Capitolo 51: Malinteso

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~Midoriya POV~

I tre cavalieri si preparano in posizione d'attacco, appostandosi davanti al ragazzo sorpreso, ancora completamente fradicio.

Il mio Alpha continua a ringhiare imperterrito, sguainando la propria spada, compatta e adornata all'impugnatura da un drappo color rosso brillante, oramai usurato dal tempo.

Non gliel'avevo mai vista usare di fronte a me.

<Kacc-> provo a formulare una frase che possa sedare la situazione anche solo di un poco, venendo zittito repentinamente da un iracondo sguardo ricolmo di sangue.

Quasi non mi accorgo quando Kirishima balza al mio fianco, venendo a controllarmi immediatamente.

<Mido! Sei ferito?> sussurra, prendendomi per le spalle e lanciando una rapida occhiata al gruppetto armato.

<Perché sei bagnato? Che ti hanno fatto?> mi controlla i vestiti, lasciando che un'espressione corrucciata gli appaia in volto.

Scuoto vigorosamente la testa, afferrando il polso dell'Alpha e rimanendo costantemente vigile per evitare che la situazione degeneri ulteriormente.

Il rosso sospira sollevato al mio cenno negativo, lanciando un'occhiata all'amico fuori di sé.

<Kacchan!> lo chiamo a gran voce per tentar di richiamare la sua attenzione, sapendo fin troppo bene di esserci riuscito, nonostante l'assenza di alcuna reazione da parte del diretto interessato.

<Ora basta! Guardami, sto benissimo, non vedi?> provo ad avvicinarmi a lui di qualche passo, venendo però trattenuto da Kirishima senza il ben che minimo sforzo.

Mi volto a guardarlo, un po' infastidito dal fatto che io venga sempre bloccato e un po' per riuscire a capire che cosa gli passi per la mente; lascio che un sospiro esausto spiri dalle mie labbra, notando il suo volto serioso rivolto agli sconosciuti avventurieri.

<Su, smettetela voi. Si tratta solo di un malinteso e, per quanto io ammiri la vostra fedeltà, trovo che abbiate agito troppo d'impulso.> il ragazzo dai vestiti eleganti si rivolge pacato ai tre cavalieri, costringendoli, dopo qualche evidente segno di tentennamento, a rinfoderare le armi.

Ha sedato la situazione in un modo talmente semplice, che mi serve qualche istante per capire di non star sognando; tuttavia, il mio Alpha a qualche metro davanti a me ancora non ne ha voluto sapere di seppellire l'ascia di guerra, è irato e vigile, risultando persino composto nonostante la sua posa di difesa poco elegante.

<Signori, chiedo venia per i miei compagni, non era nostra intenzione risultare ostile nei vostri confronti.> continua, puntando gli occhi eterocromatici nella nostra direzione; mi scosto un po' dal rosso, visto il leggero momento di distrazione, sfilandomi dalla sua presa sotto i suoi rimproveri e accostandomi a quella testa calda che mi ritrovo come partner.

<Non siete i benvenuti.> ringhia acido il biondo a denti stretti, puntando l'arma di taglio verso il viso impassibile dell'altro; sono distanziati certo, quindi non è un gesto pratico, ma di sicuro non ispira simpatia.

Rimangono a fissarsi per qualche istante, il tempo sembra quasi dilatarsi e nonostante il loro silenzio, l'aria si è fatta decisamente più pesante.

Decido di rilasciare il mio odore, facendo arrivare forte e chiara quella nota di nervosismo che in questo momento lo caratterizza all'attenzione del mio Alpha; tuttavia, lo faccio anche per rassicurarlo, non sono ferito e di certo non odoro di sangue.

Ricevo da parte sua un'occhiata severa, ma niente più di questo.

<Non badate troppo alle sue parole, l'importante è che nessuno si sia ferito. A questo proposito, forse è meglio che ti faccia controllare da un medico, sai per ogni evenienza.> mi rivolgo al ragazzo di cui ancora non so il nome, vedendolo annuire sotto gli sguardi confusi dei presenti.

<Signorino siete ferito?>

<No Jirou, state tranquilla. Ho avuto un piccolo incidente, cadendo nel fiume e soltanto grazie all'aiuto di Midoriya sono riuscito ad uscire.> risponde l'altro con naturale tranquillità.

Il biondo emette un lievissimo verso stizzito nell'udire il mio nome, decidendo piuttosto riluttante di rinfoderare finalmente la sua spada.

I cavalieri mi scrutano increduli, coordinandosi poi in un profondo inchino.

<Le siamo grati per aver aiutato il signorino Todoroki.> comincia il ragazzo biondo, tenendo gli occhi serrati.

<E siamo immensamente dispiaciuti per il nostro comportamento, ehm...> continua la loro compagna, alzando su di me il suo sguardo coperto da una moltitudine di ciocche violacee.

<Oh, Midoriya! Midoriya Izuku.> mi chino leggermente in avanti, portandomi una mano all'addome, cominciando a risentire dei brividi di freddo che mi scombussolano le viscere.

<Le chiediamo perdono signor Midoriya.> conclude la ragazza, rimettendosi perfettamente diritta.

Storgo il naso nel venir chiamato in un modo talmente formale, potendo percepire la pesantezza di un certo sguardo rubino gravarmi sulle spalle.

<Sapete cosa? Deku andrà benissimo, chiamatemi pure così. Questi sono Bakugo e Kirishima.> indico i due Alpha, sentendo il biondo ringhiare stizzito e l'amico avvicinarsi sospettoso.

<Todoroki Shoto.> il ragazzo dai capelli bicolore finalmente riesce a presentarsi, passando poi a tutti i suoi compagni; Jirou, Koda e Ojiro... farò meglio a non scordarmeli.

Aspetta, Todoroki?

Della casata Todoroki?

<Ah, ora ho capito chi sei, signorino di qua, signorino di là... piccolo stronzetto aristocratico dei miei stivali.> ringhia prepotentemente il mio compagno, incrociando le braccia al petto.

<Kacchan...> allungo una mano fino a stringere la stoffa calda del suo mantello, venendo afferrato saldamente per il polso.

<Odio ripetermi, ma come ho detto, voi non siete i benvenuti.> sputa quelle parole con estrema freddezza, non sembra nemmeno Kacchan, nemmeno la rabbia traspare dal suo tono di voce.

<Siamo di passaggio, non abbiamo intenzioni ostili. Stavamo ritornando al palazzo del conte, quando il signorino si è allontanato.> tenta di giustificarsi Ojirou, non osando avvicinarsi ulteriormente.

<Allora continuate con il vostro viaggio avventurieri e state lontani dal nostro territorio. Abbiamo già abbastanza problemi di cui preoccuparci, ci manca soltanto tutta la stirpe del conte Endevor che inzozza le terre libere assieme agli altri nobili per il conto di chissà chi.> parla estremamente serio Kirishima, cosa piuttosto insolita data la frizzantezza del
suo carattere.

Kacchan non mi molla un solo istante, intensificando anzi la presa; vorrei dire qualcosa, ma il suo odore mi sta seriamente proibendo di farlo.

Todoroki annuisce senza dire nulla, cominciando ad incamminarsi per superarci; sembra pronto ad andarsene, quando si ferma all'improvviso di fronte a me.

<Non so cosa sarebbe successo se tu non ci fossi stato, Midoriya... ti sono debitore.> sentenzia, allontanandosi poi con passo spedito, venendo seguito prontamente dai suoi compagni.

Noi tre rimaniamo qualche istante in assoluto silenzio, aspettando chissà cosa.

<Ragazzi->

<Andiamo.> vengo interrotto dal biondo che mi avvolge subito nel suo caldo mantello, prendendomi sotto braccio come se si aspettasse la mia fuga da un momento all'altro.

Mentre camminiamo mi accoccolo contro il suo corpo, alla disperata ricerca di calore, venendo accolto dalle sue braccia.

Non senza di te - Bakudeku OmegaverseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora