Capitolo 69

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Restammo a fissare lo scenario che ci appariva di fronte senza far nulla "Carla?Allora?" mi richiamò Stefano "Allora cosa?" lo fissai "Dove andiamo?" domandò. Bella domanda, lo chiedeva a me che aveva visto Los Angeles si e no 4 volte da quando c'ero.

Lo guardai con sguardo misterioso e scoppiò a ridere "Ok ho capito ci perderemo" gli diedi una gomitata nello stomaco e lo guardai trucida e finse che gli avessi procurato dolore "Stronzo" gli feci una linguaccia camminando avanti.

Fece una breve corsa e mi raggiunse sospirando "Almeno aspettami, così se ci perdiamo ci perdiamo assieme"

"Grazie per la fiducia comunque"

Camminammo per le vie alberate del centro di Los Angeles. Nessuno dei due spiccicava parola e la cosa stava diventando anche troppo imbarazzante "Mi dirai cos'è successo?" ruppe il silenzio. Sospirai ed annuii non sicura se l'avrei fatto davvero ma non volevo fare una discussione in mezzo alla strada contraddicendolo

"Ehi guarda!" mi richiamò di colpo fermandosi in una bancarella di souvenir. Prese degli occhiali rossi con degli ombrellini colorati ai lati e l'indosso "Guarda" sorrise a 360°. Scoppiai a ridere alla vista di quella visione buffa e cominciò a scuotere la testa

"Dai su prova qualcosa anche tu!" mi incitò "No!" protrassi le mani in avanti declinato la proposta "Eddai che sei pallosa" sbuffò girandosi alla ricerca di qualcos'altro.

Abbassai lo sguardo e guardai le mie scarpe finchè non sentii qualcosa sulla testa. Alzai lo sguardo e vidi Stefano ancora con quegli occhiali buffi concentrato a posizionarmi un cappello "Che stai facendo!?" urlai

"Sta zitta" sputò acido e mi rimpicciolii mostrando labbruccio "Cattivo" dissi con tono da bambina

"Ecco!" disse soddisfatto allontanandosi. Roteai gli occhi e mi avvicinai allo specchio e scoppiai a ridere vedendo la mia buffa figura riflessa allo specchio. Era un cappello parrucca(?) con dei capelli spelacchiati che arrivavano su per giù sulle spalle e sopra il cappello c'era una girandola

"Allora ti piace?" scosse di nuovo la testa facendo oscillare quegli stupidi ombrellini "Oh Stè!" continuai a ridere

"Vi piacciono? Solo 20 dollari" si avvicinò il commesso che si presumesse avesse origini Africane

"Che ha detto?" mi sussurrò Stefano

"Questi cosi costano 20 dollari!" urlai sottovoce

"Sorridi, ringrazia e riposa" sussurrò Stefano

"Grazie stavamo solo provando" feci un sorriso forzato levandomi quel cappello dandolo al commesso, così fece anche Stefano ed uscimmo piano dal negozio

"20 dollari per quei cosi!" urlò sbalordito Stefano "Assurdo" aggiunse

"Scusa,perché mi hai detto cosa avesse detto? Ancora l'inglese non te lo sei imparato?" lo guardai ed avvampò

"Eh eh" si toccò la nuca "Ci sto lavorando" mi sorrise malizioso "Tanto ora ci sei tu che fai da traduttrice" fece spallucce

"Ah si?" mi fermai mezzo al marciapiede congiungendo le braccia e quando si accorse della mia mancanza al suo lato si girò e roteò gli occhi

"Se sono la tua traduttrice voglio 5 euro a parola" lo guardai vittoriosa

"Mi costi cara ma pagherei oro per averti, non capisco come quel Ne..Neil?" disse confuso

"Niall" sospirai, pronunciare quel nome produceva una strana fitta al cuore

"Ecco si, come quel Niall ti abbia lasciata andare così" disse frustrato e abbassai la testa ripensando a quelle sue parole velenose. Non mi aveva mai amata, mi aveva soltanto presa in giro per tutto il tempo

Two girls in LondonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora