Capitolo 47

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Erano passate 2 settimane, chiamavo Niall ogni giorno, mi rifiutava sempre le chiamate, stavo male e in quelle 2 settimane mai una risata, piangevo quasi ogni giorno ripensando alle parole che mi aveva detto Niall 'ho fatto una grandissima cazzata a fidarmi di te, sei soltanto una puttana' quella frase mi frastornava la testa.

Le mie giornate erano diventate lavoro-letto, già che vita monotona, nessuno sapeva niente non l'avevo manco detto a Denise e Martina, sapevano questo fatto solo Giulia,Sophia e Eleanor. Denise aveva intuito che c'era qualcosa che non andava, ma ogni volta la tranquillizzavo dicendole che era solamente stress, non mi andava di annoiare la gente con le mie pene, preferivo tenermi tutto dentro.

Ero distesa nel mio letto e tenevo forte il suo cappello, avevo gli occhi gonfi e arrossati.

Giulia bussò alla porta "entra" le diedi il permesso "Non ci riesco a vederti più in queste condizioni, chiamalo!"

Chiamarlo? Lo chiamavo ogni giorno "Rifiuta le chiamate" sussurrai seduta sul letto con le gambe vicino al petto fissando la parete di fronte

"Mandagli un messaggio allora"

"Si certo come no, e secondo te lo legge" sbuffai

Qualcuno suonò al citofono e Giulia andò ad aprire, sentivo parlare ma non riuscivo capire nemmeno una parola, sentii la porta della mia stanza cigolare "Ehi ciao" era la voce di Eleanor, alzai la testa e le rivolsi un sorriso falso "Ehi ciao..." si sedette accanto a me "Allora? Ancora niente?" scossi la testa e le lacrime minacciavano di nuovo di scendere "Gli hai mandato un messaggio?" scossi la testa di nuovo

"Tanto non lo leggerebbe" ammisi ormai sconfitta, autoconvincendomi che ormai non gli importava più nulla di me, era felice senza di me.

"Tu mandaglielo, faremo in modo che lo legga" guardò Giulia e lei annuì

"E cosa dovrei scrivergli?" mi tamponavo gli angoli degli occhi

"Tutta la verità" Giulia prese il mio telefono dal comò e me lo porse "Su avanti" mi incitò, afferrai il telefono svogliatamente incominciai a comporre un messaggio, tanto vale provare.

Niall's pov

Ero nel balcone della mia camera d'albergo sdraiato che mi rilassavo, il vento soffiava debole e faceva agitare i miei capelli, chiusi gli occhi per un attimo, ma il vibrare del mio telefono me li fece riaprire, sbuffai e presi il telefono.

L'icona segnava un nuovo messaggio era di Carla... 'fottuta stronza' sputai e riporsi il telefono dov'era prima, senza manco leggerlo.

Nelle ultime settimane non faceva altro che chiamarmi, ma le staccavo le chiamate. Mi ero distaccato dai ragazzi , ero freddo con loro, non volevo il loro aiuto, ' sto benissimo, non preoccuppatevi' cercavo di convincere sia loro che me.

Dopo circa 10 min qualcuno bussò alla porta. Mi alzai sbuffando "Chi è?" urlai in modo che si potesse sentire da dietro la porta.

"Ehi amico sono Harry" aprii subito la porta e lo feci entrare dentro dandogli pacche sulle spalle

"Allora come va?" mi domandò

"Oh benissimo!" mentii, mi sentivo male, ero ancora incazzato con Carla "Hai sentito Carla?"

"Oh certo che no! Mi ha mandato un messaggio"

"Lo hai letto?" si morse il labbro

"Che domande! No!" Facevo avanti e indietro per la stanza "Perché? Vedi cosa ti deve dire"

Mi stavo incominciando a irritare ed Harry lo notò "Ok va bene, fa come vuoi" si arrese "Io e i ragazzi stiamo andando al campo da golf, vuoi venire?"

Two girls in LondonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora