capitolo 106 parte 3

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Mark uscì poi il gelato che mise nel freezer. Uno lo avrebbe messo nel fienile.
- vogliamo mostrare alla nostra scimmietta dove dormirà - disse Mark sorridendo.
- si, sono curioso anch'io - disse Matt seguendolo.
Vide che aveva una busta in mano con qualcosa ma non capiva cosa. Uscirono dalla cucina e andarono verso il bel fienile. Matt gli piaceva molto lì. Entrò dentro con Mark e vide che era grande. La scimmietta aveva tanto spazio e vide anche un congelatore. Guardò Mark mentre qualcosa lì dentro. Si avvicinò e scoprì che era il gelato al cioccolato.
- professore... -
Era senza parole.
- lo mangi quando vieni a trovare la scimmietta  - disse Mark dolce.
Mise la scimmietta per terra e lo abbracciò di slancio.
- grazie - disse Matt  piangendo e stretto a lui.
Era solo del gelato eppure Matt piangeva felice. Come si faceva a rendere infelice il proprio figlio?
Mark lo strinse più a sé. Voleva proteggerlo da tutto. Desiderava togliergli ogni dolore e donargli tanta felicità.
' che buon profumo che ha ' pensò Mark vicino alla sua pelle.
Non aveva mai sentito un profumo del genere prima di Matt. Era un profumo tutto suo. L'avrebbe voluto sentire per sempre.
- grazie veramente - disse Matt staccandosi. - per la scimmietta, per il gelato, l'invito e per esserci per me -
- mi viene così naturale - disse Mark guardandolo. - ci sarò sempre per te -
Avvicinò le mani sul suo viso e li asciugò le lacrime.
Matt sentì che quello che stava provando non era gratitudine ma bensì un sentimento più grande.
Lui sorrise e Mark ricambiò. Poi guardarono la scimmietta che si era già ambientata e si era messa su una coperta. C'erano ricamati orsi e pinguini e delle foglie.
- non aveva notato questa coperta. È veramente bellissima - disse Mark guardandola.
- si, piace anche a me - disse Matt osservando come i due animali erano rappresentati come una coppia. - chissà chi l'ha fatto?
- non ho mai incontrato il vecchio proprietario - disse Mark. - so che si chiamava Larry e voleva vendere al più presto -
- Larry? Non mi sembra di aver sentito mai parlare di un Larry qui - disse Matt. - ma forse è un vecchio cittadino che la gente evita di parlare. Spesso se qualcuno non è nella normalità della città, non si fanno scrupoli a evitarlo o a farlo scappare dalla città. Appena io avrò un po di soldi messi via, me ne vorrei andare da qui. A meno che non c'è qualcuno o qualcosa di veramente importante che mi fa rimanere -
- Se qui stai male e ti senti soffocare è giusto che te ne vada - disse Mark ma dentro era triste per la paura già di perderlo.
- Be chissà qualcuno o qualcosa disse Matt vago. - potrebbe farmi rimanere -
- questa persona sarà molto fortunata ad averti al suo fianco - disse Mark. - al suo fianco. Sei veramente speciale, Matt -
Matt avrebbe voluto che fosse Mark. Sapeva che era un suo professore ma li piaceva molto.
Il legame che aveva sentito era per questo. Voleva passare il tempo con Mark ogni giorni come stava avvenendo ora.
Matt avrebbe voluto che fosse Mark. Sapeva che era un suo professore ma li piaceva molto.
Voleva passare il tempo con lui ogni giorni come stava avvenendo ora.
- grazie, professore - disse Matt alle sue parole.
Poi si accorse dell'ora.
- devo chiamare i miei per avvisarli. Mio padre si  arrabbierà se non lo avviso che non torno a cenare - disse Matt con timore.
- Matt, tuo padre ti picchia? - chiede all'improvviso Mark dalle costanti paure di Matt.
- no. Non mi picchia ma a volte le parole sono peggio del dolore fisico - rispose Matt triste. - ti distruggono di più e mio padre lo sa fare bene -
- mi dispiace tanto per quello che ti fa passare. Tu dovresti solo preoccuparti di fare l'adolescente - disse Mark. - e qui lo puoi fare. Aspetta di vedere cosa ti preparerò -
- sono curioso di scoprire cosa cucinerai - disse Matt cambiando espressione.
Matt chiamò a casa e rispose suo padre.
- Matthew, dove sei?  Ti ho detto mille volte che devi tornare a casa dopo le lezioni - disse il padre severo. - devi studiare -
- sto studiando a casa di Jake e mi ha invitato a cenare qui  - rispose Matt come scusa.
- Jake? Non mi piace che frequenti quel ragazzo è deviato - disse il padre contrariato.
- Jake non è deviato, papà - disse Matt in difesa dell'amico. - e ceneró qui -
- ti aspetta una punizione quando tornerai a casa. Ti farò riflettere sul tuo sbagliato comportamento - lo avvertì il padre duro.
Matt non voleva pensarci. Voleva dedicarsi alla serata con Mark. Non avrebbe permesso a suo padre di rovinargli la serata anche se temeva per il ritorno a casa. Lo salutò e andò in cucina.
Sentiva un profumo mentre Mark cucinava.
- serve una mano? So tagliare, cucinare, lavare le verdure - disse Matt volendo rendersi utile.
- siediti e rilassati - disse Mark. - sei mio ospite. Se vuoi puoi mettere della musica, lo stereo non so dove ma c'è la radio -
Matt vide la radiolina e si avvicinò per accederla. Cercò una bella stazione e poi apparecchiò, vedendo la tovaglia, le posate e i bicchieri sul mobile della cucina.
- non dovevi ma grazie - disse Mark guardando il tavolo apparecchiato.
Matt li sorrise e si appoggiò al frigo mentre lo guardava. Mark pensò che era veramente sexy.
' diventerà un uomo incredibilmente meraviglioso ' pensò Mark osservandolo.
Immaginava lui tornare a casa e trovarlo nello studio con i fogli in mano mentre scriveva poesie con abiti molto sexy e li veniva incontrò per baciarlo.
Non poteva iniziare con le sue fantasie.
- professore, si è tagliato - disse Matt avvicinandosi. - la distraggo troppo? -
- come? - chiese Mark confuso.
- ho chiesto se la sto distraendo - ripete Matt in modo sexy. - mi sta mangiando con gli occhi -
- io... -
- professore, va tutto bene? - chiese Matt facendolo tornare alla realtà.
- si, sto bene - rispose Mark posando il coltello per controllare il forno.
Lo aprì e stava per prendere una cosa che aveva messo dentro ma si scottó.
Matt si avvicinò e disse:  - deve metterlo sotto l'acqua -
Lui gli aprì l'acqua e glielo mise sotto il getto. Mark lo guardava com'era premuroso. La sua vicinanza lo faceva impazzire.
- ora prendo la pomata contro le scottature che ho nello zaino - disse Matt all'improvviso, lasciando il suo dito.
Poi pensò: perché Matt aveva una pomata per le scottature nello zaino? Era strano.
- eccola qui - disse Matt tornando con il tubetto.
Mark lo vide mentre gliela metteva e spalmava.
Era veramente dolcissimo. Avrebbe voluto tenerlo lì con lui per sempre. Amava le sue mani che lo toccavano e accarezzavano. Erano così calde.
- grazie, Matt - disse Mark alle sue dolci premure.
Entrambi avevano il cuore a mille.
Si guardavano negli occhi intensamente. Erano così attratti l'uno dell'altro. Sarebbe bastato poco per baciarsi.
Entrambi si allontanarono per evitare di rovinare la serata.
- come mai hai una pomata per le scottature? Non dirmi che tuo padre... -
- non c'entra mio padre. Dopo la scuola vado in un centro per aiutare chi è in difficoltà - rispose Matt confidandogli. - ci sono persone che hanno bisogno di essere medicati-
- è veramente ammirevole - disse Matt ammirandolo. - hai un cuore d'oro -
- è l'unica cosa che riesco a fare senza che mio padre non mi da addosso - disse Matt triste. - gli conviene avere un figlio che si occupa degli altri. È un motivo di vanto. Lui non è orgoglioso di me. Scusatemi, parlo sempre di lui. Sono monotono -
- non devi scusarti. Non è colpa tua - disse Mark alle sue parole. - è lui che ti crea tristezza e a me dispiace tanto -
- non voglio rovinare la serata parlando di lui. Voglio liberarmi della sua ombra quando sono qui - disse Matt deciso.
- puoi farlo - disse Mark. - io credo in te  -
Matt sorrise e Mark si mise di nuovo a cucinare, il più giovane lo aiutò questa volta e quel momento sapeva molto di vita domestica.
Appena fu pronto, si misero a tavolo e Matt non poteva ancora crederci. Stava cenando con il suo professore e l'uomo di cui era attratto.
Gli aveva preparato di tutto. Tacos, burritos, polpette piccanti, nachos e hamburger. Tutto condito con salse.
- serviti pure - disse Mark prendendo da bere.
- posso avere un goccio di birra? - chiese Matt curioso di assaggiarla.
- certo, è perfetta con questa cena e poi meglio bere con qualcuno che provarla da solo. Un po' non fa male - rispose Mark aprendo la bottiglia.
- grazie, prof - disse Matt prendendola la bottiglia.
Mark lo vide mentre se la portò alla bocca e la assaggiò.
- ti piace? - chiese Mark guardandolo.
- molto - rispose Matt sorridendo e prendendo un altro sorso.
Era veramente sexy anche quando beveva. I semplici gesti avevano qualcosa di erotico con Matt. Sentì caldo mentre lo guardava.
- prof, tocca a lei - disse Matt porgendogli la bottiglia.
Mark la prese e la bevve sotto lo sguardo intenso di Matt.
Mark pensò che aveva toccato lo stesso punto di Matt. Era come si erano baciati. Un bacio indiretto. Lo diede a Matt e lui ne bevve ancora, pensando la stessa cosa.
Matt aprì poi l'alluminio contenente il burritos.
- ha un profumo fantastico - disse Matt sentendo tutto.  - e anche il sapore lo sarà -
Mark lo guardò mangiarlo con le mani di gusto.
- mai mangiato nulla di più buono - disse Matt leccandosi le dita sporche di salse.
La temperatura stava aumentando al gesto di Matt.
Come si stava leccando con quella lingua.
- queste polpette sono la fine del mondo. Le amo - disse Matt facendo dei versetti. Se continuava così, sarebbe dovuto correre in bagno.
Matt si pulì le mani e disse: - c'è un po' di caldo -
Mark lo osservò mentre Matt si apriva qualche bottone della camicia.
Aveva un bel collo e stava vedendo un po' del petto liscio.  Gli piaceva quella che vedeva. Immaginava di baciare il suo collo.
Mark sentì caldo anche lui.
- ti dispiace se mi apro un po' la camicia? - chiese Mark all'improvviso.
- prof, questa è casa sua. Non deve chiedermelo - rispose Matt sorpreso della domanda.
- invece devo chiedertelo. Non voglio fare nulla che ti crea disagio o fastidio- disse Mark premuroso.
- lei è molto dolce - disse Matt alle sue premure. - può farlo. Non mi crea disagio o fastidio -
Matt era desideroso di vedere il suo petto. Se lo immaginava peloso.
Mark si aprì qualche bottone con emozione e agitazione Matt guardò il suo petto e vide che era peloso come piaceva a lui.
Era veramente un sexy orsacchiotto peloso. Avrebbe voluto andare lì e aprì tutta la camicia. Sedersi sulle sue gambe e leccare il suo petto. Entrambi facevano fantasie erotiche sull'altro.
- adesso va meglio. Non trova? - chiese Matt con un sorrisetto.
Mark era rapito da quel sorrisetto.
- si, va proprio meglio - rispose Mark pendendo dalle labbra del suo studente.
- sto bene qui, prof - disse Matt con sereno.
- mi fa proprio piacere - disse Mark innamorato del suo sorriso.
- hai un bellissimo sorriso -
- grazie, prof - rispose Matt sorridendo ancora di più e pieno di emozione.
Matt avrebbe voluto prendere la sua mano.
- puoi chiamarmi Mark, se ti senti a tuo agio quando non siamo a scuola - disse Mark all'improvviso.  - sento una bella armonia tra noi -
Matt non poteva crederci. Non pensava che glielo avrebbe mai proposto.
- grazie, Mark. Mi piace questa confidenza che si è creata tra noi - disse Matt con uno sguardo così luminoso e felice.
Mark gli sorrise e sapeva che da lì in poi il loro rapporto sarebbe stato più profondo. Cenarono e scherzarono come se si conoscessero da sempre. Uscirono nel giardino dove c'era il lago e si sedettero dove c'erano gli anatroccoli. Li davano da mangiare e guardavano le stelle.
Mark parlava delle stelle e Matt lo ascoltava incantato.
- quando vedo le stelle penso che da qualche parte c'è qualcuno per me - disse Matt confidandosi. - che mi ami -
- io credo molto al destino o ai segni e tu sarai amato. Ci sarà una persona che farà di tutto per te - disse Mark guardandolo Intensamente.
' vorrei essere io ' pensò lui senza dirlo.
- vorrei che fosse come te - disse Matt appoggiandosi alla sua spalla e chiuse gli occhi.
Mark si sorprese.
Come lui? Veramente? Cosa aveva di interessante?
- Matt, potresti desiderare di meglio che una persona  come me - disse Mark all'improvviso.
Matt aprì gli occhi e lo guardò.
- perché ti svaluti? - chiese Matt avvicinandosi molto. - non capisco -
- non mi svaluto. Sono solo realista. Non sono il tipo adatto a un ragazzo come te - rispose Mark. - anche se avessi la tua stessa età. Ho già avuto delle esperienze e non è finita bene -
- erano degli stupidi. Non hanno capito il tuo valore se ti hanno lasciato - disse Matt con passione. - se fossi stato io, non ti avrei mai lasciato andare -
- è molto dolce da parte tua consolarmi - disse Mark. - sei un bravissimo ragazzo, Matt. Trovarai una persona fantastica e giusta per te -
Matt si rese conto che non voleva un'altra persona. Lui voleva Mark, il suo professore e se ne rese conto in quel momento
Quando rientrarono dentro per il freddo, Matt andò in bagno e salì al primo piano visto che l'altro era ancora da sistemare.
Lui si fermò davanti a una stanza semi aperta, era quella di Mark e facendo piano, ci entrò.
C'era uno scrittoio. A Matt  piaceva molto. Aveva sempre desiderato averne uno ma suo padre non voleva. Guardò il libro sullo scrittoio e vide che era aperto alla pagina della sua poesia.
Mark leggeva i suoi scritti????
Era incredulo. Di sotto Mark stava mettendo le cose apposto quando vide lo zaino di Matt aperto. Si avvicinò e gli diede un'occhiata senza toccarlo. C'erano tanti libri e quaderni ma uno catturò la sua attenzione. Lo prese molto incredulo. Era il suo libro di poesie. Matt l'aveva comprato. C'era anche un foglio in mezzo al libro.
' caro orsacchiotto,
Sono qui a scriverti sul letto con il tuo libro di poesie accanto a me. Non me ne separo mai. Lo portò di nascosto con me come un tesoro prezioso.
Sentì i passi nelle scale, Mark girò un attimo il foglio e trovò qualcosa che lo sconvolse tanto. Rimise tutto apposto com'era e ritornò verso il lavandino
Non riusciva a smettere di pensare al disegno fatto da Matt. Era lui. Matt lo aveva disegnato però la lettera era data anni prima.
Com'era possibile???
- prof... Cioè Mark, vorrei restare ancora ma... - disse Matt guardando l'ora.
- ma devi rientrare - disse Mark. - prendi una crostatina e poi ti accompagno a casa -
- vado a piedi. Non voglio disturbarti - disse Matt guardando Mark mettergli davanti le crostatine al fragola con vicino del gelato banana e cioccolato.: - non ti lascerò andare a piedi a quest'ora. Ho una piccola auto, ti accompagno con quella - disse Mark sedendosi. - ora gustati il tuo dolce -
 - mi stai viziando già dalla prima sera - disse Matt sedendosi. - cosa farai gli altri giorni? -
- lo stesso. Meriti di mangiare cose buone - rispose Mark prendendo un altro piatto.
- Mia madre è brava a cucinare. La domenica é l'unico giorno che fa cose diciamo meno salutari però mio padre la guarda sempre con uno sguardo di rimprovero - gli raccontò Matt.
- Anche tu sei molto bravo andreste d'accordo in cucina -
Matt immaginava sua madre e Mark
in cucina assieme a preparare pranzi meravigliosi.
- è un bellissimo complimento. Mi piacerebbe conoscerla - disse Mark incuriosito di incontrarla.
- ti adorerà e ti riempirà il piatto - disse Matt conoscendola. - magari un giorno che non c'è mio padre -
- quando vuoi - disse lui sorridendogli.
Mangiarono il dolce, Matt andò a salutare la scimmietta e poi entrarono nell'auto. Matt lo fece fermare una stradina prima di arrivare a casa.
- grazie per la bella serata - disse Matt guardandolo e cercando di sganciare la cintura.
Si era bloccata e Mark lo aiutò a tirare su. Erano vicinissimi da sentire il respiro dell'altro. Si guardarono così profondamente e appoggiarono la mano alla gamba dell'altro accidentalmente. Arrossirono ma non riuscivano a staccare la mano. Quel gesto provocò calore ad entrambi. Continuarono a guardarsi senza parlare. Immaginavano entrambi di accarezzarsi senza distogliere lo sguardo e portare la mano sopra il pene avvolto dalla stoffa mentre si tuffavano nella bocca dell'altra con passione. Lo volevano tanto da eccitarsi.
Fu il rumore di un cavallo che li riportò alla realtà e allontanare la mano dell'altro.
- grazie per tutto - disse Matt arrossendo.
- e tu della compagnia - disse Mark altrettanto rosso.
- buonanotte, Mark - disse lui prima di aprire lo sportello.
- buonanotte anche a te, Matt - disse Mark vedendolo uscire. - a domani -
- a domani - disse Matt appoggiato al finestrino.
Mark vide che gli era caduto un foglio ma prima che potesse chiamarlo, Matt era già lontano.
Mark guardò che era un foglio di iscrizione a un concorso di poesie.
Matt voleva partecipare. C'erano i suoi dati ma aveva bisogno di una firma di un genitore o un insegnante. Era perfetto. Poteva firmarla lui e così Matt avrebbe potuto partecipare.
- Sono quasi le undici. Avresti dovuto tornare a casa prima - disse il padre arrabbiato. - ti educato bene e voglio che mi ubbidisci sempre -
- sono in orario - disse Matt vedendo l'orologio segnare le 22:30. - mamma ha detto.... -
- non devi star a sentire a tua madre - disse il padre fuori di sé. - voglio che torni a casa dopo la scuola o che per ora di cena sei qui. Non voglio che vai a casa di quello là -
- sembra di stare in carcere - disse Matt a quelle richieste. - o forse si sta meglio lì lontano da te -
John gli diede uno schiaffo.
- non mi piace il tono che usi - disse John furioso. - vedi di darti una regalata. Non accetterò che mi manchi di rispetto -
- scusami, papà. Hai ragione. Non dovevo parlarti così. Mi dispiace. Andrò in camera mia e mi puniró da solo - disse Matt succube.
- ecco va meglio. Si punisciti da solo - disse John concordando. - io sarò fuori la porta - E ricordarti di dire le tue preghiere. Scommetto che a cena da quello li non le hai dette prima di cenare. Domani ti accompagno a confessarti -
- si papà - disse lui soffrendo dentro.
Salì le scale e si denudò per poi entrare nella vasca che aveva riempita di tanto ghiaccio.
John era soddisfatto che Matt voleva controllarsi. Quando Matt uscì dalla vasca, aveva tanto freddo e sua madre si avvicinò a lui per avvolgerlo con una coperta.
- Matt, non devi punirti così - disse lei abbracciandolo.
- mamma, io voglio che papà mi ama - disse Matt come un bambino. - ma non accadrà mai. Sono solo un difettoso per lui -
- bambino mio - disse sua madre triste vedendolo così.
- vorrei restare solo, mamma - disse Matt all'improvviso.
- vederti così mi spezza il cuore - disse sua madre accarezzandogli il viso.
- mamma ti prego, lasciami solo - disse Matt scostando il viso.
Sua madre non faceva nulla per aiutarlo in modo concreto. Le voleva bene ma anche lei contribuiva a renderlo infelice.
Sua madre annuì e uscì da lì. Matt prese un righello e se lo dava sulle mani.
Non doveva avere pulsioni gay. Continuò a punirsi per una mezz'ora e poi si inginocchiò di fronte al letto per dire le preghiere.
- sarò forte. Non cederò a queste pulsioni di nuovo - disse Matt deciso.
John non sapeva di che pulsioni parlava ma li piaceva che Matt era deciso a controllarsi.
Mark intanto controllava la scimmietta e la portò con sé in casa. C'era freddo nel fienile. Non poteva lasciarla lì così se la portò in casa e nella sua stanza da letto.
Si preparó per la notte e la mise accanto a sé. Sentiva un malessere mai provato prima vedeva anche la scimmietta agitata. Provò confortarla ma lei era veramente preoccupata.
Era Matt. Sentiva che non stava bene, avrebbe voluto raggiungerlo ma non poteva quindi avrebbe passato la notte male e a preoccuparsi per lui.
Il giorno dopo, Mark si svegliò e si preparò. Portò in cucina la scimmietta e le diede il latte nel biberon assieme a un po' di banana. Lei li piaceva come lui la trattava. Mark si versò il caffè con macchinetta italiana e prese una crostatina. Portò la scimmietta nel fienile e disse: - piccola, devo andare a lavoro adesso. Ti lascio il biberon e i pezzi di banana -
La scimmietta capiva e li diede un bacino sul viso per poi mettersi sulla morbida coperta.
Mark la salutò e uscì di casa. Camminò a piedi, non si fidava dei suoi riflessi e vide l'autobus. Ci salì sopra e c'erano tanti ragazzi della scuola oltre altre persone. Intravide Matt da lontano, si era messo in piedi per aver fatto sedere a una vecchietta. Aveva un cuore d'oro e conversava con lei.
Mark decise di avvicinarsi, non fu facile arrivare da lui perché era tutto così affollato e la gente non faceva passare.
- buongiorno, Matt - lo salutò Mark mettendosi a fianco a lui.
- buongiorno, prof- disse Matt sorpreso di vederlo. - niente bici oggi? -
- ho preferito andare a piedi e usare i mezzi pubblici - rispose Mark ritrovando Matt addosso.
La gente spingeva e lui era petto contro petto con Matt.
- non mi piace stare schiacciato come una sardina - disse Matt cercando di allontanarsi.
Si era confessato stamattina e aveva seguito la messa insieme a suo padre.
- neanche a me ma non possiamo farci nulla - disse Mark guardandolo.
Matt non c'è la fece e alla fermata non distante dalla scuola, scese e Mark lo seguì.
- va tutto bene? - chiese Mark una volta soli premuroso.
- sto bene grazie - rispose Matt educato e distaccato.
- Matt, se hai avuto problemi a casa... Puoi dirmelo - disse Mark avvicinandosi.
- professore, non è successo nulla. Vada a scuola e non si preoccupi per me - disse Matt mettendo distanza tra loro.
Che cos'era successo?
Matt era diverso. Mark lo guardò attentamente e vide le mani. Sconvolto notò i segni.
Lui gliele prese e chiese: chi te li ha fatti? Tuo padre?
- no, lui non lo farebbe mai - rispose Matt difendendolo anche.
Mark non poteva capacitarsi di una cosa simile.
Doveva essere successo qualcosa.
- Matt, ieri mi hai raccontato... -
- ho esagerato. Mio padre mi dice le cose perché mi vuole bene - disse Matt interrompendolo. - io non dovevo mangiare e bere quelle cose. Ho sbagliato -
Ora n'era convinto John o qualcun altro avevano fatto il lavaggio del cervello a Matt.
- Matthew, non dovresti entrare in classe? - chiese un uomo avvicinandosi.
- padre Blackwood, stavo entrando - rispose Matt ubbidiente. - professore Ruffalo, lui è padre Blackwood il prete della nostra chiesa
- il nuovo professore. Vi do il benvenuto nella nostra città e vi aspetto domenica per messa - disse il prete allungando la mano.
Mark la prese e sentì una brutta sensazione.
- la ringrazio ma ho un'idea di fede tutta mia. Non vado in chiesa - disse Mark sincero. - Dio è ovunque -
- ora capisco - disse padre Blackwood mettendo una mano sul fianco di Matt trattenendo la mano più del dovuto e accarezzandolo. - Matthew, vai a scuola. Devo parlare con il tuo professore -
A Mark non piaceva quel gesto. Non era da prete.
Era la prima volta che padre Blackwood lo accarezzava così ma Matt pensò a un gesto di affetto perché lo conosceva da quando era nato. Non li avrebbe mai fatto nulla di male.
Poi lui lo salutò e si allontanò.
- di solito non dico nulla delle confessioni che mi fanno ma lei ha fatto bere Matt e mangiare cose che non poteva. Lei dovrebbe dare il buon esempio. Non istigare al peccato o a disubbidire i genitori - disse lui severo. - ma il fatto che non va a messa la dice lunga -
- Non dovrebbe assolutamente dire le confessioni. Ha fatto un giuramento - disse Mark. - un uomo di chiesa non lo farebbe mai -
- mi sorprendo che lo sappia visto che non è praticante - disse il prete. - comunque stia lontano da Matthew. Non ha bisogno di una persona come lei che lo fa trasgredire -
- non ho fatto nulla di male. Matt è solo un ragazzo che ha bisogno di vivere come tutti senza privazioni - disse Mark a tono.
-  e lei pensa di avere il compito di guidare Matthew ma si sbaglia - disse il prete. - quel posto è mio. Non voglio più sentire da lui che lo fa bere birra o che si avvicina a lui fuori dall'orario scolastico. Lei deve essere un insegnante -
- gli insegnanti guidano i ragazzi anche dopo l'orario scolastico. È nostro compito quanto il vostro - disse Mark deciso.
- le consiglio di non farmi arrabbiare, signor Ruffalo - disse il prete con tono di minaccia. - e adesso mi scusi, le mie pecorelle smarrite mi attendono -
Quell'uomo era lupo vestito da pecora per ingannare gli altri ma non lui. Capiva che c'era qualcosa di strano e di marcio.
Mark entrò a scuola e si scontrò  con una donna.
- mi scusi, non l'avevo vista - disse Mark scusandosi.
- non si preoccupi. Non vedevo neanche io dove andavo. Sono Eva Demon - disse lei raccogliendo i libri aiutata da Mark. - professoressa di religione -
- Demon? Come Claudius Demon? - chiese Mark subito.
- si, è mio cugino - rispose lei. - ma siamo così diversi. Non condivido quello che lui fa o dice. Io ho provato ad aiutarlo -
- mi dispiace tanto per lei e tutta la famiglia. Ho avuto modo di vedere com'è Claudius e lo messo in detenzione - disse Mark.
- ha fatto bene - disse lei sorridendo.
- ora vedo andare a fare lezione ma in pausa mi piacerebbe parlare con lei. Magari pranziamo insieme -
- mi farebbe piacere - rispose Mark al suo invito.
Matt li guardava da lontano e ne fu geloso.
Jake arrivò e disse: -  il prof fa conquiste -
- stanno solo parlando - disse Matt con tono geloso.
- qualcuno è geloso - disse Jake diretto.
- non sono geloso e neanche gay - disse Matt in modo scontroso.
- ti ha morso una tarantola? - chiese Jake perplesso.
- no ma non mi piacciono le insinuazioni - rispose Matt.
- Matt, ma che ti prende? - chiese Jake poi notando le mano. - cosa ti sei fatto? -
- Ho sbattuto - rispose Matt mentendo.
- Matt, non sono uno qualunque a cui puoi raccontare queste scuse. Dimmi che è successo - disse Jake prendendoli la mano delicatamente.
- te lo dico dopo - disse Matt allontanando la mano. - dobbiamo entrare in classe e non voglio essere rimproverato -
- ho capito, è stato tuo padre - disse Jake a quelle ultime parole.
- no, Jake. Non è stato lui - rispose Matt prima di prendere i libri.
Jake fu fermato da un professore mentre lui si allontanò.
Non doveva disubbidire a suo padre e lo doveva ascoltare. Forse era meglio uscire con i compagni di scuola, non di certo Claudius. Si avvicinò dei compagni che andavano anche in chiesa.
- ciao, cosa fate domani? - chiese Matt all'improvviso.
Tutti si sorpresero che Matt lo stava chiedendo.
- pensavano di riunirci a casa di uno di noi e fare giochi di tavola - rispose un suo compagno. - puoi unirti a noi se vuoi -
- giochi di tavola li adoro. Grazie dell'invito e potremo farla da me - disse Matt disponibile. - devo chiedere ai miei ma diranno di si -
Voleva dimostrare a suo padre che poteva essere un figlio che voleva lui. Tutti erano entusiasti e li piaceva quell'idea.
- domani mattina vi farò sapere -
Jake entrò in quel momento.
- di che festa si sta parlando? - chiese Jake a Matt.
- nessuna festa. Solo una serata di giochi di tavola a casa mia - rispose Matt. - puoi venire se ti va. Saremo tutti i ragazzi della chiesa -
- non amo molto i giochi da tavola ma per te lo farò - disse Jake abbracciandolo.
- ti voglio bene - disse Matt ricambiando.
- buongiorno - disse una voce familiare.
Matt si girò e vide padre Blackwood.
- che ci fa qui? -  chiese Jake a Matt.
- non lo so - rispose Matt confuso.
- la signorina Demon è dovuta andare a casa. La sostituró io - disse padre Blackwood. - mettete i banchi alla parete e formiamo un cerchio con le sedie così preghiamo tutti insieme e parleremo di peccati -
- e chi non vuole pregare? - chiese Jake all'improvviso.
- mi immaginavo una sua domanda. Non a caso lei pecca tutti i giorni - rispose il prete avvicinandosi. - le farà bene questa lezione -
- essere gay non è un peccato. Per Dio non siamo diversi. Non credo a quello che si dice nel levitico ' se un uomo giace con un maschio come fa con una donna, hanno commesso tutti e due un abominio: saranno messi a morte entrambi. Il loro  sangue ricadrà su di loro ' - disse Jake informato. - sono un mucchio di stronzate. Il vero abominio è un prete che abusa dei ragazzini. Quello si che è peccato e merita la morte -
- concordo con te sulla questione dei preti pedofili - disse padre Blackwood. - è una radice marcia che stiamo cercando di estirpare -
- eppure ci sono molti bambini che subiscono abusi - disse Jake. - spesso la Chiesa copre questi preti -
- nella mia chiesa no - disse il prete. - e sono terribilmente addolorato e infuriato quando accadde questo. Dobbiamo proteggere i bambini -
Matt ammirava padre Blackwood per come parlava.
- vorrei aiutare - disse Matt facendosi avanti.
- Matthew, la chiesa ha proprio bisogno di ragazzi come te - disse il prete sorridendoli.
Matt rispose al suo sorrise. Poi tutti sistemarono i banchi e le sedie come aveva detto padre Blackwood. Tutti si sedettero e lui guardò Jake per vedere cosa faceva. Matt fece segno all'amico e Jake guardava a sua volta il prete.
Intanto Mark stava aiutando Eva. Non avendo ancora l'ora di lezione, le dava una mano a caricare delle cose in macchina che doveva portare a casa.
Matt guardò dalla finestra per un attimo, si affacciava sul parcheggio e vide Mark con Eva alla macchina di lei.
A Mark piaceva Eva??
' che ti pensavi? Non è successo nulla di speciale ieri sera. Non ti vuole nessuno. Sei un abominio ' disse una vicino nella sua testa.
- padre Blackwood, potrei andare in bagno?- chiese Matt trattenendo le lacrime.
- va pure, Matthew - rispose il prete.
Matt uscì di là e andato in bagno. Si chiuse in un cunicolo e pianse.
- sei qui, Matthew? - chiese la voce di Blackwood. - va tutto bene? -
Matt aprì il cunicolo e uscì fuori.
- Matthew... -
Matt si abbandonò a lui.
- mi aiuti, padre. Voglio smettere di provare dolore e disgusto per me stesso - disse Matt in lacrime.
Padre Blackwood lo strinse a lui e disse: - ti aiuterò, Matthew. Starai bene -
- grazie, padre - disse Matt appoggiando la testa contro di lui.
Padre Blackwood lo stringeva così calorosamente, accarezzandoli i capelli e la schiena. Matt non vedeva malizia in ciò. Era un prete che lo stava consolando.
- sei così puro, Matthew - disse padre Blackwood continuando le carezze.
In quel momento entrò Mark e vide la scena.
- cosa li state facendo? - chiese lui con sguardo serio.
Matt lo guardò e rispose: - padre Blackwood mi sta consolando. Ho avuto un crollo -
- quello non è consolare - disse Mark a Matt. - tu sei così puro, Matt. Non ti rendi conto che... -
- di cosa? Pensavate che mi stavo approfittando di lui? - chiese il prete.
- pensare questo? padre Blackwood non lo farebbe mai. Mi ha visto nascere e crescere. Poi non è il tipo - disse Matt difendendo il prete.
Blackwood godeva dentro di lui.  Matthew era ormai suo.
- Matt, io... -
- non dite una sola parola contro padre Blackwood - disse Matt deciso. - dovrebbe scusarvi con lui -
- Matthew, tranquillo. Non c'è ne bisogno - disse padre Blackwood recitando la parte.
- Ma la sta accusando ingiustamente - disse Matt. - dovrebbe infastidirla -
- il professore non mi conosce come te - disse padre Blackwood. -  Il resto non importa quello che dice. Io so che non ho fatto nulla -
- Certo, padre. Ora torno in classe. Grazie per avermi confortato - disse Matt con un tono confidenziale mentre usò un tono di distacco con Mark. - arrivederci professore -
Mark avrebbe voluto fermarlo ma decise di parlargli più tardi.

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