capitolo 79

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Salve a tutti,

Eccoci con un nuovo capitolo.

Io e @Gasta81 vogliamo dedicare il capitolo a @Tallutina.
Goditelo tutto tesoro.

Un bacio.

Nei giardini di Versailles, la dama Emilia Clarke stava passeggiando e cercava di star lontano dai suoi genitori che la volevano già sposata con figli. Lei non voleva sposarsi con uno sconosciuto. Voleva conoscere l'amore e la vera passione.
I

n più voleva vedere il mondo ma i suoi non glielo permettevano. Dicevano che era disdicevole che una donna nubile andasse in giro da sola. Potevano nascere pettegolezzi e scandali non veri.
Lei era stufa di tutti quei divieti. Voleva sentirsi libera. Quei vestiti le toglievano spesso il fiato. Non ne poteva più. Si sedette sul bordo della fontana.
Avrebbe voluto togliersi i vestiti e fare il bagno proprio lì nella fontana. Ma non poteva. Era triste.
Non sapeva che qualcuno la osservava. Jason Momoa era un aborigeno hawaiano. Era stato rapito e picchiato dai francesi quando si trovava in Australia. Era arrivato lì con la sua zattera in cerca di una compagnia e aveva fatto amicizia con Chris. Era rimasto lì in attesa della sua sposa. Invece era stato catturato e umiliato. Gli avevano messo catene al collo, alle braccia e alle gambe per non farlo muovere, visto la sua forza. Era stato liberato un uomo che sembrava gentile di nome Matt.
Adesso guardava quella bellissima donna. La vide triste e decise di fare qualcosa. All'improvviso Emilia vide un fiore bellissimo davanti a lei e si girò per vedere chi glielo stava donando.
Si trovò un uomo che gli ricordava un possente e magnifico dio del mare. Era nudo con solo gonnellino. Il suo aspetta poteva spaventare ma i suoi occhi erano gentili come il gesto del fiore
.
- grazie - disse Emilia con il fiore in mano. - è bellissimo -
Lui la vide sorridere e sorrise a sua volta nonostante non aveva capito la sua lingua.
Emilia si rese conto delle ferite sul suo corpo. Gli portò una mano contro il petto dove aveva un taglio.
- siete ferito - disse Emilia preoccupata. - venire con me. Me ne occuperò -
Jason vide la mano di lei che si tese verso di lui e capì che voleva che lo seguise. Jason la prese e lei lo portò dentro al palazzo.
Emilia non aveva mai portato un uomo in camera sua ma quello non era uno qualsiasi. Sentiva un magnetismo verso di lui. Non le era mai successo con nessuno. Jason si sedette dove Emilia lo portò. Lei preparó una bacinella d'acqua, un ungento e prese un asciugamano.
Lei raggiunse il letto e iniziò prima lavó il suo petto sporco con l'asciugamano. Era così delicata e Jason la guardava. Poi gli passò l'unguento dolcemente. Jason sentiva che lei era la sua sposa.
- cosa c'è? - chiese Emilia al suo sguardo.
Lui prese la sua mano e la portò al suo cuore.
Jason disse qualcosa che lei non capì ma sentiva il suo cuore battere. Emilia sentì qualcosa nell'aria, guardava l'altro negli occhi e non si era sentiva così. Era a suo agio con lui. La sua nudità non la sconvolgeva.
Emilia stava per parlare quando le porte si aprirono.
I suoi genitori entrarono.
- Emilia, cosa fai con questo selvaggio in camera? - chiese il madre scandalizzata. - e su un letto -
- non ti ho cresciuto per farti far la sgualdrina di un essere inferiore - disse il padre freddo.
- non stavo facendo nulla di male. Lo stavo solo medicando e lui non è un essere inferiore - disse lei alzandosi.
- ci sono le domestiche per questo e poi portarlo qui, chissà la gente che penserà. Vuoi rovinarti la reputazione per cosa? Per voler essere diversa dalle altre - disse la madre.
- non è il comportamento adatto a una dama. Nessuno vorrà sposare una che è stata con un schiavo - disse il padre. - non ti permetto di buttare via anni di duro lavoro. Tu sposerai qualcuno che conta in questa società e non accetterò che tu metta a mondo dei bastardi -
Jason non capiva le parole ma vedeva che stavano insultato la sua sposa. Non ci vede più e all'improvviso afferrò l'uomo dalla gola.
' non osare insultare la mia sposa. Chiedile scusa ' disse Jason nella sua lingua.
La madre di Emilia urlò.
Emilia si avvicinò a lui e gli accarezzò il braccio.
- non sporcati le mani per lui - disse lei continuando la carezza.
Jason la guardò e lesse dentro i suoi occhi. Pian piano Jason lasciò la prese e Emilia vide il padre tossi soccorso da sua madre. Si voltò verso Jason e portò la mano al suo viso.
Lo rassicuró con le carezze e poi si strinse a lui. Jason avvolse la sua sposa. I genitori di lei guardarono la scena con disgusto e uscirono fuori. Il padre di Emilia andò dalle guardia per avvertire che era stato aggredito da un selvaggio che si stava approffitando di sua figlia.
Intanto Tom e Chris fecero ritornó a Versailles mentre gli altri erano rimasti.
Tom vedeva Chris inquieto. Si mise accanto a lui e gli prese la mano. Chris sospirò e Tom voleva sapere qualcosa per calmare il cuore di Chris ma non sapeva in che modo.
Chris fece segno che voleva uscire e Tom lo portò fuori dalla stanza. All'improvviso Tom vide Emilia con un uomo nel corridoio. Chris lo guardò e disse: - amico -
Tom lo guardò mentre si allontanava da lui per correre l'uomo.
Jason si girò alla parola amico e vide Chris. Anche lui corse verso l'altro e si abbracciarono.
- Jason, amico, non pensavo di rivederti - disse Chris. - mi sei mancato -
- anche tu, Chris - disse Jason.
Tom e Emilia guardarono quella riunione di due amici.
- volevo cercarti ma non sapevo dove. Questo posto è diverso dall'Australia o da casa tua- disse Chris. - per fortuna che ho Tom -
Jason guardò verso l'uomo alle spalle di Chris.
- ti tratta bene? - chiese Jason preoccupato.
- si, lui mi ha sempre aiutato e difeso. Si prende cura di me e Indie Rose. Ci si può fidare di lui. Il mio Tom è meraviglioso - rispose Chris.
- anche io ho una persona che si prende cura di me - disse Jason guardando Emilia che li sorrideva. - l'ho trovata. È lei -
- la tua sposa è molto bella - rispose Chris. - riesci a parlare con lei? -
- comunichiamo con gesti e sguardi - rispose Jason. - è dolce e forte -
- sembra fatta per te - disse Chris sorridendo.
Tom e Emilia si avvicinarono all'altro.
- Emilia, come state? - chiese Tom.
- molto bene a parte i miei genitori - rispose lei.- ma oggi non voglio pensare a loro -
Tom si accorse di come Emilia guardava l'amico di Chris e sorrideva. Non l'aveva mai vista con quella luce.
- voi come state? È un po' che non parliamo -
- io sto anche bene. Ho trovato nuovo motivi per essere felice - rispose Tom guardando Chris.
Emilia notò quello sguardo innamorato.
- ne sono felice - disse Emilia sorridendo. - dobbiamo seguire sempre il nostro cuore -
- sono pienamente d'accordo - disse Tom. - quando si trova la felicità, si deve lottare sempre per ottenerla -
Mark camminava per il villaggio con Kit e Keen. Arrivarono di fronte a una cioccolateria.
- papà, ci entriamo? - chiese Keen goloso.
- si - rispose Mark altrettanto goloso.
Appena ci entrò, Mark vide Matt che pagava. Aveva un pacchetto tra le mani.
- salve - disse Mark avanzando verso il bancone.
- benvenuto - disse Michael con un sorriso.
Matt si girò e vide il suo orsacchiotto. Li sorrise e poi si accorse di Kit. Era con un ragazzino. Guardò Mark e capì che era il figlio. Kit gli aveva parlato di qualcuno che li piaceva. Era proprio piccolo il mondo. Vedeva come si guardavano i due. Erano così carini. Li guardava mentre erano a scegliere qualche dolce, vide anche una mano di Kit toccare quella di Keen. I primi amori.
Matt si avvicinò a Mark e l'altro era un po' nervoso per la presenza di Keen.
- Mark,non pensavo di vederti così presto - disse lui raggiante.
- sono venuto con mio figlio - disse Mark. - per mangiare qualcosa insieme e Keen ha invitato anche tuo figlio -
Matt sentiva l'agitazione di Mark e si avvicinò.
- cosa posso prendere? Che mi consigli? - chiese Mark andando al bancone.
Matt capiva l'agitazione ma faceva male che Mark si allontanava da lui. Mark si morse il labbro e guardò Matt. Non voleva mettere distanza tra loro ma doveva parlare con Sunrise.
Michael sentì la tensione tra loro e sapeva cosa fare. Tornò con due coppe di gelato e c'era nel cioccolato fuso sopra.
- provate questo - disse Michael sorridendo.
Mark e Matt si guardarono le presero per sedersi sul tavolino. Non smisero un attimo di guardarsi mentre mangiavano il gelato.
- Matt, io mi scuso per prima. Ti ho ferito - disse Mark dispiaciuto, rompendo il silenzio. - non avrei dovuto allontanarmi. Scusami... Ero agitato... io devo parlare con Sunrise. Devo dirle tutto quello che é successo -
Matt si sentì in colpa per aver fatto tradire la moglie a Mark.
Che razza di persona era? L'aveva sedotto con la sua tunica trasparente. Aveva sempre detestato chi tradiva e ora era una di quelle persone, aveva trascinato Mark con sé nel peccato.
- scusami, Mark. Non avrei dovuto. Io sono un gran peccatore - disse Matt vergognandosi.
- tu un peccatore? No, angelo. Non lo sei - disse Mark cercando di prendere la sua mano.
Matt sfuggì da essa.
- non sono angelo. Un angelo non farebbe certe cose - disse Matt alzandosi. - scusami, Mark. È meglio che vado -
Mark si alzò e si stava avvicinando a lui ma Matt si allontanò. Non poteva costrigerlo a restare. Doveva lasciarlo calmare e avrebbero parlato quando sarebbe stato lucido.
- ti chiedo solo un favore, puoi portare Kit a casa quando ha finito. Non voglio rovinargli il momento - disse Matt.
Vedeva suo figlio troppo felice per portarlo con lui adesso. Mark guardò Keen e Kit. Sembravano più una coppia che amici.
Kit stava imboccando un cioccolatino nella bocca di Keen.
- non ci sono problemi - disse Mark. - ma Matt, non farti nulla. Ti prego -
- non ho intenzione di non ferirmi- disse Matt rassicurandolo.
Neanche frustiguandosi per anni, avrebbe espiato quel peccato.
Mark aveva il terrore che avrebbe fatto qualcos'altro.
Matt salutò Kit e uscì fuori. Tornò a Versailles dopo si unì in preghiera con la regina e altre praticanti. Le parole della regina sull'adulterio lo spinsero a tornare in camera e prese una lama. Era un peccatore. Aveva fatto tradire un uomo sposato.
Aveva giaciuto con lui, aveva fatto cose peccaminose e sentiva la voce della regina che lo spingeva a purificarsi. Stava per farlo quando bussarono alla porta. Lasciò andare la lama e andò a vedere. Aprì la porta. Era il prete.

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