~Midoriya POV~
Rimango ad ansimare rumorosamente sulla vuota sponda del torrente, grondante d'acqua dalla testa ai piedi; mi volto verso il ragazzo, ancora incosciente, steso a terra al mio fianco.
Subito dopo aver visto quella figura galleggiare a pelo d'acqua, mi sono gettato per aiutarlo, non prima di aver mandato in cerca d'aiuto il fidato lupo e aver lasciato il piccolo batuffolo di pelo.
Non è ancora il momento di riposarsi.
Gattono verso di lui, sistemandomi in ginocchio in parte al suo petto; guardo un istante il suo volto, segnato da una vistosa cicatrice che gli circonda l'occhio sinistro, ancora serrato.
Varie goccioline di acqua gelida colano dai miei ricci fradici, scendendomi lungo tutto il volto.
Avvicino in fretta l'orecchio alle sue narici, rimanendo in assoluto silenzio, sentendo il cuore palpitarmi in gola; non percepisco nulla, nessun respiro tiepido.
Con una crescente preoccupazione, premo le mani sui pregiati vestiti, ora un poco rovinati dal fango, facendogli pressione sul torace più e più volte, sperando in meglio; stringo il labbro inferiore tra i denti, iniziando a tremare per il freddo che mi penetra fin nelle ossa.
<Ti... prego!> mi lamento, aumentando la forza con cui spingo sul suo sterno.
Non voglio avere nessuno sulla coscienza!
Proprio nessuno!
Non esito oltre, schiudendogli le labbra violacee con le dita e avvicinandomi con uno scatto al suo volto.
<Perdonami...>
Prendo una grossa boccata d'aria, facendo poi aderire le labbra tremanti alle sue, provando a fargli arrivare l'ossigeno necessario nei polmoni; lo faccio ancora per un paio di volte, prima di alternare la cosa ad altre spinte sul suo petto.
Dopo l'ennesima volta che le nostre labbra hanno un contatto, finalmente l'intero suo corpo viene scosso da uno fremito che lo porta ad alzare improvvisamente le palpebre; mi scanso da lui velocemente, permettendogli di voltarsi su un fianco e rigurgitare tutta l'acqua che era nel posto sbagliato.
Gli batto il palmo sulla schiena, aiutandolo a liberarsi il più possibile, sorreggendolo nel mantenergli l'avambraccio; smetto di sentire il cuore nelle tempie, riprendendo con un ritmo del respiro piuttosto normale, nonostante i miei continui tremori.
Finito di tossire pesantemente, il ragazzo si volta verso il sottoscritto, svelando un bel paio di occhi etero cromatici.
Cosa molto rara.
I capelli perfettamente diritti gli si incollano intorno alle palpebre, è ancora pallido ma per lo mano sta cominciando a intravedersi un po' di rosa sul suo viso; trema e mi scruta con affanno, ricambiando una debole stretta sul mio braccio.
Le sue labbra, ora di un colore più rossastro, cominciano a muoversi senza però che lui proferisca alcun suono.
Annuisco, respirando a pieni polmoni quell'aria che mi sembra fin troppo fredda.
<Non c'è... di che.> sospiro, alzando lo sguardo al cielo.
Soltanto dopo una buona manciata di minuti decido di rimettermi finalmente in piedi; tendo la mano al ragazzo, che ora sembra essersi rassicurato almeno di un poco.
Rimango immobile ad osservalo, i suoi particolari capelli, il suo abbigliamento piuttosto ricercato per quello che dovrebbe essere un avventuriero; storgo un po' il naso nel notare un fodero con tanto di spada ben allacciato alla sua vita.
Non ho dubbi, non l'ho mai visto prima.
Stringe la mia mano con la sua, pallida ed un tantino tiepida, alzandosi di fronte a me; sbatto le palpebre un paio di volte, stupendomi della sua corporatura longilinea e tonica, è persino più alto di Kacchan.
<Grazie... davvero.> parla con voce scura, dopo essersi scostato le ciocche bianche e rossastre dalla fronte.
<Stai bene ora?> gli sorrido, inclinando la testa verso la spalla e ritraendo il braccio.
Annuisce, sfilandosi la pesante ed elaborata giacca zuppa d'acqua.
<Come...> inizio, rivolgendo un'occhiata di sbieco alla intensa corrente del fiumiciattolo.
<Ti ricordi cosa è successo?> dico infine, rivolgendo la mia attenzione al ragazzo.
Si vedrebbe da lontano un miglio che è un forestiero; non sembra però talmente sciocco da andarsene a zonzo completamente solo in un luogo inesplorato.
<Stavo studiando il luogo, mi trovavo più o meno in quel punto, devo esser scivolato.> parla con voce atona, indicando un'altura che affaccia sullo specchio d'acqua.
È abbastanza plausibile che un impatto del genere possa portare alla perdita dei sensi.
<Studiando?> mi incuriosisco, prendendo un lembo della mia camicia e strizzandolo per far fuoriuscire l'acqua.
<Si... stavamo creando una mappa.>
Quindi non era solo.
I suoi compagni non dovrebbero essere lontani, non si sono accorti della scomparsa di uno di loro?
<Allora sei davvero un avventuriero.> dico più tra me e me, tirandomi i riccioli bagnati all'indietro.
<Più o meno.>
Gli sorrido, rassicurandomi completamente nel notare la sua pelle prendere un bel colorito, chiaro certo, ma per lo meno non più cadaverico e nel percepire il suo odore aumentare d'intensità.
Poco fa era praticamente inesistente.
È molto strano, rinfresca ma allo stesso tempo contiene una sfumatura che pizzica, risultando in un certo senso anche fastidiosa, di poco ovviamente.
<Sei di queste zone- tu?> chiede, passandosi una mano sulla nuca.
<Midoriya Izuku.> mi presento subito, dopo essermi totalmente dimenticato di farlo a causa della situazione.
Quello ricambia con un flebile sorriso, porgendomi la mano.
<T-> lui non fa in tempo a parlare, proprio quando sto per sfiorarlo con la punta delle dita, che un potente scalpitio ci arriva alle orecchie, facendomi sobbalzare.
Quattro possenti cavalli, agghindati di tutto punto, arrivano davanti ai nostri occhi, mostrando tre figure preoccupate.
<Signorino!> grida una ragazza in armatura dai corti capelli color orchidea, smontando dall'animale e sfilando una lucente lama dal fodero.
<Allontanati!> si rivolge a me un ragazzo biondo seguendo lo stesso esempio della sua compagna, venendo affiancato da un altro ragazzo dalle spalle larghe e la stazza imponente, stranamente mite rispetto agli altri due.
Le spade mi vengono puntate contro, portandomi ad indietreggiare e ad incespicare nei miei stessi passi.
<Fermi! Lui-> prova a fermarli il ragazzo eterocromatico alle loro spalle, prima che un potente ringhio gutturale squarci l'aria.
I due cavalieri sollevano lo sguardo nel momento in cui una figura salta giù dal ramo di un albero, parandosi iracondo davanti al sottoscritto.
Mi rassicuro nel vedere quella schiena che tanto ho guardato, che tanto ho graffiato e ammirato, stare diritta coperta dal drappo carminio.
<Siete morti.>
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Non senza di te - Bakudeku Omegaverse
FanfictionIN ELABORAZIONE IL CONTINUO : "Non senza di me", potete trovarlo sul mio profilo :) Questa storia è una Fantasy AU. Midoriya, un ragazzino di 17 anni, vive in un istituto per bambini rimasti orfani al confine del bosco. Bakugo, un testardo e irasci...