Tengo il cucciolo per i fianchi, facendo attenzione nel tentare di farlo rimanere sulle sue gambette; quello ovviamente è ancora troppo piccolo per riuscire a fare una cosa del genere, tuttavia si sta divertendo moltissimo nel tentativo.
Comincio a ridere nel vederlo dimenarsi e scalciare, cosa che lo infastidisce visibilmente, dato il suo cipiglio contrariato.
<Ah! Perdono, perdono!> sbuffo tra un riso e l'altro, poggiandolo sul morbido tappeto della mia capanna per lasciarlo libero di giocare.
<Certo che hai un bel caratterino, eh...> gli accarezzo la morbida testolina, notando sgattaiolare nella capanna il muso del grosso lupo.
Allungo la mano verso di lui, il quale accoglie vivacemente la mia proposta di avvicinarsi; inizialmente, scruta con una certa diffidenza il piccolo, annusandolo e sfiorandolo di tanto in tanto con la punta umida del naso.
Credo che sia normale reagire in questo modo a ciò che non conosci, ma immediatamente dopo aver fiutato il lieve accenno dell'odore del cucciolo sui miei abiti l'animale si tranquillizza, accucciandosi al nostro fianco.
Rimango a giocare con Kota per un tempo che mi pare infinito; come mi ha suggerito la madre, é bene farlo stancare prima di metterlo a letto.
Appena cominciato é anche divertente, il cucciolo continua a ridere, a richiedere le tue attenzioni, con i suoi enormi occhioni scuri e le guanciotte paffute, ma a lunga andare diventa fin troppo stancante.
Solo per me ovviamente.
L'avevo detto che questo bambino é una palla di pura energia.
Tiro un lungo sospiro, ormai allo stremo, stiracchiandomi e allungandomi per aria nel mentre che lancio un'occhiata al cielo, sempre più scuro.
Il lupo drizza le orecchie all'improvviso, mettendosi a correre frettolosamente al di fuori della capanna.
Scaccio la leggera confusione con un cenno del capo, raccogliendo poi il piccolo dal morbido tappeto ai suoi uggiolii di richiamo.
<Hai sonno? Ti prego dimmi di si...> gli sorrido calorosamente, stringendomelo al petto e incrociando le gambe a terra.
Quello risponde coi suoi soliti mugugnii, stringendo saldamente i pugnetti attorno alla stoffa color smeraldo del mio gilet.
Senza realmente pensarci comincio a intonare una melodia, una diversa questa volta, ma sentita comunque molto spesso nei giorni passati.
<La riconosci questa, si? Te la canta sempre la tua mamma.> gli sussurro, accarezzandogli con due dita le leggere ciocche corvine.
Un'improvvisa e gelida folata di vento ci investe in pieno non appena i pesanti tendaggi all'ingresso vengono sollevati con forza; rabbrividisco, coprendo meglio il piccolo dal freddo, sentendo solamente poi le dolci note di caramello venir trasportate dall'aria.
<Oh Dei, che giornata del cazzo...> ringhia stanco l'Alpha, venendo preceduto dal lupo all'interno della capanna.
Si avvicina a me con passo gravoso, accasciandosi al terreno alle mie spalle e cingendomi lentamente la vita con entrambe le braccia; sento il suo peso su tutta la schiena, anche mentre il biondo struscia il viso contro la mia nuca.
<Come mai?> chiedo con un evidente sbadiglio, sentendo l'odore del mio compagno farsi sempre più intenso.
Quello mugugna in risposta, aggrottando le sopracciglia quando il suo sguardo si allunga sulle mie mani.
<Riportalo dalla madre.> emette tutto d'un fiato, spingendo le dita tra i bottoni del gilet.
<É fuori a cacciare.> ringhio leggermente a quella sua sottospecie di ordine, osservando il cucciolo mentre cerca di raggiungere Kacchan con i palmi.
Le sue iridi infuocate sembrano quasi zampillare nella penombra mentre mi guarda con attenzione; allunga poi l'indice verso il bimbo, che lo stringe con una risatina.
<Sei protettivo.>
<Non é vero. Sono solo responsabile.> rispondo con una certa confusione, vedendolo subito dopo ritrarre il dito a sé.
<Per un cucciolo che non é tuo.>
Non appena sento le parole aspre premermi sulla punta della lingua, il piccolo interrompe con dei guaiti palesemente contrariati il nostro gioco di sguardi.
Lo tiro su con calma, vedendolo nascondere la testolina contro il mio petto, si struscia appena, lanciando poi un'occhiata al biondo, attento a quei piccoli movimenti quanto me.
Che stia...
L'Alpha emette un ringhio, non con cattiveria, ma con il palese intento di ammonire, prendendomi completamente alla sprovvista quando passa la lingua sulla ghiandola del nostro legame, posta sul collo.
Il mio odore comincia a espandersi di conseguenza, seguito da un brivido che corre lungo tutta la schiena.
Kota ammutolisce all'istante, allargando gli occhioni scuri come pece; nasconde nuovamente il visino nel mio torace, stringendo il tessuto con le piccole dita.
<Non lo spaventare.> sussurro al mio compagno, senza realmente credere che sia ciò che é appena accaduto; quello avvicina la punta del naso al mio, vagando con la mano tra le ciocche di capelli disseminate sulla mia nuca.
Ignoro lo scendere del suo sguardo sulle mie labbra, sentendo il suo profumo carico di sensazioni darmi un po' alla testa.
<É un cucciolo con le palle.> sussurra infine, accoccolandosi contro la mia spalla.
<Kacchan!> ridacchio appena, constatando quanto sia effettivamente vero, nonostante la strana modalità di linguaggio.
<Deku.> il suo ringhio roco, sussurrato direttamente al mio orecchio, manda in fibrillazione le mie terminazioni nervose, costringendomi ad abbassare gli occhi a terra.
Deglutisco, sentendo l'improvvisa secchezza della gola, e percependo le calde dita dell'Alpha volere andare più a fondo al di sotto della camicia.
<Vedi di fare il responsabile e di portare il moccioso in un luogo in cui non ci possa sentire.> continua con quello stesso dolcissimo tono, ghignando senza il minimo freno.
Soltanto dopo aver notato le sue pupille dilatate capisco una cosa.
Per Kacchan é iniziato il suo Rut.
Ne avevo solo letto un trafiletto, in uno dei miei tanti studi all'istituto, ma si dice che anche gli Alpha in circostanze molto rare possano avere il loro Calore, il cosiddetto Rut.
Mi riscuoto dalla confusione dettata dal momento, decidendomi a passo svelto ad andare in una delle capanne mediche; purtroppo il posto in cui viviamo é abbastanza inospitale e di conseguenza molti piccoli vengono lasciati orfani.
Di sicuro da quelle parti troverò qualcuno che si possa occupare di Kota per la notte.
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Non senza di te - Bakudeku Omegaverse
FanfictionIN ELABORAZIONE IL CONTINUO : "Non senza di me", potete trovarlo sul mio profilo :) Questa storia è una Fantasy AU. Midoriya, un ragazzino di 17 anni, vive in un istituto per bambini rimasti orfani al confine del bosco. Bakugo, un testardo e irasci...