L'umore di Elena, era del tutto incoerente con la giornata appena iniziata.
Fabrizio non c'era e non le aveva lasciato nessun biglietto questa volta, così lei, facendo altrettanto, come ogni mattina entra all'IPM, mascherando i suoi malesseri con un sorriso.
Quando nota tutti i ragazzi e le ragazze fuori in cortile, capisce che la questione rasoio è risolta.
- Buongiorno - raggiunge Paola e il comandante, che parlano gesticolando.
- Buongiorno Elena - la saluta Paola, e subito dopo il comandante la imita.
- vedo che ci sono buone notizie - allude, guardando i ragazzi fare attività ricreativa.
- che ci hanno sorpreso anche - Massimo cattura la sua attenzione, facendo corrugare le sopracciglia.
- che significa?- guarda Paola.
- a rubare il rasoio è stato Filippo -
Elena spalanca gli occhi sorpresa.
- Filippo? Il milanese?- domanda ancora, abbassando il tono
- siamo sorpresi quanto te - parla Paola, facendosi avanti sul suo bastone
- ma stamattina si è presentando nel mio ufficio col rasoio in mano, prendendosi ogni responsabilità - le spiega.
- dov'è adesso?- domanda subito
- sta in isolamento - spiega subito Massimo e Elena capisce che deve aspettare per poter parlare con lui.Sposta lo sguardo al campo di palla al volo, dove Teresa le sta sventolando la mano, invitandola ad avvicinarsi. si liquida con un sorriso e un a dopo alla direttrice e al comandante e raggiunge Teresa a passo svelto.
I suoi pensieri sono così grigi che tutto ciò che la circonda, in fondo non le importa. pensava a come nascondere queste sensazioni almeno qui, cosi sorride mentre si avvicina alla sua amica, Naditza e Silvia.
- Come mai così in ritardo tu stamattina?- Teresa fa la sua solita domanda, mentre la saluta con due baci e Elena sorride, scusandosi
- non ho sentito la sveglia - spiega, spostando lo sguardo oltre la rete, verso Naditza e Silvia.
Le due stanno di spalle, guardando qualcosa dall'altra parte del campo, a quanto pare, interessante.
- per me stanno insieme - parla Silvia, allungando il collo per vedere meglio.
- ce piacesse.. se la scopa e basta - risponde subito Naditza.
Elena senza pensarci due volte, alza gli occhi e quello che nota, la fa restare immobile, a fissare come se l'avessero immobilizzata.
Viola sta seduta come le due ragazze che spettegolano, con la testa rivolta verso il campo di calcio. si gira una sigaretta, ritornando attraverso il medio buco, il porta tabacco a Ciro. Elena segue ogni movimento, come se dovesse sapere perché.
ma appena Ciro alza gli occhi verso lei, si tradisce, voltandosi.
Abbassa gli occhi e Silvia e Naditza, questa volta guardano lei.
- che succede?- domanda, facendo di niente.
- hai fatto bene a snobbarlo, Lenù - sorride istintivamente, capendo di essersi conquistata la fiducia di Naditza. - è sul nu pover scem - continua - con dei gusti di merda - aggiunge, facendo ridere il gruppo.
- per me Viola è pure bella.. è a'cap ca nun funzion - esprime la sua opinione Silvia, facendo guardare le due amiche.
Teresa sembra aver percepito le sue sensazioni interne, così la afferra per il braccio, allontanandola dai rispettivi campi.
- mi vuoi dire che hai?- domanda subito Teresa e Elena viene colta alla sprovvista.
- niente, non ho dormito bene stanotte - mente, sperando che Teresa se la beva.
- non sono stupida, Elena.. a me lo puoi dire se ti da fastidio..- si interrompe, indicando con un cenno i due soggetti dello spettegolo.
- ancora con questa storia - sbotta irritata, tagliando corto il discorso.
- beh, scusa se mi preoccupo - Teresa la guarda, con lo sguardo ferito, come chi sa di aver agito per bene e non per altro.
- mi spiace.. scusami - si scusa subito Elena.
- comunque non mi importa - mente ancora, visto che la sua coda dell'occhio, vuole tenere almeno in parte, sotto controllo i due, senza neanche sapere perché.
- Dovrei andare a preparare delle cose per il murales.. ci vediamo dopo?-
Elena annuisce, sorridendole e Teresa va via, dopo averle lasciato un bacio semplice sulla guancia.
Elena cosí, decide di salire su agli uffici, ignorando contro ogni sua volontà, i campi dove i ragazzi giocano e concentrando la sua attenzione sui suoi appunti. non guarda neanche dove mette i piedi, fino a quando non si ritrova faccia a faccia con un rosario in puro oro e un odore fortissimo di colonia.
Alza lo sguardo e si ritrova Ciro di fronte a lei, sorridente, di buon umore.
- Ciao, non ti avevo visto - Elena cerca di partire col piede giusto, dopo ieri, ignorando il perché, la sua bocca vorrebbe dirgli che non ha perso tempo, solo per principio.
- Si, certo - la squadra dal basso all'alto, facendole smuovere ogni parte del suo stomaco, come mai prima aveva fatto.
Elena si ritrova a dover domare il suo stomaco, il suo cuore e tutto il resto. le sembra di essere ritornata a Cuba.
- ti serve qualcosa?- distoglie lo sguardo, abbassandolo, mentre continua a camminare, superandolo.
le tocca fermare di nuovo i suoi passi, quando Ciro le si mette di nuovo di fronte, sorridendo ancora senza mostrare i denti. lo trova inquietante, ma affascinante allo stesso tempo, e non capisce cosa sia cambiato.
solo adesso, Elena si accorge che ha la mano sinistra, nascosta dietro la schiena. corruga le sopracciglia, guardandolo e lui tira fuori da lì, una rosa rossa, porgendola a Elena.
- cos'è?- domanda, risultando anche un po' stupida.
- O'ver faij?- domanda ridendo, Elena la afferra, quando lui gliela porge ancora e lo guarda negli occhi, guardando poi la rosa.
- come mai?- domanda, restando ancora esitante.
- è un fiore.. non c'è un motivo - risponde furtivo, mentre la supera, andando via.
Elena guarda il fiore e poi le sue spalle larghe, allontanarsi lentamente, sotto una nube di fumo.
e ripensa, che avrebbe dovuto rifiutarla, visto che fino a mezz'ora fa, stava con Viola.. ma proprio come con Fabrizio, la sua parte razionale stava lentamente abbandonando ogni parte del suo cervello, lasciando spazio alla pura scemenza che ti da il corpo, incontrollabile a lei, come a tutti, per quanto non ci piaccia, quando qualcuno ti colpisce.Non le sembra possibile, che Ciro ai suoi occhi, risulti carino e gentile..eppure, le aveva sempre fatto salire i nervi, con le sue battute di poca classe e con una rosa, invece, il suo cervello aveva smesso di urlare cosa doveva fare.