~Bakugo POV~
Dopo aver riportato il nerd a terra, ed essermi sorbito le sue lamentele per la nausea, l'ho lasciato all'entrata del villaggio, dirigendomi svelto verso la capanna centrale.
Probabilmente capelli di merda ha già fatto ciò che doveva fare, ora non mi resta che andare a parlare con la vecchia; adora fare giri di perlustrazione nel più fitto del bosco, probabilmente pure lei deve aver notato qualcosa di sospetto ai confin-
<Kacchan aspetta!> l'Omega chiama il mio nome, interrompendo i miei pensieri prima che io possa muovere un ulteriore passo, portandomi a posare lo sguardo sulla sua esile figura.
<Che vuoi.> gli sussurro quando me lo ritrovo davanti, tastandogli i ricci ancora lievemente umidi.
<Vengo con te.> mi guarda dal basso con quelle iridi cariche di determinazione, stroppicciandosi l'orlo della veste visibilmente troppo ampia per un corpicino minuto come il suo.
Non ha chiesto.
Ha preteso.
Mi permetto un sorrisetto divertito, ricordandomi ogni giorno del motivo per cui siamo diventati compagni.
Non posso mica proibirglielo.
Giro su me stesso con uno sbuffo, riprendendo il percorso che avevo interrotto poco prima; quello comincia a seguirmi, strusciando appena la tempia contro il mio braccio.
<Kacchan hai un ottimo profumo.> mi rivolge un casto sorriso, tentando di rabbonirmi e mostrandomi la lingua rosea che sbuca dalle sue piccole labbra semichiuse.
<Bene. Perché è l'unico che sentirai sino alla fine dei tuoi giorni.> ringhio, posandogli una mano sul volto e spingendolo poco più indietro, facendo guaire l'Omega.
Mi viene dietro a balzelli, per poi superarmi e aprire lui stesso la strada; scuoto la testa nel constatare le condizioni in cui versa.
La veste gli pende da una parte, lasciandogli scoperta una spalla, mentre gli stivali ancora pregni d'acqua scricchiolano sotto il peso dei suoi passi, ricoprendo il terreno di umide impronte; ma a quanto pare si andrà a cambiare più tardi, ora ha la testa concentrata su altro.
Quando si impunta diventa quasi fastidioso, eppure...
<Sei impresentabile.> lo schernisco sarcasticamente, facendo risultare in modo evidente il fatto che la sua apparenza non mi dia alcun fastidio.
Quello mi rivolge una rapida occhiata, prima di girare su se stesso per mostrarsi meglio.
<Sono le parole che contano.> sussurra, incrociando le mani dietro la schiena e raggiungendo finalmente la capanna centrale.
Impertinente.
Entriamo nella struttura, venendo investiti da un'onda di calore improvvisa proveniente dal focolare posto al centro dell'unica stanza; la vecchia alza di scatto lo sguardo su noi due, accogliendo il mio compagno affettuosamente e facendomi un cenno col capo.
Come abbiano fatto a relazionarsi così in fretta devo ancora capirlo.
Qualcuno degli anziani si volta per guardarci, assieme a un paio di Alpha tra cui capelli di merda e Sero; inspiro una buona boccata d'aria, ritrovandomi a trattenere i ringhi nel notare alcune delle loro idiote espressioni contorcersi, accorgendosi del verdino al mio fianco.
<Moccioso.> assottiglia le palpebre la bionda scrutandomi da capo a piedi, riportando poi l'attenzione sull'Omega; storce il viso in una smorfia stranita osservando il suo abbigliamento, scuotendo la testa come se non ci volesse pensare.
<Kirishima ci ha riferito tutto.> riprende a parlare mio padre, voltandosi verso il diretto interessato.
L'Omega mugugna quando viene controllato minuziosamente da cima a fondo e rigirato più e più volte tra le mani della donna.
<Almeno stai bene.> sospira dopo quel controllo, stringendo per le spalle il mio compagno, il quale annuisce soddisfatto per le carezza ricevute.
<Dimmi cosa ne pensi.> mi rivolgo alla donna, avvicinandomi a braccia conserte di qualche passo verso le fiamme ardenti.
<Una mia opinione? Tu?> inarca un sopracciglio sorpresa, aspettandosi una risposta che non mi presto a darle.
<D'accordo... penso che dobbiamo aumentare le nostre difese, ovviamente.> sbuffa, rivolgendo un'occhiata al marito.
<Ho già mandato alcuni dei nostri da quelle parti.> si intromette il rosso, accarezzandosi lentamente il collo.
Annuisco, rimanendo silenziosamente in ascolto.
<Diventare apertamente violenti nei confronti dei nobili non è una scelta per nulla saggia, tuttavia... non possiamo assolutamente permettere che la sicurezza della nostra gente venga a mancare.> continua il suo discorso con tono incredibilmente serio, allontanandosi dal nerd e riposizionandosi al centro della stanza circolare.
Dei capi annuiscono concordi, bofonchiando qualche risposta confusa; osservo con la coda dell'occhio il verde, ritto e immobile, apparentemente tranquillo, ma riesco chiaramente a capire che qualcosa non va.
Sto per avvicinarmi a lui, quando questo mi precede, ritornando al fianco della vecchia.
<Però...> comincia, prima di prendere un grosso respiro quando sente tutti quei fastidiosi occhi sulle sue spalle.
La donna lo guarda leggermente sorpresa, non azzardandosi tuttavia ad interromperlo.
<Come fate ad essere totalmente sicuri che abbiano intenzioni ostili, voglio dire-> tenta di spiegarsi, venendo fermato praticamente subito.
<Cosa vai blaterando? È della famiglia del conte che stiamo parlando.> lo interrompe bruscamente uno di quei maledetti anziani, venendo seguito da qualcuno dei suoi compagni.
<Tutte sciocchezze! A un ragazzino non dovrebbe nemmeno essere permesso di entrare qua dentro.> sputa con acida superbia, sistemandosi la veste.
<Attento alla tua lingua vecchio.> questa volta non trattengo neanche minimamente i poderosi ringhi che si liberano incontrollati dalla mia gola, muovendomi di un passo verso il mio compagno; quest'ultimo mi rivolge uno sguardo gentile, ma sicuro e consapevole delle proprie azioni.
Per quanto io non condivida il suo pensiero, è giusto che si faccia valere con le proprie forze; d'altronde lui è così.
<Lasciatelo parlare. Non siamo mostri, si ascolta la gente.> li interrompe mia madre, incrociando le braccia al petto prosperoso con un particolare ghigno in volto.
Arpia.
Sbuffo lievemente, tentando di nascondere il mio divertimento; ignorando gli sguardi indignati che mi si puntano contro.
Quegli idioti stanno per riaprir bocca, quando un passo pesante non fa capolino all'ingresso, facendoci voltare.
<Shinsou?> Izu chiama il nuovo arrivato, vedendolo boccheggiare sulla soglia.
<M-Midoriya! Ci serve il tuo aiuto... Kami è- lui- vieni!>
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Non senza di te - Bakudeku Omegaverse
FanfictionIN ELABORAZIONE IL CONTINUO : "Non senza di me", potete trovarlo sul mio profilo :) Questa storia è una Fantasy AU. Midoriya, un ragazzino di 17 anni, vive in un istituto per bambini rimasti orfani al confine del bosco. Bakugo, un testardo e irasci...