Capitolo 57: Ritorno

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~Bakugo POV~

<Come sono messi i draghi della radura? Siete già andati a controllarli?> chiedo agli altri ragazzi, vedendoli stranamente concentrati sull'argomento.

C'è una differenza abissale tra le bestie della radura e quelle del nido; ho dovuto spiegare tutta questa merda anche a Deku, tempo addietro... non bisogna avvicinarsi al nido, mai, le lucertole amichevoli stanno sempre attorno al villaggio, meglio non scoprire cosa si celi troppo a fondo in quelle caverne.

<Si, tutto nella norma, abbiamo trovato un paio uova nascoste qua e là nella vegetazione, alcune sembrano essersi già schiuse.> parla Mina con la sua abituale energia; essendo i draghi creature piuttosto longeve, è raro che si riproducano spesso e in periodi precisi come gli altri animali, ancora più raro che ci siano molte uova a riempire i nidi.

Dev'essere un'annata propizia per loro.

Cominciamo a scambiarci le solite informazioni che escono fuori a queste riunioni, discutendone e decidendo se siano gravi o meno; in ogni caso, è da qualche tempo che siamo concentrati su una cosa soltanto...

La casata Todoroki.

Dopo l'ultimo concilio con gli anziani non abbiamo sistemato poi molto, tuttavia... Izuku vorrà uccidermi.

Una furia entra con passo gravoso nella tenda, attirando l'attenzione dei presenti

<Vecchia, che-> provo ad esordire seccato, venendo zittito da un suo ringhio furente.

<Katsuki, con me. Ora!> sorpreso dal suono che il mio nome produce tra le sue labbra, preferisco stare ad ascoltare ciò che la turba e seguirla senza fare troppe stronzate.

Esco dalla capanna nel bel mezzo di una riunione, seguendo la donna in un silenzio forzato.

<Dov'è Izuku?> chiede ad un tratto, guardandosi attorno febbricitante.

<Perché hai bisogno di lui?> chiedo con sospetto, assottigliando lo sguardo.

Mi scruta pensierosa, lanciandomi una lunga occhiata.

<Allora?!> aggrotto le sopracciglia, cominciando a spazientirmi.

<Trovalo. Portalo a casa e stammi a sentire.>

Arriccio il naso, sentendo un brivido gelido scorrermi sotto la pelle.

~Midoriya POV~

Mi tengo saldamente al folto pelo sulla groppa del lupo, ignorando le fitte di dolore alla schiena causate dalla lunga cavalcata e i sussulti, a praticamente ogni balzo, del biondo.

<Den tutto ok? Resisti ancora un po'.> lo sfioro con lo sguardo, inclinandomi appena in avanti.

<Mi fa male tutto! E se facessimo una pausa? Ti prego!> mi stringe da dietro, strofinando la guancia rossa e raffreddata dal vento contro la mia.

Trattengo l'angolo del labbro inferiore tra i denti, vagliando le possibili opzioni.

A: ci fermiamo a riposare, diventa buio e rischiamo di fare chissà quali piacevoli incontri con la fauna notturna; B: continuiamo il viaggio e cadiamo dal dorso dell'animale per la stanchezza... C-

<Izu, Izu! Non c'è bisogno di fasciarsi la testa, ho capito, me ne sto buono... e non cadremo da quà!> sentenzia energico quello, battendo un paio di leggeri colpi sul fianco irsuto della bestia; non sembra nemmeno sentirli.

<Ho parlato ad alta voce?> ridacchio a metà tra il sorpreso e l'imbarazzato, grattandomi una guancia lentigginosa con la punta dell'indice.

<Abbastanza perché ti sentano persino gli uccelli che volano.> sbuffa, tenendo le mani giunte all'altezza del mio ombelico.

Sospiro, iniziando ad intravedere delle luci all'orizzonte; il cielo ha già cominciato a rosseggiare e al villaggio devono aver provveduto ad accendere le fiaccole per illuminare l'oscurità della notte.

Si scorgono pure le stelle... sono un vero e proprio incanto.

Vorrei tornare a vederle con Kacchan, è talmente colto d'astronomia, starei ad ascoltarlo per ore sui diversi nomi che affibbiarono secoli e secoli addietro gli antichi alle costellazioni che adornano la volta celeste.

Amo la sua voce, ferma e melodica.

Mi riscuoto dai miei dolci pensieri, percependo il viso scaldarsi; pure oggi continuo as arrossire come un bambino a cui hanno appena fatto un complimento.

<Che hai da sorridere tanto?> vengo pungolato in volto dal biondo, annoiato molto probabilmente dal paesaggio circostante a dal mio lungo silenzio.

<Nulla di che... anche io ho voglia tornare a casa.> sorrido tra me e me, quasi non sentendo più il freddo pungente.

<Già, casa.>

Il tempo pian piano passa, ci sfianca l'attesa, ancor di più il dolore e il fastidio ai muscoli, le palpebre pesano davvero molto quando finalmente raggiungiamo le familiari mura di cinta, poco prima che questa faccia del mondo diventi scura come pece.

Un'ultimo sforzo per scendere a terra, con solo la voglia di un letto caldo in mente e dei visi amichevoli a rallegrarci quelle penose ore precedenti.

<Kami stai meglio?> si avvicina apprensiva Mina, con Sero al seguito.

<Molto!>

<Midoriya, Bakugo ha detto che deve parlarti.> parla tranquillamente il moro.

<È successo qualcosa?> arriccio le labbra, stringendo e attorcigliando tra loro le dita.

Lui e la ragazza si scambiano uno sguardo di pochi millisecondi, riferendosi probabilmente più di mille mute parole.

<Vai a controllare tu stesso... sarà contento di vederti, non lo dà a vedere, ma gli sei mancato molto.> mi rivolge un occhiolino quello, indirizzandomi verso la capanna corretta.

Vado verso di essa a balzelloni, non facendo caso alla stanchezza e alla pesantezza con cui muovo le membra, arrivando in men che non si dica a destinazione; prendo una boccata d'aria, scostando poi il pesante drappo e facendo capolino nella stanzetta scaldata dal focolare.

Un paio di penetranti rubini mi scorge immediatamente, rilassando i tratti nel mentre che gli corro incontro.

<Kacchan!> sussurro allegro, abbracciandolo con le poche forze che mi rimangono e sentendo le sue calde mani accarezzarmi il corpo, levando come per mezzo di un incantesimo ogni sorta di male.

<Kacchan! Ti devo raccontare, un paio di giorni fa-> vengo zittito dal polpastrello del suo pollice, che passa lentamente sulle mie labbra, scrutandomi con un'espressione bizzarra e un mezzo sorriso.

Stranito, mi guardo un po' intorno, incontrando altre facce oltre a noi, tra cui i capi del villaggio.

<Che è successo?>

Non senza di te - Bakudeku OmegaverseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora