Buon pomeriggio a tutti,
eccoci con una nuova parte di questo flashback.
Buona lettura...- so che sarebbe più facile seguire quella voce ma ti perderesti molto. Non vedresti più Kai. Vuoi rinunciare alla possibilità di crescere il tuo bambino? - chiese Mark. - io penso di no. Tu vuoi vivere, vuoi stare con lui e...-
Ora era più difficile. Cosa poteva fare?
Jamie guardò le forbici e poi Kai che si stava muovendo. Jamie lo vide sul bordo e subito si precipitò a prenderlo. Per fortuna era salvo.
Non si sarebbe mai perdonato se gli fosse accaduto qualcosa. Mark aveva ragione.
- grazie - disse Jamie al telefono. - vedere Kai sul bordo del letto mi ha fatto reagire. Avevi ragione tu. Che spavento. Devo stare più attento -
- i bambini sono imprevedibili - disse Mark. - ma sapevo che potevi farcela. Kai è la tua forza
- si, è la mia forza - disse Jamie. - ma anche tu mi aiuti. Non ci avrei pensato due volte a tagliarmi -
Mark gli stringeva il cuore a quelle parole. Jamie aveva bisogno di tanto amore e aiuto.
- Grazie veramente. Ora devo lasciar tornare Matt -
- certo, Jamie. Puoi chiamarmi in qualunque momento- disse Mark. - io ci sono sempre per te
A Jamie non gli sembrava vero che aveva trovato la persona giusta che non lo avrebbe mai lasciato. Non sapeva però esprimere a parole quello che sentiva in quel momento.
Jamie sentì i passi di John e lasciò andare Matt.
- grazie per tutto - disse Matt a Mark. - Jamie sta meglio grazie a te -
- non devi ringraziarmi. Vi aiuterò sempre - disse Mark. - ti amo -
- anche io tantissimo - disse Matt prima di chiudere.
Matt mise Kai nella culla e uscì.
- hai preso le tue pillole? - chiese John all'improvviso.
- si ho preso le pillole - rispose Matt. - andiamo a messa. Voglio parlare con padre Blackwood
- bene - disse John compiaciuto. - sono contento che tu stia iniziando a capire ma quell'occhio non si addice molto a un buon cristiano. Però Neil e il suo capo mi ha detto che sei stato provocato. Ti sei fatto rispettare. Ero quello che volevo - Bravissimo, figlio. Sono orgoglioso di te -
Matt non sapeva come prendere quelle parole.
- ti ringrazio, padre, per il tuo nuovo insegnamento - disse Matt mostrandosi riconoscente.
- di nulla - disse suo padre mettendogli una mano sulla spalla. - da lunedì potrai venire con me al circolo -
- non vedo l'ora, padre. Dopo aver fatto i compiti e le mie consegne... -
- non c'è ne bisogno. Ti presenterò persone illustri dove potrai fare dei lavoretti per loro e guadagnare tanti soldi - disse John. - potrei comprare qualsiasi cosa a Kai -
- ma a me piace fare il fattorino - disse Matt.
- cosa ti piace? Porta cibo contaminato dalla malattia di quei deviati? - chiese lui con disprezzo.
- non sono deviati - disse Matt non riuscendo a trattenersi. - e i loro prodotti sono strepitosi e genuini ma tu non puoi capire perché sei chiuso di mente -
- pensavo che avevi capito ma il tuo atteggiamento mi ha stancato - disse John deluso. - parlerai solo quando ti dirò di farlo. Starai in silenzio per il resto del tempo. Impara a fare l'uomo -
- non vuoi un uomo come figlio ma un burattino - disse Matt. - e io mi sono stancato di essere accondiscendente o di dirti sempre si a discapito della mia felicità -
- Matt, stai passando il limite - disse John. - ora mi chiederai scusa -
- mai - disse Matt deciso.
- vuoi fare il bambino capriccioso ma ha delle conseguenze - disse John prendendogli il polso. - padre Blackwood saprà cosa fare con chi non ubbidisce -
- lui non fa male alle persone a contrario di te - disse Matt.
- non è che sei stato infettato da quei deviati - disse John.
- e provi malsani desideri verso il nostro prete -
- cosa dici? Non ho mai pensato a lui in quel modo - disse Matt. - lasciami -
- no, Matt - disse John deciso. - devi imparare a comportarti bene -
Sissi arrivò: - John, lascialo ti prego. Non fargli male -
- non gli faccio male - disse John.
- cara, devi fidarti di me. Lo faccio per suo bene -
- ci ho pensato, John. Forse stai sbagliando con Matt. Non ha bisogno di questo - disse Sissi con un po' di coraggio.
- so io di cosa ha bisogno - disse John. - tu vai da Kai e lasciami fare -
- possiamo parlare, John, da soli - disse Sissi.
- no, ora vai da Kai - disse John deciso. - andiamo, Matt -
John lo portò verso la macchina e Neil si mise in mezzo.
- non fargli del male - disse Neil difendendo il fratello.
- oggi volete farmi perdere tempo - disse John furioso. - lasciatemi solo con Matt. È una cosa che riguarda noi due -
- è mio fratello - rispose Neil. - riguarda anche me -
- basta - disse John. - sono stufo di tutto questo. Faccio di tutto per questa famiglia e ricevo questo ringraziamento. Quando tornerò, parleremo -
Neil si stava avvicinando per liberare Matt ma John lo spinse. Matt vide Neil per terra e si sentì spingere in macchina.
Suo padre non capiva che così si faceva odiare. Nessuno portava rispetto a un uomo del genere.
Matt guardava Neil dalla macchina mentre John mise in moto. Avrebbe voluto andare da lui ma non poteva. Si sentì come prigioniero.
John tirò il freno quando vide una persona passare all'improvviso.
- stai attento a dove cammini!!!!!! - urlò John al pedone.
- non riesci a star calmo come sempre - disse una voce familiare.
John guardò il pedone meglio. Non poteva essere.
- Larry??? -
- si sono io - risposte Larry avvicinandosi.
Matt guardò la scena.
- cosa ci fai qui? Te n'eri andato - disse John incredulo.
- non me ne sono andato lo sai bene - rispose Larry poi notò Matt. - lui è tuo figlio. Ti assomiglia -
Matt non capiva chi era quell'uomo. Suo padre non aveva mai fatto accenno a lui in questi anni.
Vedeva suo padre che era stranamente zitto e guardava l'uomo.
Era uno strano comportamento. Che cosa nascondeva?
- Ora devo andare - disse John con le mani che tremavano.
- starò qualche giorno in città - disse Larry avvisandolo.
John ripartì dopo quella frase, voleva allontanarsi e non sentire il suo cuore battere così. Doveva confessarsi.
- padre, chi é Larry?- chiese Matt confuso.
- non è nessuno - rispose John. - dimentica di averlo visto -
Non l'aveva mai visto così.
Quando arrivarono a messa, John corse a confessarsi. Matt era sempre più perplesso.
- padre Blackwood, Larry è tornato e subito il mio cuore è diventato inquieto - disse John inginocchiato. - aiutami -
- Larry la persona che ti ha condotto nella via del peccato una volta - disse padre Blackwood.
- non succederà di nuovo - disse John.
- la tua agitazione mi dice altro - disse padre Blackwood. - il maligno può insidiarsi di nuovo in te -
- no, non voglio - disse John. - come posso fare? -
- devi schiacciare il maligno. Larry deve andare via. Non è posto per lui qui - rispose padre Blackwood.
- avete ragione - disse John ascoltandolo. - deve essere cacciato via -
- esattamente - disse padre Blackwood. - bravo, figliolo. Ora di le tue preghiere e poi mandami Matt -
John ubbidì e poi andò a chiamare Matt. Quest'ultimo raggiunse padre Blackwood e si trovò per la prima volta nel suo ufficio.
- Matt, sono contento di vederti. Mi sei mancato stamattina - disse lui sistemandosi la veste. - ma cosa hai fatto a quell'occhio? -
Matt si guardò un attimo in giro.
- sono stato a lavorare con mio fratello e ho avuto un piccolo scontro con delle persone - rispose Matt. - ma sto bene -
- non si cede alla violenza - disse padre Blackwood. - ma per fortuna che non ti sei fatto molto. Ora vieni qui -
- dove dovrei mettermi, padre Blackwood? - chiese Matt confuso.
- puoi metterti anche sulle mie ginocchia come facevi da bambino - rispose padre Blackwood seduto sulla poltrona. - abbiamo una confidenza che c'è lo permette e poi non facciamo nulla di male -
Matt non sapeva che rispondere. Era diverso dalle solite confessioni.
Cosa doveva fare? Poi ricordò ieri e la dolcezza che aveva avuto nel bagno.
Non c'era nulla di male. Aveva ragione. Matt si sedette sulle sue ginocchia.
- ecco, bravo Matthew - disse padre Blackwood sorridendo. - sei leggero come una piuma. Non è che sei sottopeso? Dai fammi dare un'occhiata così mi tranquillizzo -
- padre Blackwood, io... -
- ti ho visto già nudo da piccolo e da ragazzino - disse il padre Blackwood. - non devi vergognarti. Mi preoccupo solo della tua salute -
- la ringrazio per questo, padre - disse Matt. - lei è sempre così premuroso con me -
- perché ci tengo a te, Matthew - disse l'uomo toccandoli la spalla. - ora togliti la camicia -
Matt non voleva deludere padre Blackwood che era così gentile così prese a sbottonarsi la camicia.
- ecco bravo - disse padre Blackwood guardandolo con lussuria.
Matt non si accorgeva di ciò, aveva lo sguardo nei bottoni e poi si sfilò la camicia.
Padre Blackwood guardò la schiena nuda di Matt e poi il suo petto. Allungò la mano su di esso e sfiorò la sua pelle. Matt sentì un brivido che non gli piaceva in quella carezza. Si sentiva a disagio e sentiva che c'era qualcosa che non andava ma non riusciva a parlare.
- sei messo bene - disse padre Blackwood con una voce che non sembrava da prete. - mi stavo preoccupando ma vedo che hai un forte corpo -
Nella sua mentre malata padre Blackwood pensó che Matt era sexy e bellissimo. Non vedeva l'ora di deflorare il suo corpo.
- voglio che diventi di nuovo il mio chierichetto - disse padre Blackwood. - stare in chiesa ti aiuterà a tenere lontano quei pensieri che non vuoi fare -
- ho molte cose da fare, padre Blackwood - disse Matt volendo vestirsi. - lo troverai il tempo per questo ruolo - disse l'uomo. - ne hai bisogno -
- posso vestirmi? - chiese Matt sempre più a disagio.
- ma certo, Matthew - rispose padre Blackwood. - vestiti pure -
Matt scese dalle sue gambe e recuperó la camicia. Voleva andare via di lì.
Matt si vestì subito e disse: - mio padre mi aspetta. Faremo la prossima volta la confessione -
Padre Blackwood lo sorrise mentre uscì fuori. Lui pensava di avere Matt nelle sue mani.
Matt aveva il cuore agitato e si mise accanto a suo padre.
Entrambi erano inquieti dagli ultimi eventi per motivi diversi. Padre e figlio erano più vicini di quanto pensavano.
- tutto bene, Matt? - chiese suo padre vedendolo.
- si - rispose Matt stranito. - tu? -
Non si aspettava quella domanda.
L'incontro con Larry c'entrava qualcosa?
- sto benone - rispose suo padre.
Quello era un ' non sto bene ' perché non avrebbe mai usato un benone per risposta. Entrambi non stavano bene e se lo tenevano dentro. Se solo avessero parlato.
Neil arrivò in chiesa per assicurarsi che Matt stesse bene. Lo vide accanto a loro padre ma sembrava tranquillo.
Mark era un attimo entrato in chiesa e guardò in cerca di Matt. Lo trovò vicino a John. Non c'era più nessuno della famiglia.
Si mise in angolo senza farsi vedere e guardò Matt.
Una signora chiamò Matt e lui si allontanò. Mark guardò che andava verso una porta e che portava al torre della campana. La signora ritornò e Mark senza farsi accorgere, andò verso la porta e la aprì. Erano tutti occupati a seguire il coro. Mark salì i gradini che lo condussero da Matt.
Matt si avvicinò per suonare la campana ma si bloccò appena lo vide.
- Mark??? -
Non poteva essere. Era una sua fantasia di sicuro.
Non poteva essere così pazzo da correre quel rischio.
- si, angelo. Sono io - rispose Mark sorridendo.
Matt corse da lui e si baciarono appassionatamente.
- sei pazzo. Non dovresti essere qui - disse Matt tra le sue braccia.
- si, pazzo di te - disse Mark tenendolo stretto. - impazzivo a non vederti -
- anch'io - disse Matt capendolo perfettamente. - tanto. Aspetta solo un attimo. Suono la campana e sono tuo. Mettiti questi -
Erano tappi per le orecchie. Mark se li mise insieme a Matt e lo guardò mentre suonava la campana. Era bellissimo mentre lo faceva. Gli sembrava così libero.
Mark si allontanò per togliersi i tappi e sentì la melodia che Matt stava suonava. Era veramente angelica.
Le campane stavano suonando e John le stava ascoltando.
Il mio angelico bambino sta suonando la sua meravigliosa melodia. Era come se la stesse sentendo per la prima volta.
Matt si fermò e controlló l'orologio. Il suo compito era finito. Si tolse i tappi e corse da Mark che lo prese a volo. Matt lo baciò di nuovo e Mark si sentiva come un ragazzino con lui.
Avevano bisogno di quei baci clandestini e anche di quel contatto. Matt guardò Mark e portò la mano verso i suoi pantaloni.
- angelo birichino, cosa vuoi fare? - chiese Mark con un sorrisetto.
- io? Nulla - rispose Matt facendo la faccia da innocente.
- vediamo se questo è nulla - disse Mark portando la mano dentro i pantaloni.
- io non l'ho messa lì - disse Matt con un sorrisetto. - non lo farei mai. Sono un angioletto -
- un angioletto a cui piace provocare - disse Mark toccandogli il pene. - ti piace così? -
- si ma non qui. Qualcuno potrebbe vederci - rispose Matt giocando.
- non dovevi provocarmi - disse Mark al suo orecchio.
Matt stava impazzendo per il suo tocco.
Mark aumentò il ritmo sempre più forte e Matt gemeva. I suoi gemiti riecheggiavano. Matt si portò le mani alla bocca per paura che qualcuno sentisse.
- angioletto, puoi gemere. Nessuno ti sentirà. Siamo molto distanti - disse Mark rassicurandolo.
Matt si tolse le mani e arrossì.
Aveva ragione.
Lui riprese a gemere, il tocco di Mark gli dava piacere immenso e mancava poco per esplodere.
Mark abbassò i pantaloni di Matt insieme alle mutande per non farlo sporcare. Riprese a toccarlo e Matt venne nella sua mano. Lo sentì che era stato intenso. Matt era contro di lui a riprendere fiato.
John si chiese che fine avesse fatto Matt e così andò alla porta.
La aprì e iniziò a salire i tanti gradini.
Matt sentì i passi e guardò Mark.
Matt si sistemó e cercò un punto dove nascondere Mark ma non ce n'era.
Erano nei guai.
John si fermò all'improvviso e pensò a quando ci saliva con Larry. Non poteva arrivare alla campana. Non ci riusciva. Troppi ricordi. Scese di lì e uscì dalla porta per tornare al suo posto. Aveva il cuore agitato e si mise a pregare.
- chiunque sia, se ne andato - disse Matt a Mark.
- meno male - disse Mark. - siamo stati un po' imprudenti ma rifarei tutto -
- anch'io ma tu non sei venuto - disse Matt avvicinandosi.
- ho pensato al tuo piacere - disse Mark. - mi interessava farti star bene -
- sei dolcissimo ma voglio che anche tu godi - disse Matt avvicinando la mano ai suoi pantaloni. - lasciami fare -
Mark lo vide mentre si inginocchiò, gli aprì i pantaloni e tirò fuori il pene. Lo guardò con i suoi meravigliosi occhi azzurri innamorati e li prese la punta in bocca. Non smise di guardarlo mentre lo succhiava. Mark si appoggiò alla colonna e si lasciò andare ai gemiti. Lo prese di più in bocca, Matt amava il pene di Mark e sentirlo gemere in quel modo. Portò le mani al sedere di Mark e glielo palpava mentre muoveva avanti e indietro la testa.
Quel sedere tutto da mordere. Matt guardò Mark con lussuria e amore. Il suo dito andò verso l'entrata di Mark e la stuzzicava mentre continuava a succhiare.
Mark sentì un piccola scarica all'intrusione del dito di Matt. Pensava a quando Matt lo avrebbe penetrato. Quei pensieri lo eccitarono ancora e Matt sentiva il suo orsacchiotto più duro. Gli piaceva sentirlo così e prese a succhiarlo di più.
Il dolce piacere saliva in Mark grazie alla calda bocca di Matt.
Sarebbe rimasto per sempre in lui. Continuava più lentamente per allungare il suo piacere. Mark sentiva la dedizione che Matt ci stava mettendo.
Era incredibile. Matt sapeva il momento giusto per accelerare un po' e Mark si stava gustando ogni singola cosa. Lo guardava e gemeva. Matt aumentò sempre di più e alla fine Mark non c'è la fece a resistere.
- angelo, sto... -
Non terminò la frase che gli inondó la bocca. Matt non se ne perse una goccia. Il suo sapore in lui.
Matt pulì tutto il suo pene e Mark vedeva come il suo angelo era molto goloso. Matt si rialzò e poi lo baciò. Mark sentì il suo stesso sapore in quel bacio.
- sono felice che sei venuto dentro la mia bocca e soprattutto che ti sia piaciuto quello che ti ho fatto - disse Matt sorridendogli. - non avrei mai pensato di fare queste cose qui ma è uno dei miei posto preferiti e volevo condividerlo con te un giorno. Non credevo che fosse oggi ma è stato un momento così perfetto -
- Piaciuto è riduttivo Matt. Sei stato anche la prima persona che me lo ha fatto in più essere nel tuo posto preferito rende ancora tutto più bello e meraviglioso - disse Mark emozionato.
Si abbracciarono dolcemente e restarono nella braccia dell'altro per un po'. Non volevano staccarsi ma dovevano.
Si diedero un bacio che non finiva mai. Fu difficile staccarsi ma fecero i forti. Si sarebbero rivisti da soli presto.
Andò prima Mark e poi Matt. Quest'ultimo lo guardava mentre usciva dalla chiesa e poi tornò da suo padre.
- Matt, sei rimasto tutto il tempo al campanile - disse John stranito.
- si, pensavo alle nuove melodie - rispose Matt.
- quella di oggi era speciale. Veramente meravigliosa - disse John sincero. - sei veramente bravissimo a suonare le campane -
Matt non si aspettava quelle parole. Era colpito.
- saranno meravigliose come questa di oggi. Voglio sentirle tutte -
Qualcuno aveva rapito suo padre e aveva messo un alieno al suo posto con le stesse sembianze.
Era senza parole.
- me le farai sentire vero? Possiamo passare del tempo insieme, anche non al circolo ma dove vuoi tu -
- ok, io sono sorpreso delle tue parole. Ho sempre desiderato che mi dicessi questo ma tutto così in fretta - disse Matt confuso. - cosa accadde, padre? -
- sento il cuore meno duro e questa voglia di passare del tempo con te - rispose John.
- perché adesso? Perché non hai voluto farlo prima? Cosa sono un pacco postale che decidi di prendere o di dare? - chiese Matt confuso e irritato.
- no, Matt. Non lo sei. Ascolta, io... -
- no, ascolta tu. Mi hai reso la vita un inferno e adesso vuoi giocare a fare il buon padre. Io non ci sto - disse lui deciso. - se vuoi avere un rapporto sincero con me, dimostramelo: annulla la cena di questa sera. Non mi puoi obbligare a sposare una perfetta sconosciuta -
John ci pensò per vari secondi che per Matt sembravano infiniti e poi parló.
- no, non posso annullare la cena. Non sarebbe corretto - disse John .
- a me ci pensi mai? No. Non lo fai. Vengono sempre gli altri e la tua reputazione - disse Matt ferito.
Come aveva potuto credere che suo padre poteva dire sì?
John vide Matt uscire dalla chiesa e lo seguì. Lo vide alla macchina e la aprì. I due si sedettero dentro, non dicevano nulla durante il tragitto e una volta a casa Matt si chiuse in camera sua.
- cosa gli hai fatto adesso? - chiese Neil al padre.
- niente - rispose John mentre andava nel suo studio.
Matt si mise a piangere nel buio della sua stanza. Era per terra con le ginocchia a petto e la testa appoggiata.
Si diede dello stupido. Suo padre non sarebbe cambiato e quelle belle parole di prima erano state solo un'illusione. Sentiva come se gli avesse dato una dolce bevanda che si era tramutata in veleno.
John era nel suo studio e cercava qualcosa nei vari cassetti ma non riusciva a trovarlo.
Poi guardò verso la libreria dove c'era un libro sul Vermont, lo prese e lo sfogliò, trovando una vecchia foglia d'acero protetta da una pellicola plasticata. C'era scritto maple su di essa con la sua scrittura.
Se la portò al cuore, una piccola lacrime gli scese giù e bagnó la pellicola.
Poi la mise sulla scrivania e riprese a sfogliare il libro in cerca di altro. Non c'era neanche lì.
Dov'era finita?
Andò in panico e iniziò a controllare ogni libro, piangeva nel frattempo e lo studio divenne un accumulo di libri. Poi le mani iniziarono a tremare, le lacrime non si fermavano e lui si diede una pausa perché altrimenti il suo cuore sarebbe esploso.
Solo quando si fermò, ebbe sotto mano un libro di fiori e non ricordava di averne.
Lo prese e lo aprì, John trovò la scrittura di Larry all'inizio.
' per iniziare il nostro giardino "
John si ricordò di quel libro. Volevano piantare tante piante e fiori nel loro giardino di casa. Una casa che era lì in città. Aveva un laghetto e un fienile anche e ci passava spesso. Era da un po che non ci andava. Avrebbe voluto un giorni comprarla per lui e Larry ma poi tutto era cambiato.
Non avrebbe mai scordato il giorno in cui gli era successo quell'orribile fatto. Aveva sempre pensato che fosse una punizione divina per essersi lasciato andare con Larry.
Prima che Padre Blackwood iniziasse a essere il prete della chiesa, c'era un altro più anziano e veramente bravissimo.
Ma un giorno quel prete si trasformò in una bestia e lo drogó. Abusò di lui più volte, tenendolo in una cantina e gridò tanto per farsi sentire ma senza alcun risultato. Fu Padre Blackwood a salvarlo.
Il prete fu allontanato dalla chiesa e padre Blackwood vi subentró. Nessuno sapeva che era successo.
John non lo disse a nessuno neanche a Larry.
Si vergognava di essere stato violentato e padre Blackwood lo aiutò a stare nella giusta via. Gli aveva dato la forza per riprendere in mano la sua vita e chiudere con Larry.
Tornò a sfogliare il libro e trovò la foto di lui e Larry da ragazzi.
Amava quella foto e pensare di averla persa l'aveva reso disperato ma adesso era nelle sue mani.
Girò la foto e c'erano dei numeri.
Era confuso.
Cosa significavano???
20911315
Forse una combinazione di qualcosa?
Non ricordava. Si sforzava ma riusciva a ricordare che significava. La mise sulla scrivania vicino alla foglia e guardò di nuovo il libro. Trovò delle piccole note di Larry nelle varie pagine.
" I fiori come ogni tipo di rapporto hanno bisogno di essere annaffiati d'amore'.
John sorrise a quella frase ma poi divenne triste. Aveva sbagliato tutto, anche con Matt. Non l'aveva annaffiato d'amore.
Riprese a piangere e i sensi di colpa si fecero spazio dentro di sé.
Sfogliò altre pagine e trovò un'altra nota.
' sai qual é la differenza tra mi piaci e ti amo?
Che quando ti piace un fiore, lo prendi ma quando lo ami, lo innaffí ogni giorno con amore '
Aveva sempre amato quella frase, ricordò la prima volta che Larry gliela aveva sussurrata in un campo pieno di fiori quando stava per strappare un fiore che gli piaceva e lui l'aveva fermato nel farlo. Quella frase era proprio verissima. Ricordò che era finita con un dolce bacio.
John sfogliò ancora e fu colpito dalla prossima frase.
Non la ricordava.
' Fermati in un prato e annusa i fiori. Poi sussurra loro i tuoi segreti più oscuri.
Oppure vai a una festa e continua a fingere qualcuno o qualcosa che non sei '.
Era quello che aveva fatto lui, fingere chi non era per tutti questi anni.
Era come se Larry gli stesse facendo capire i suoi errori con quelle note. Larry lo conosceva meglio di tutti e forse lo stava aiutando.
Cosa voleva dalla vita adesso? Cosa voleva fare?
Era felice? No. Voleva cambiare? Si. Era troppo tardi? Forse si.
Non sapeva cosa fare. Chiuse il libro, si asciugò gli occhi e uscì dallo studio, chiudendolo a chiave. Andò verso la stanza di Matt e lo sentì piangere.
Stava provocando questo dolore in Matt.
Che razza di persona era???
Doveva rimediare. Andò verso il telefono e chiamò i Johanson.
Matt era uscito un attimo dalla stanza e vide suo padre a telefono.
- salve, Karsten... Ti ho chiamato per annullare la cena... Ci ho pensato e non è giusto... Posso immaginare che sei arrabbiato ma forse dobbiamo pensare al bene reale dei ragazzi... -
Matt era sconvolto di quelle parole.
Era suo padre a parlare????
John vide Matt. Padre e figlio si guardavano in silenzio senza dire una parola.
- hai annullato la cena. Perché? - chiese Matt confuso.
- mi sono reso conto che non era giusto. Avevi ragione tu - rispose John.
- così all'improvviso? - chiese Matt stranito. - non riesco a crederti. Hai in mente qualcosa? -
- no, Matt. Sono sincero - rispose John. - e ti farò capire che non ci sono secondi fini - Anche se Matt vedeva suo padre diverso dal solito, il suo cuore cercava di proteggersi.
Matt sentì piangere Kai e andò da lui. Sissi li stava dando il serpentino bianco quando lui entrò.
- Matt, come stai? Tuo padre ti ha fatto qualcosa? - chiese Sissi preoccupata.
- abbiamo litigato molto e adesso... Lui sembra così... Non so... - rispose Matt confuso. - non so se credergli... Ha disdetto la cena perché non gli sembrava giusto
- strano. Non è da lui - disse Sissi confusa. - ora la cena in più che ci faccio? -
- la posso portare a qualche bisognoso - rispose Matt subito.
- sei sempre così altruista - disse Sissi alla sua proposta. - ora ti faccio i pacchetti -
Matt sorrise e vide sua mamma scendere a prepararli. Prese Kai e lo portò giù.
- caro, quel tuo nuovo professore abita da solo? Perché se è così, potresti portarli qualcosa. Almeno mangia qualcosa che non siano scatolette. Si sa che gli uomini senza le donne non cucinano - disse Sissi all'improvviso. - e si lasciano andare -
Non era il caso di Mark ma non poteva dirglielo.
- magari lui sa cucinare o ha qualcuno che non è una donna - disse Matt all'improvviso.
- Matt, ma che dici? Un uomo ha bisogno di una donna - disse Sissi.
- Louis sa cucinare e non è certo una donna. In più ha un compagno - disse Matt alla sua frase.
- Matt, non voglio parlare di questo - disse Sissi chiudendo il discorso.
- perché sono due uomini? Pensi che non hanno diritto alla felicità? - chiese Matt deciso.
- è un illusione. Due uomini non possono. E poi povero bambino, chissà come sta crescendo senza una mamma - disse Sissi.
- sta crescendo perfettamente. Ha due persone che gli vogliono bene. L'unica cosa che conta è questa - disse Matt difendendo il suo futuro.
- se sono un uomo e una donna ti direi di si ma loro sono due uomini. Famiglia è una mamma e un papà- disse Sissi.
- ho capito. Sei come tutti in questa città - disse Matt soffrendo dentro. - non vedi oltre -
- penso che stai trascorrendo troppo tempo con Jake. Voglio che non lo frequenti. Tuo padre aveva ragione. Ti mette strane idee in testa - disse Sissi.
- non smetterò di vedere Jake. È mio amico e non mi sta mettendo alcuna idea in testa. Sono capace di ragionare - disse Matt arrabbiato. - chiudo i pacchetti da solo. Non ho bisogno di aiuto e porto Kai con me -
- è sera. Non lo puoi portare in giro - disse Sissi.
- sono io il padre. Ho il diritto di portarmelo con me e poi lo copriró bene. Gli altri genitori non lasciano a casa i figli piccoli - replicò Matt deciso. - lui è mio figlio. Non è il mio fratellino. Provvedo io alle sue esigenze economiche. Kai non grava su di voi e appena me lo potrò permettere, me ne andrò via da questa casa sto risparmiando moltissimo anche per questo. Ho già dei soldi miei messi da parte. Ora è meglio che vada. Voglio che arrivano caldi - Matt prese Kai e i pacchetti messi delle buste.
Uscì di casa e prese la macchina, attaccò Kai al seggiolino e
poi si mise al posto di guida. Guidò per un bel po e arrivò dai senzatetti. Prese anche delle coperte che aveva messo nel bagagliaio.
- papà ora da queste cose a chi ne ha bisogno - disse Matt a Kai.
- ho portato anche dei vestiti che non metto. Loro ne hanno più bisogno -
Trovò Michael a pochi passi con il furgone.
- Michael, ciao- disse Matt andandogli incontro.
- Matt, cosa ci fa qui? - chiese lui sorpreso.
- sono venuto a portare cibo, vestiti e coperte a chi ne ha bisogno - rispose Matt. - tu? -
- stessa cosa. Ciò che non vendiamo, lo diamo a loro - rispose Michael. - e alle famiglie che non arrivano a fine mese -
Matt lo ammirava molto. Vedeva in lui il papà che non aveva mai avuto. Si ispirava a lui come modello da seguire.
Non c'era solo lui ma anche Louis e il piccolo pulcino. Li diede una mano e Julian guardava Kai.
Jason arrivò con la macchina insieme a Robert. Si parcheggiarono e controllavano che nessuno facesse del male ai senzatetti. Avevano dato fuoco già a uno di loro. Non erano riusciti a beccarli, quei vigliacchi avevano usato le maschere.
Jason si avvicinò a Julian e a Kai. Si mise a fare delle faccia buffissime al piccolo e Matt rideva a quella scena.
Louis sapeva che a Jason piacevano molto i bambini. Peccato che non ne potevano adottare.
- e quei pacchetti per chi sono? - chiese Michael curioso.
- quelli sono per una persona - rispose Matt sorridendo.
- sei innamorato - disse Louis all'improvviso. - si vede dai tuoi occhi e dal modo di sorridere -
- è così evidente? - chiese lui sorpreso.
- per chi ti conosce si - rispose Louis chiudendo le porte del furgone. - sono contento per te -
Matt abbracciò Louis, Michael e Jason prima di allontanarsi. Vide Robert che era rimasto in disparte vicino alla macchina come al solito e Michael lo raggiunse. Li vide parlare e poi baciarsi. Non avevano paura a dimostrare il loro amore in una città omofoba. Robert era in divisa molto sexy mentre baciava Michael contro l'auto della polizia.
- agente, non daremo scandalo? - chiese Michael giocando con tono caldo.
- siamo scandalosi - rispose Robert portandolo a sé. - e il tuo sguardo dovrebbe essere illegale -
- oh agente mi vorresti arrestare? - chiese Michael sexy.
- ti metto in manette - rispose Robert al suo orecchio. - e ti sbatto in cella -
Michael aprì lo sportello e si distese nel sedile.
- e così, agente? Sono lo stesso illegale? - chiese Michael con le gambe aperte.
- lo sai che lo sei. Mi stai provocando. Vuoi essere ammanettato - disse Robert avvicinandosi e prendendo il suo polso
Michael sentì il metallo sfiorare la sua pelle e poi chiudersi intorno al suo polso.
Robert si distese su di lui per baciarlo e poi chiuse l'altra manetta intorno alla maniglia per tenersi.
- agente, mi hai catturato. Non posso scappare - disse Michael facendo la parte.
- sei in mio potere adesso - disse Robert chiudendo lo sportello.
- adoro gli uomini in divisa - disse Michael passando una mano su di essa.
- solo uno dovresti amare - disse Robert portando la mano al suo mento.
- sei così geloso - disse Michael alzandosi un po' per baciarlo. - io voglio solo te, baby -
Robert sentì i baci di Michael mentre veniva sbottonato.
- sei così sexy. Ho tanto fuoco dentro pronto ad esplodere-
- niente pompieri. Solo io mi occupo del tuo fuoco - disse Robert toccandolo in mezzo alle gambe. - ho trovato l'incendio -
-
- hai trovato il punto giusto, agente - disse Michael con un sorrisetto. - ora deve provvedere a spegnerlo. Sono nelle vostre mani -
Robert accarezzò Michael da sopra la stoffa e gemeva.
- acqua, agente -
Robert sapeva cosa fare, li aprì i jeans e Michael lo guardò.
- fuoco -
Michael si divertiva a giocare e anche lui.
Il pene di Michael era libero e Robert lo toccava.
- è bollente. Maneggiare con attenzione - disse lui massaggiandolo.
Michael sentì come Robert andava lento nel usare la mano per farlo impazzire.
Robert non si perdeva una sola sua espressione. Sapeva i punti dove toccare, non voleva dare tutto subito ma far crescere lentamente il piacere in Michael che era sempre impaziente. Michael stava gemendo e lui continuò la sua opera di dargli piacere. Allontanò la mano dal suo pene con esperienza di disapprovazione di Michael e gli alzò un po' la maglia. Gli accarezzò gli addominali facendolo venire i brividi alla schiena. Quella mano calda e sapiente.
Robert gli apri la manette così da avere più accesso al suo petto. Alzò di più la maglia, anzi gliela sfilò così da accarezzare il petto con entrambe mani. Michael amava quel trattamento. Quelle carezza lente ma calde che gli davano brividi e piacere.
Robert andò a toccargli i capezzoli, sapeva che era uno dei punti preferiti di Michael.
Si abbassò per leccargliene uno con movimenti circolari dall'esterno al centro. Gli diede un colpetto di lingua per poi mordicchiarlo un po'. Fece lo stesso con l'altro. Michael amava molto i morsetti sui capezzoli. Gemeva ai suoi continui morsetti e colpetti di lingua. Era una vera goduria. Robert risalì per baciarlo appassionatamente.
Michael portò le mani alla sua divisa e adesso poteva toglierla. Robert si mise a cavalcioni su di lui.
Michael lo baciò mentre lo spogliava. Robert rimase a petto nudo e Michael glielo baciò. Fecero aderire i loro petti, si baciarono ancora. Nessuno poteva vederli, il punto era buio come la notte di un cielo oscurato dalle nuvole. Impazienti entrambi andarono a togliere i pantaloni e i jeans all'altro. Robert abbracciava Michael da dietro che lo baciava portando la testa verso la sua.
- baby, prendimi in questa posizione - disse Michael con l'altro che gli toccava il pene.
- era quello che volevo fare - disse Robert al suo orecchio.
Robert lo fece mettere un attimo piegato, Michael portò le mani alla maniglia così da permettergli di prepararlo.
Michael vide che Robert prendeva dal lubrificante dal cruscotto.
- baby, mi devi dire qualcosa? Non è che tu e Jason vi date alla pazzia gioia quando fate gli appostamenti? - chiese Michael ovviamente scherzando.
- Jason l'ha messo per le emergenze tipo questa - rispose Robert. - se qualcuno lo vede, ci prende per pervertiti -
- il nostro Jason è unico - disse Michael mentre Robert tornò da lui.
- il nostro Jason è unico - disse Michael mentre Robert tornò da lui.
Lo guardò mentre apriva il lubrificante.
- si tratta bene Jason. Ha scelto un lubrificante costoso. Tra un po' ne farà uno con il suo nome Robert rise ma sapeva che aveva ragione. Lui preparò Michael mentre l'altro si stringeva alla maniglia e gemeva. Muoveva il sedere andando incontro alle dita del suo baby. I vetri si appannarono e Michael portò una mano contro il vetro del finestrino lasciando la sua ombra. Robert afferrò di nuovo il suo pene e Michael portò l'altra mano sul vetro mentre gemeva.
- oddio, baby, sei scatenato stasera - disse Michael.
- non sai quanto - disse Robert aumentando il ritmo.
Michael gemeva tantissimo e si tratteneva a non venire. Robert si fermò per poi entrare dentro di lui in un colpo.
- siii, babyyyyyyyy!!!! Scopami duramente - disse Michael urlando.
Robert ne aveva tutta l'intenzione. Voleva dare un momento selvaggio a Michael.
- il mio cazzo ti scoperà così duramente che non potrai sederti - disse Robert con lussuria.
Michael sentiva i duri colpi che il pene di Robert gli stava dando. Sarebbe venuto all'istante.
- amo il tuo cazzo che mi sta scopando in questo modo. Anzi mi sta sfondando - disse Michael in preda al piacere.
- hai ragione, ti sta sfondando per bene - disse Robert.
Il corpo di Michael si muoveva alle spinte di Robert, i capelli si inperlarono del sudore del piacere che saliva dentro di lui. Michael pensò a quelle cavalcate selvagge che si facevano a cavallo. Amava le cavalcate da sempre ma soprattutto quelle erotiche con Robert.
Robert cambiò posizione e afferrò le gambe di Michael portandole sopra le sue spalle, lo penetrò di nuovo e più profondamente.
- baby, mi stai scavando fino alla prostata - disse Michael gemendo tanto.
Robert si spinse sempre di più e toccando più volta la prostata a Michael, lo fece venire sul suo corpo e Robert continuò a sfondarlo.
- baby, oddio - disse Michael. - mi farai venire ancora -
Robert aumentò con ferocia il ritmo. Sembrava un lupo che scopava il suo partner.
- il mio forte e bellissimo lupacchiotto - disse Michael stringendo il sedile.
Amava chiamarlo anche così in intimità. Nessuno lo sapeva. Era una cosa solo loro.
Robert gli ricordava un bellissimo lupo all'inizio solitario e poi con lui aveva trovato il suo posto e il suo branco.
Michael e Robert intrecciarono le dite durante amplesso. All'improvviso robert arrivò al limitem Michael sentì il getto caldo di Robert riempirlo, gemette tantissimo e urlò il suo nome.
Adesso aveva Robert tra le gambe con la testa sul suo petto. Sembrava un bambino per come era messo vicino al suo capezzolo.
Michael lo accarezzò la testa e la schiena. Il suo lupacchiotto baby. Fuori era tutto composto ma quando si lasciava andare, era tenerissimo.
Sentirono bussare e si spaventarono ma appena videro la faccia si rassicurarono. Era Jason ma con un sorrisetto.
- mi fa paura - disse Robert a Michael.
- ti proteggo io - disse Michael coprendo il sedere di Robert con le proprie mani.
Louis vide la scena e disse: - Jason, lasciali stare -
Matt rise e decise di andare da Mark. Il piccolo pulcino salutò lui e Kai per tornare dai suoi papà.
Matt mise in moto la macchina e fece il tragitto verso casa di Mark. Kai si stava addormentato e lui parcheggió.
Matt lo prese in braccio dolcemente e prese la busta con il cibo per Mark. Chiuse la macchina e poi andó alla porta.
Mark non aveva fame. Era solo e la casa gli sembrava così grande.
Non era mai stato un problema per lui stare solo eppure dopo che aveva conosciuto Matt tutto era cambiato.
All'improvviso sentì bussare e andò a vedere alla finestra. Non poteva crederci. Era il suo angelo e non era solo. Andò subito a aprirlo.
Mark appena lo vide lo portò a sé, facendo attenzione al piccolo e chiudendo la porta.
- mi sei mancato - disse Mark dolcemente.
- anche tu tantissimo - disse Matt guardandolo.
Si baciarono sotto gli occhi di Kai che li guardava con sorriso prima di chiudere gli occhietti.
Mark guardò il fagottino nelle braccia di Matt. Era bellissimo.
- é un vero amore. Portiamolo di sopra. Lo mettiamo sul letto e ci stendiamo anche noi disse Mark facendogli una carezza. - così starà anche a caldo. Qui fa più freddo in più devo comprare i mobili. Mi dovrai portare in quel negozio di cui mi hai parlato -
- quando vuoi tu - disse Matt sorridendo.
- vieni, saliamo su e poi se non hai mangiato, posso prendere qualcosa dal frigo - disse Mark.
- veramente ti avrei portato la cena - disse lui mostrando il sacchetto.
- mi hai portato la cena. Sei un vero tesoro - disse Mark abbracciandolo e baciandolo. - mi sento un marito che aspetta che il proprio amore torna a casa e riceva una sorpresa -
- hai detto una bellissima cosa - disse Matt con occhi lucidi.
- è quello che penso - disse Mark toccandogli il viso.
- vorrei vivere qui - disse Matt con emozione.
- anch'io lo desidero tanto - disse Mark. - vi voglio con me -
Matt non lo sapeva ma Mark aveva un piano.
' presto accadrà. Vi libererò ' pensó lui deciso. Matt appoggiò la testa sulla spalla di Mark mentre teneva Kai in braccio. Sembravano già una famiglia.
- lui ha mangiato? Posso fargli del latte? E tu? - chiese Mark premuroso.
- deve ancora mangiare e ho le cose in macchina. Neanche io ho mangiato. Avevo la cena ma è stata annullata. Infatti questo è tutto preparato da mia madre - disse Matt che se pensava a lei gli veniva una rabbia o tanta tristezza.
- la tua espressione mi dice qualcosa è andato male- disse Mark conoscendolo.
- Sono i miei genitori, con loro va sempre quasi male - disse Matt. - mi tieni Kai mentre prendo le cose in macchina -
Mark si sentì emozionato mentre Matt gli metteva Kai nelle braccia.
- è un onore tenerlo nelle braccia - disse Mark guardandolo. - è un vero gioiello -
Matt lo guardò assieme e anche lui sentiva un'immensa emozione.
- si è il mio tesoro prezioso - disse Matt da papà, baciandogli i piedini.
Mark vedeva quanto era grande all'amore di Matt per Kai.
Il piccolo sorrideva tanto.
- vado un attimo fuori - disse Matt.
Lui uscì e lasciò Mark con Kai.
- sei proprio come il tuo papà lo sai - disse lui al piccolo. - hai un sorriso splendente, sei bellissimo e dolcissimo. I tuoi occhi sono del colore del tuo papà li amo tanto -
Kai agitò le mani e sorrise tanto a Mark.
- ti voglio bene, Kai e vi proteggerò - disse lui solennemente. - a te posso dirlo. Ho un piano per salvare tutti e tre -
Matt tornò e lo vide bisbigliare.
- che stai dicendo a Kai? - chiese Matt curioso e sorridendo.
- segreti - rispose Mark con un sorrisetto.
- hai già segreti con mio figlio - disse Matt sorridendo a quella complicità.
- si, la verità è che mi sono innamorato di lui - disse Mark con molto affetto.
- non sono geloso - disse Matt dandogli un bacio. - il mio bambino è irresistibile. Tutti vogliono prenderlo in braccio -
- li capisco. Lo terrei in braccio tutto il giorno - disse Mark guardando Kai innamorato.
- si vede dallo sguardo - disse Matt.
Matt si stava mettendo a fare il latte ma Mark lo fermò.
- ci penso io - disse lui sorridendo.
Lo rimise nelle braccia di Matt, andò un attimo di sopra e tornò con un cestino di vimini. C'era un cuscino e coperte.
- Mark, sei dolcissimo - disse Matt mettendoci Kai dentro.
- prenderò una culla - disse Mark.
- orsacchiotto, sei un amore ma non c'è ne bisogno - disse Matt.
- voglio che Kai abbia tutto - disse Mark mettendosi a fare il latte. - domani pomeriggio andiamo a fare shopping. Mi dici anche tu le tue preferenze. Voglio che senti tua questa casa -
- la sento già mia. Poi io e te abbiamo gusti uguali - disse Matt coprendo Kai con la coperta.
Mark sorrise mentre scaldava il latte e Matt iniziò a mettere le cose nel forno. Avrebbero mangiato come una famiglia. Matt si sentì riscaldato da quel pensiero. Non voleva andare via.
Decise che sarebbe rimasto tanto aveva il cambio in macchina.
Kai si sentiva sereno e non gli veniva da piangere, Matt se ne accorse. Era sicuro che era per via dell'atmosfera d'amore che si respirava in quella casa.
- Mark, possiamo rimanere qui? - chiese Matt guardandolo. - a dormire intendo -
- angelo, non devi chiedermelo. Questa è anche casa tua. Puoi venire quando vuoi e anche per dormire -rispose lui avvicinandosi. - tu e Kai siete i benvenuti -
Matt lo abbracciò e poi lo baciò.
- chiamo i miei per avvisarli - disse Matt staccandosi.
- io porto Kai sopra e gli do il latte - disse Mark togliendolo dal fuoco.
- non voglio che te ne vai - disse Matt avvicinandosi. - resta -
- volevo solo lasciarti un po' di privacy - disse Mark.
- non c'è ne bisogno - rispose Matt accarezzandoli la guancia.
Mark sorrise e lo baciò per poi andare da Kai mentre Matt chiamò a casa.
- ciao, Neil. Mi passi nostro padre - disse Matt.
Mark aprì il cassetto e prese la penna.
- padre, volevo dirti che non torno a casa - disse Matt. - dormo con Kai da Jake -
- Matt, non mi sembra il caso. Dobbiamo parlare e poi non mi piace che Kai dorma in case sconosciute - disse John.
- Kai conosce Jake e poi sono io il padre. Non scordatelo - disse Matt infastidito.
Mark aveva messo a registrare.
- non mi piace che stai lì. Mamma ha detto che fai strani discorsi anche su quella coppia pervertita che allevano quel bambino - disse John.
- non è una coppia pervertita. Jason e Louis sono una bellissima coppia e amano Julian. Lo stanno crescendo con amore. Quello che manca nella nostra famiglia. Neil e Kai sono le due persone che sanno dare amore insieme a me. Voi due genitori invece non sapete cosa sia l'amore altrimenti non guidicheresti Jason, Louis, Jake Michael, Robert e tutte le persone omosessuali - disse Matt arrabbiato.
- devi tornare a casa. Jake ti influenza - disse John.
- sai sono stato uno stupido e ingenuo a pensare che tu potevi cambiare. Mi sono sbagliato. Non puoi cambiare. Sarai sempre la persona che mi ha tratta in modo orribile. Io sono stanco di autopunirmi a causa tua - disse John.
- non mi farò più del male. Io non sono sbagliato ma tu. Prima mi fai dei bei discorsi e ora ti rimangi tutto. Io non ho parole. Era meglio che non mi dicevi nulla, ci facevi più figura. Sei solo un grande ipocrita. Io ho deciso di non privarmi più di ciò che voglio o di quello che amo. Dormo fuori -
John era in silenzio.
- non parli neanche. Sai che ho ragione. A domani. Ciao -
John lo fermò.
- Matt, io... -
Matt aveva già riattaccato e Mark fermò la registrazione per rimetterla nel cassetto. Si avvicinò a Matt e lo abbracciò.
- mi dispiace tanto - disse Mark cullandolo.- non meriti di essere trattato in questo modo -
- pensavo veramente che lui voleva cambiare il nostro rapporto, aveva annullato la cena e invece - disse Matt piangendo. - erano tutte bugie -
Mark lo confortò in silenzio e pensava a una soluzione. Magari poteva stare qualche giorno lì ma c'erano degli ostacoli. Non sapeva cosa fare o dire.
Bussarono alla porta e Matt si spaventó.
Se si trattava di suo padre???
- sta tranquillo, angelo. Vado a vedere chi è - disse Mark rassicurandolo.
Mark aprì la porta e vide un uomo.
- salve, mi scusi per l'ora. Sono Larry Trainor ex proprietario - disse lui presentandosi.
- salve signor Trainor, grazie per essere venuto - disse Mark stringendoli la mano. - poteva anche venire domani. Sarà stanco del viaggio -
- sto bene- disse Larry. - e poi meglio controllare quelle tubature -
- ha ragione - disse Mark. - entri pure -
Matt era preoccupato e poi vide che Mark entrò con una persona. L'aveva già vista. Era colui che aveva turbato così tanto suo padre.
- Matt, lui è il signor Trainor - disse Mark. - è l'ex proprietario di questa casa -
- ci siamo già incontrati - disse Larry. - è il figlio di una persona che conosco molto bene -
- conoscete John Bomer? - chiese Mark sconvolto.
- si, l'ho appena detto - rispose Larry. - volevo parlarti da vicino -
- davvero? Perché? - chiese Matt confuso.
- ero curioso di parlare con te - rispose Larry guardandolo. - scoprire che tipo sei, anche se i tuoi occhi sono limpidi. Devi essere una persona veramente sincera al contrario di tuo padre -
- in che tipo di rapporto eravate? - chiese lui curioso.
- lui non ti ha detto nulla immagino - disse Larry sospirando.
- non abbiamo quel tipo di rapporto che ci confidiamo - disse Matt.
- mi dispiace. Speravo che con te suo figlio fosse sincero - disse Larry triste. - mi illudo inutilmente -
- non sei il solo. Anch'io mi sono illuso - disse Matt triste.
Mark odiava vedere come John Bomer giocava con i sentimenti della gente.
Mark vide che i due avevano bisogno di star soli. Prese il biberon e si avvicinò a Kai.
- lo porto di sopra - disse Mark a Matt.
- grazie - disse Matt dandogli un bacio sulla guancia.
- Signor Trainor, scendo dopo - disse Mark prima di prendere Kai.
Matt lo vide mentre saliva le scale con Kai in braccio.
- c'è qualcosa tra voi? - chiese Larry capendo subito.
- lui è il mio professore. Gli ho portato da mangiare- rispose Matt sentendo il forno suonare.
- sei molto premuroso con il tuo professore - disse Larry. - ma se avessi avuto tuo padre come professore anch'io non avrei resistito -
- tu amavi mio padre? - chiese Matt alle sue parole.
- si e lo amo ancora oggi nonostante tutto. Lui è e sarà per sempre l'unico amore della mia vita - rispose Larry sincero.
- e lui ti ha respinto immagino. Ti avrà fatto del male - disse Matt convinto.
- devi parlare con John. Io non posso dirti nulla, solo che lo amavo - disse Larry ritenendo giusto così.- e lo amo ancora -
- capisco il tuo discorso. Parlerò con lui e spero che sia sincero - disse Matt.
- posso abbracciarti? - chiese Larry all'improvviso.
- si - rispose Matt avvicinandosi.
Larry strinse Matt a sé. Era come se abbracciasse una di parte di John. Matt sentì in quell'abbraccio tanta tristezza. Era l'abbraccio di qualcuno che aveva perso tanto. Provò rabbia per suo padre. Larry gli sembrava una persona dolce.
Non meritava che suo padre lo trattasse come se non fosse nessuno.
- Larry, ti prometto che mio padre non la passerà liscia - disse Matt. - non può avere potere su di noi. Dobbiamo rompere la catena che ci lega a lui -
- non è così semplice - disse Larry guardandolo. - io ci ho provato a rompere quella catena ma è impossibile. È l'amore della mia vita -
Matt lo lasciò sfogare, non conoscendo la storia di Larry con suo padre.
- mi manca tantissimo. Ho cercato di farmi una vita con altre persone ma tutto andava male. Non riuscivo a lasciarmi andare completamente e ho deciso di restare da solo. Nessuno sarebbe stato come John o almeno quello che conoscevo io - disse Larry sfogandosi.
- scusami, non dovevo sfogarmi con te. Solo che non c'è la facevo più -
Matt vide Larry allontanarsi in cerca di qualcosa. Lo seguì con lo sguardo verso il bagno e lo raggiunse.
- è rotto. Funziona quello di sopra - disse Matt avvertendolo.
Larry aveva aperto il mobile degli asciugamani e c'erano i pacchetti di fazzoletti che aveva lasciato. Ne aveva preso uno.
Matt guardò Larry asciugarsi le lacrime.
- devo andarmene da qui. Non mi fa bene restare in questa città - disse Larry subito.
- mi dispiace, Larry. Sono così affranto per il tuo dolore - disse Matt sentendo tutta la sua sofferenza.
- sei un ragazzo sensibile. Lo era un po' anche lui anche se faceva il duro - disse Larry singhiozzando. - devo smetterla. Mi lasceresti da solo? -
- certo se hai bisogno, chiamami - rispose Matt prima di uscire.
Salì da Mark e vide una scena che gli scaldò il cuore: Kai stava sul petto di Mark e l'altro che lo accarezzava.
Era proprio una scena di un papà con un figlio.
- ti voglio bene, piccolo - disse Mark dandogli un bacio sulla testolina. - ti proteggerò da tutto assieme al tuo papà. Lui è un combattente -
Matt rimase sulla soglia a vedere la bellissima scena. Si sentì molto fortunato e il suo pensiero andava al povero Larry.
Lui non aveva nessuno a causa di suo padre. Non se la sentiva di mandarlo via. Ebbe un'idea.
Si avvicinò al letto e Mark lo guardò.
- piccolo, è arrivato papà - disse lui sorridendo.
Matt diede un bacio sulla testolina a Kai e un bacio a Mark sulle labbra. Si stese accanto a loro.
- mi sento così fortunato - disse Matt stringendosi a lui. -ma non tutti lo sono. Larry soffre molto.
- mi dispiace per lui - disse Mark. - mi sembra un buon uomo. Chissà cosa gli ha fatto tuo padre -
- quello in cui è più bravo: distruggere il cuore delle persone accanto a lui - disse Matt. - ma non voglio parlare di questo. Volevo chiederti se potevamo far restare Larry a cena con noi -
- hai avuto un bella idea. Di sicuro mangerà solo. Meglio che stia con noi. Cercheremo di tirargli su il morale - disse Mark portando un braccio al fianco di Matt per attirarlo più a sé.
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Amore Famiglia Fratellanza e Amicizia
FanfictionTom e Chris si incontrano nel set del primo Thor, i due iniziano un bel rapporto e uno dei due si innamorerà dell'altro. Rimarrà un amore a senso unico o sbocciera in altro? Matt e Mark si incontrano quando sono piccoli. Riusciranno a coronare il l...