Capitolo 60

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(Vedete l'angolo autrice)

*19 agosto*

Il giorno prima la partenza eravamo troppo eccitate, non vedevamo l'ora di andare a Los Angeles e cosa più importante, rivedere finalmente i ragazzi. Stavo incominciando a mettere le prime cose dentro la valigia, enorme valigia, visto che staremo fino alla fine del tour.

"Posso entrare?" bussò Giulia alla porta "Certo" le dissi sistemando una maglietta nella valigia, "Dobbiamo andare da Denise" esultò "Per fare cosa?" alzai un sopracciglio "Ceretta party!" battè le mani.

Ceretta. Ogni volta a quella parola avevo ribrezzo, la più brutta parola mai esistente. Il cuore aumentò i battiti, sgranai gli occhi "I-Io n-non vengo" balbettai "Hai 2 scelte, o vieni" fece segno 1 con le dita "o?" sibilai "o vieni" fece segno 2 con le dita con un sorrisetto compiaciuto. Non avevo scelta, dovevo andarci per forza, Giulia mi avrebbe portata con la forza, almeno che non progettavo una fuga all'istante e andarmene lontano, potevo far distrarre Giulia e scappare dalla finestra, pensai.

'Carla, non essere codarda e affronta le tue paure' mi dissi a me stessa

"Ok" sospirai "Perfetto!" sorrise. Uscimmo di casa e andammo verso la stazione metropolitana, entrammo dentro la navetta e aspettammo la nostra fermata.

Bussammo alla porta e ci aprì Denise con un ampio sorriso con il mano il coltello(?) con cui si spalmare la ceretta. Feci un passo indietro, ma Giulia mi tenne ferma per il braccio "Vi stavo aspettando" ci sorrise "Ciao Denise" salutò Giulia con entusiasmo porgendo la guancia "C-ciao Denise" dissi in preda al panico.

"Entrate su su" ci fece cenno con le mani. Entrai a piccoli passi, sentii la porta chiudersi dietro di me e feci un piccolo sussulto, ero in trappola "La cera è quasi pronta" ci avvisò.

Mi sedetti cautamente nel divano, avevo l'ansia a mille, mentre Giulia sembrava rilassata, per niente intimorita.

"Giulia non hai paura?" chiesi deglutendo. Corrugò la fronte "Di cosa?" domandò "No, niente lascia stare" le feci un finto sorriso.

"Ragazze venite!" ci urlò Denise, ecco, la mia morte era vicina.

Entrammo dentro la stanza di Denise "Allora chi incomincia?" domandò. Silenzio tombale. Giulia e Denise mi puntarono con lo sguardo facendo dei sorrisetti compiaciuti "No! Non io per prima" feci un passo indietro "Se non è ora la farai comunque oggi" sorrise Giulia, merda, "Ma non ce n'è di bisogno, posso levarli con la lametta, non preoccupatevi" dissi convincente

"No cara, tu ti fai la ceretta e ora!" disse duramente Giulia scandendo bene ogni lettera. Deglutii rumorosamente, non avevo via di fuga "O-ok" balbettai

"Bene, brava ragazza, togliti i jeans e le scarpe" disse Denise mentre Giulia se la rideva 'stronza' pensai tra me e me. Tolsi i jeans e le scarpe come mi aveva ordinato Denise "Bene ora stenditi sul letto" mi fece segno con la mano.

"Giulia mi passi il telefono?" le domandai e me lo porse. Andai su messaggi e scelsi il nome 'IrishBoss'

Messaggio di Carla a Niall: Addio, ti amerò per sempre"

Composi il messaggio e l'ho inviai. Spensi il telefono definitivamente.

"Pronta?" esultò Denise. 'Portatemi via' gridavo dentro me stessa. Annuii. Incominciò a spalmare la cera calda dalla caviglia in su, prese una striscia, l'appoggiò sopra la cera e la strofinò. Prese l'orlo della striscia e stava per tirare. Serrai gli occhi e chiusi i pugni forti lungo i fianchi.

Sentii il suono dello strappo e subito dopo il bruciore "Porca puttana!" strozzai. Vidi Giulia e Denise che se la ridevano di gusto "Si si ridete" le presi in giro.

Two girls in LondonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora