te, vederti stirare e aprire dolcemente i tuoi occhi color nocciola. Saranno 2 mesi difficili senza di te al mio fianco, ti chiamerò ogni santo giorno per sentire la tua voce, non dubitare manco un istante del mio amore per te. Ti ho lasciato il mio cappello preferito, così quando ti mancherò lo potrai stringere al petto e pensarmi. Non piangere principessa.

Il tuo IrishBoss, Niall'

Le lacrime continuavano a scendere, portai al petto il capelli di Niall e lo strinsi forte.

Qualcuno bussò alla porta "Avanti" dissi con voce rotta dal pianto, era Giulia "Ehi ehi perché stai piangendo?" mi chiese scrutandomi "Se ne è andato, Niall..." si avvicinò cautamente vicino al mio letto sedendosi e accanto a me toccandomi la spalla

"Su dai sono soltanto 2 mesi, anche a me manca Harry ovvio, ma li rivedremo presto, non ci hanno abbandonate! Guarda ti ha lasciato il suo capello!" aveva ragione, lo sapevo,ma continuavo lo stesso a piangere.

Mi sdraiai di nuovo sul letto, dando le spalle a Giulia "Che ore sono?" domandai asciugandomi con la mano il mio viso "Le otto" rispose calma "Non ci vado", sapeva che mi stavo riferendo a Nando's "No Carla! Tu ci vai, ti serve qualcosa per liberarti, vuoi stare qua a piangere come una depressa senza far nulla per 2 mesi?!" mi sgridò.

In passato succedeva il contrario, ero io che sgridavo lei. Aveva ragione mi serviva una distrazione, spostai le coperte e mi alzai di malavoglia sbuffando "Brava ragazza" sorrise fiera di se stessa e di me per averle dato la ragione.

L'acqua calda che scendeva sulla mia pelle scioglieva tutti i muscoli tesi e cercai di non pensare a Niall. Ci impiegai 5 min, non avevo molto tempo. Corsi a vestirmi e misi un filo di matita nera per avere un aspetto un po' più decente "Merda" imprecai, quando vidi l'orologio erano le 8:20.

Presi la borsa e il cellulare "Giu io vado" le urlai ed uscii di casa. Mi diressi alla stazione metropolitana con passo molto veloce, distava circa 5 min, per fortuna. Arrivai alla piattaforma e stranamente trovai una panchina libera, mi sedetti e aspettai "Attenzione a causa di lavori sulla linea metropolitana, ci sarà un ritardo di 10 min" avvisò la voce robotica dall'altoparlante.

Questa giornata è iniziata proprio una merda, uscii fuori dalla borsa un paio di auricolari e li infali nell'IPhone, scorsi tra le varie canzoni che erano presenti nella mia raccolta, non avevo proprio voglia di ascoltare gli One Direction sarei scoppiata a piangere, così scelsi ' Dark-Paradise' di Lana Del Rey, dalla serie deprimiamoci ancora di più.

Chiusi gli occhi per farmi trascinare dalla canzone, nella mia mente si ripeteva sempre il ritornello

'Every time I close my eyes it's like a Dark Paradise'

Aprii gli occhi sentendo un rumore assordante, che mano mano che si avvicinava il rumore si faceva ancora più assordante, stava arrivando la metropolitana . Staccai la musica ed entrai velocemente dentro la metro, non c'erano posti a sedere, così mi appoggiai a una delle sbarre vicino l'uscita. Tenni lo sguardo basso per tutto il tragitto, non volevo che nessuno mi riconoscesse, non quello stato, uno zombie era più presentabile.

Quando uscii dalla stazione metropolitana erano le 8:40 ero fottutamente in ritardo.

Accelerai il passo, sentii qualcosa bagnarmi la guancia, alzai gli occhi al cielo e una goccia mi entrò dentro l'occhio, ci mancava pure la pioggia.

Two girls in LondonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora