Le sfiora il collo con una mano, spostando i lunghi capelli color miele, dietro, cadenti lungo la schiena. la lascia scivolare giù, lungo i fianchi stringendoli in una morsa, quando lei gli mette le braccia al collo, portandoselo più vicino. continua a scontrare il suo bacino con quello di Elena, quando la bacia cercando subito contatto con la sua lingua. trasforma in poco tempo quel bacio in qualcosa di più e tira fuori dalla gonna stretta a vita alta, la camicia di Elena. afferra i bottoni, deciso a sbottonarli uno ad uno, mentre Elena stringe i suoi capelli in un pugno, gemendo sulle sue labbra. ma davanti alla sua voce, perde l'ultimo briciolo di pazienza. la apre prepotentemente, facendone saltare alcuni per la sala comune. Elena interrompe il bacio, guardando i bottoni rotolare via, ma Ciro invece la guarda ansimando, posandole una mano sul viso, per farla voltare di nuovo verso di lui.
-cre?- ansima sulle sue labbra e ride insieme a lei.
- così ci scoprono - la zittisce, muovendo di nuovo le labbra sulle sue, fino a farle scivolare lungo il collo. si aggrappa ai suoi fianchi, quando Elena gli concede maggior spazio, alzando la testa e si gode la sensazione delle sue mani piccole che passano sulle sue spalle, finendo poi ad accarezzargli le braccia. non capisce quando lei si allontana dalle sue labbra, ma poi la aiuta, quando la vede afferrare i lembi della sua maglietta, cercando di levarla. alza le braccia, agevolandole i gesti e si lascia togliere la maglietta bianca, lasciata, cadere poi per terra. lascia scivolare anche la sua camicia dalle braccia, gettandola per terra e la afferra per le spalle, facendola voltare, per premere il suo petto contro la sua schiena. inspira forte, godendosi il suo profumo e posa le labbra di nuovo nell'incavo del suo collo, tracciando una lenta scia di baci e saliva. la sua eccitazione cresce sempre più, quando posa le dita sul gancetto del reggiseno e lo sgancia, lasciandolo scivolare via. sposta entrambe le mani sulla sua terza, quando Elena lascia cadere la tesa nell'incavo del suo collo, stringendosi maggiormente a lui. ma poi lo sorprende, quando si volta baciandolo, lasciando scivolare le mani dal suo petto, fino all'elastico della tuta. si lascia sfuggire un'ansimo, mentre le afferra il volto fra le mani, approfondendo il bacio. si sente impazzire, quando sente la sua mano entrare dentro la tuta Adidas e sfiorare i boxer con le dita. spinge in avanti il bacino, mentre afferra i suoi capelli in un pugno e le volta la testa di lato, scontrandosi con la sua lingua ancora. si allontana lentamente, tirando fuori la mano e afferrando la sua, intimandogli di seguirlo verso i divani.ma lui con un balzo la riporta a sè, spingendola contro il pianoforte. la afferra in braccio, facendola sedere sullo strumento e si mette in mezzo alle sue gambe, afferrandole entrambe le gambe. punta lo sguardo contro quello di Elena, quando inizia ad abbassarsi lentamente fra le sue gambe, sfiorando con le dita il tessuto delle sue mutandine. impazzisce quando le sue dita subito si bagnano di Elena e ritorna su di lei, costringendola a stendersi, facendogli peso col proprio corpo, mantenendo la mano sinistra in mezzo a lei, continuando la sua tortura.
Elena ansima, con la fronte contro la sua, iniziando a dimenarsi insieme alle dita di Ciro.
- rimm chill ca vuò, Nennè - scandisce le parole sulle sue labbra, prima di baciarla.- Sveglia! chi dorme non piglia pesci!- Ciro sbatte velocemente le palpebre e il mare fuori dalla sua finestra di cella, lo sveglia come ogni giorno. - We, buongiorno -
Lino fa il suo ingresso in cella, andando verso Edoardo. Ciro si tira subito il lenzuolo addosso, coprendo l'unico frutto, che ha dato quel sogno.
- dai Edoà, non abbiamo tutto il giorno!- lo smuove, facendolo imprecare.
- e ja Lì, song ancor l'ott e'matin - si lamenta, dandogli le spalle.
- e pensa ca simm pur in ritard, Elena vi aspetta giù per andare in sale comune -
Davanti a quel nome, Ciro attizza le orecchie: ah si? Non ha mai amato come adesso, andare a fare le stupide attività di questo stupido carcere.
- Dai, vi aspetto in corridoio - Lino li lascia soli e Ciro si tira giù dal letto a castello, andando a respirare quella poca aria di mare che entra dalla sua finestra. Da subito fuoco alla sua sigaretta mattutina, mentre ripensa a quello che stava sognando: se fosse davvero così, potrebbe pure innamorarsi di una come lei. Ha sempre pensato al lato estetico come una cosa non importante, ma che serve e Elena su quello, le batteva tutte quelle che si era portato già a letto. Forse per questo era arrivato anche a sognarla così, in quel modo, sua su un pianoforte, assurdo.
- cre? Già di prima mattina tieni pensieri brutti?- Edoardo si infila la maglietta, tirandosi indietro i capelli, guardando l'amico.
- No Edoà - gli risponde secco. l'amico lascia perdere, capendo già che non riuscirà a farlo parlare, tantomeno di mattina. getta la sigaretta e va nel suo armadietto prendendo i vestiti, il deodorante e la sua colonia e entra dentro il bagno, insieme ad Edoardo che si sta già sistemando i capelli, indossando solo la tuta fino al ginocchio, a petto nudo, verso lo specchio. Ciro si mette la tuta che ha preso poco prima, affiancandosi ad Edoardo per prendere anche lui l'acqua. Teneva tanto a questa testa pazza, avevano condiviso fin troppo qui e fuori, Edoardo è il compagno perfetto per prendersi tutta Napoli.
- stav penzann a psicologa, prima?- domanda, infilandosi la maglia nera. - agg vist comm a uard - ride l'amico, cogliendolo con le mani nel sacco.
- mh, e mó?-
- e ja Cirù, statt nu poc tranquill, ij fazz fint e'nient, o'saij- si spiega subito Edoardo, mentre lui si infila la maglia nera Versace, pronto a uscire.
- brav - sorride, superandolo ed esce subito fuori, trovando Lino. in poco tempo si forma la fila, che lui prontamente scavalca, mentre Gennaro a capolinea li guida, Lino li controlla stando in mezzo.
- vir e nun fà fa figur e'merd a Elena - le parole della guardia, fanno voltare Ciro subito, col sopracciglio alzato.
- ah si? E a te c t n fott? - guarda Lino dalla testa ai piedi, mentre continua a camminare, iniziando la rampa di scale che da lì a poco, lo porterà ad Elena.
- è nu consigl, nun t'agitá - il sole colpisce il suo viso, mentre focalizza il campo da pallavolo, occupato dalle ragazze, che fanno la loro aria di libertà.
Come di rito, partono i cori, mentre la chioma rossa di Viola si fa sempre più vicino, sotto gli occhi di Ciro. Si guardano per pochi secondi, fino a quando dietro la rete, proprio dietro le spalle di Viola, compare Elena insieme a Teresa. Il suo sguardo come fosse calamita, si attacca alla sua figura, tralasciando la rossa. Ad accompagnarli sarà Lino e questo glie renderà tutto più facile. quest'ultimo li accompagna fino a lei e finalmente se la ritrova davanti, ancora meglio del sogno. squadra il suo corpo, stretto in dei jeans a vita alta stretti, accompagnati da una camicia da cameriere, perfettamente stirata. Il bianco mette in risalto la sua carnagione altrettanto chiara, compresi quei occhi verdi.
- possiamo andare?- domanda, distogliendo subito lo sguardo dal suo.
- possiamo andare - tutti iniziano a camminare verso la sala comune.
Ciro tira fuori una sigaretta già pronta, portandosela alle labbra ma senza accenderla, mentre supera Lino, sicuro che starà zitto, e si affianca ad Elena.
- che vuoi?- risponde, con tono annoiato, guardando dritto.
- t vulev cunfessà na cos - risponde, guardandosi attorno.
- aspetta che arriviamo in sala comune, no?- finalmente lo guarda e lui stringe maggiormente la sigaretta fra i denti, mentre la guarda, pensando al suo sogno.
- t'agg sunnat, o'saij?- guarda le sue labbra, perdendosi la sua faccia, che subito rotea gli occhi al cielo, aumentando il passo.