Capitolo 74

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Sciolse il nodo alla benda e la fece scivolare via. Sgranai gli occhi e guardai quel posto incantata, era perfetto. Aveva ragione Stefano dicendo che mi sarebbe piaciuto. Se avessi avuto la possibilità di far costruite la in mezzo una casetta sarei rimasta ad abitarci

Era una sorta di pacchetto in stile cinese con: arbusti infiorati, piccole panche, corsi d'acqua con sopra piccoli ponticelli in legno tutti intagliati, alberi di ciliegio e inoltre la luce del sole rendeva tutto più splendente e affascinante.

Il verde risaltava sembrando ancora più brillante e vivo, i colori dei fiori spiccavano in mezzo a tutto quel verde. I corsi d'acqua creavano piccoli luccichii che si riflettevano sul legno dei ponticelli e le farfalle con i loro mille colori svolazzavano libere in mezzo a quel paradiso, perché si, sembrava veramente di essere in paradiso.

Mi voltai stupita verso di Stefano che sorrise orgoglioso "Te l'avevo detto" mi cinse da dietro baciandomi il collo "E ancora non hai visto una cosa" lasciò una scia fino alla clavicola

"Bene vediamo" dissi.

Mi prese per mano intrecciandola alla sua e incominciò a camminare verso il posto misterioso. Facemmo sali e scendi tra i vari ponticelli fino ad intraprendere un sentiero con piccoli ciottoli in rilievo

Ad un piccolo incrocio c'era un'insegna con diverse frecce che indicavano la via per altri sentirei. Stefano era così convinto di dove andare che non si fermò neanche a leggere i segnali e non me ne diede la possibilità neanche a me, doveva essere tutto un mistero.

"Eddai dimmi dove stiamo andando" sbuffai

"Carla te lo dico in molto gentile, carino e pulito, non rompere i coglioni!" mi urlò e feci labbruccio abbassando la testa e incominciai a far finta di piangere

"Oh dai stavo scherzando" disse preoccupato scuotendomi per le spalle. Alzai il volto e gli risi in faccia "Oh ma vaffanculo stronza!" alzò le mani all'aria e si girò riprendendo a camminare a passo svelto.

Roteai gli occhi e feci una piccola corsa per raggiungerlo. Camminavamo entrambi ai lati opposti del sentiero continuando a camminare dritto.

Lo vidi voltarsi verso di me e non mi preoccupai di ricambiare lo sguardo, alzai la testa con aria di superiorità e aumentai il passo, decisa, lasciandolo indietro

"Carla" mi richiamò, non mi interessava, non mi voltai verso di lui, continuai il mio percosso dritto. Mi aveva mandata a fanculo? Bene ci stavo andando

"Carla è da questa parte" lo sentii sospirare

Fanculo, fanculo, fanculo, altra figura di merda, non è che era una novità.

Roteai gli occhi e sbuffai. Ritornai indietro e stesi con la testa bassa dandogli una spallata imboccando il sentiero che aveva indicato.

Con la coda dell'occhio lo vidi accostarsi a me "Eddai stavo scherzando" si scusò, no, non volevo cedere così facilmente... continuai a camminare fino a quando non vidi davanti ai miei occhi la figura torreggiante di un muro e mi fermai di colpo e Stefano ne approfittò per mettersi accanto a me e prendere la mia mano per poterla stringere.

Osservai quell'enorme muro e mi avvicinai per leggere le scritte che c'erano. Erano tutte con calligrafie e colori diversi ma il significato era quello, c'era scritto ti amo nelle diverse lingue: I love you, te amo, je t'aime, ich liebe dich e in altre lingue incomprensibili

" Ahubbuki" mi sussurrò Stefano in modo seducente vicino all'orecchio

"Che significa" sorrisi

"Ti amo in arabo" mi strinse i fianchi poggiando la testa sulla mia spalla davanti a quel maestoso muro

"L'ho imparato per te" ammise

Two girls in LondonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora