33 " Rivederlo"

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Appena apre gli occhi, non sa se scendere giù o scappare dalla finestra. fatto sta che deve alzarsi e andare all'IPM.
mentre si rigira nelle lenzuola, indecisa il suo telefono squilla, Teresa le ha scritto un messaggio.
passo a prenderti?
Si passa una mano sul viso, sbadigliando e risponde un semplice no, tranquilla. ci vediamo direttamente lì.

Lascia perdere il suo telefono e si mette in piedi, afferrando dei jeans e una camicia larga azzurrina, molto comoda.
esce fuori dalla stanza già vestita e si rende conto che ha timore. teme di arrivare in cucina e non trovarlo? O di trovarlo in qualche condizione strana?
La domanda che più la turba, è come diavolo ha fatto a evadere senza l'aiuto del fratello. Deve essere successo qualcosa.
arriva subito in cucina e appena volta gli occhi a destra, Fabrizio non c'è.
Si avvicina subito al divano e l'unica cosa che vede è un biglietto, strappato in malo modo.
Sono andato a sbrigare delle cose.. ci vediamo più tardi
- Fabrizio
Sospira, lanciando il biglietto e non sa se sentirsi sollevata o preoccupata: è un fuggitivo che adesso chissà dove è. ma al diavolo, pensa poi, faccia quello che vuole.
Torna qui senza neanche spiegarmi perché, non si merita la mia preoccupazione.
lascia stare la colazione e dopo aver preso tutto, parte per l'IPM, con la prima fermata.

*************
- un caffè - ordina al ragazzo del chiosco, a pochi metri dal carcere.
- Elena - Lino la raggiunge, appoggiandosi al bancone, accanto a lei. - che ti prendi?- continua.
- sto prendendo un caffè, ma tranquillo non c'è bisogno - risponde subito, appena Lino afferra il portafoglio.
- facciamo due caffè allora - dice più al ragazzo che a lei.
- è successo qualcosa?- domanda, senza pensarci due volte.
Lino esita, mentre il ragazzo posa i caffè e Elena lo ringrazia, sorridendo.
- Stanotte è scomparso il rasoio che Gigi teneva dentro la Barberia - getta due bustine di zucchero, girandolo velocemente e lo porta alle labbra, guardandosi attorno.
- avete idea di chi può essere stato?- al contrario, Elena, lo gira lentamente.
- no, o'saij.. nun parlan pur se o'sann -
- speriamo non succeda nulla di grave - alla fine Lino lascia due euro sul bancone, sorridendo a Elena.
- avevo detto che non c'era bisogno - si sistema la borsa sulla spalla e inizia a camminare con Lino, per iniziare questa giornata.
- ma dai per un caffè, la prossima volta sarai più veloce - Elena ride insieme a lui, mentre le porte in metallo si chiudono alle loro spalle, rinchiudendosi dentro quelle mura.
- Comunque se dovessi scoprire qualcosa, non esiterò a dirvelo - Lino le sorride, prima di mettersi le mani dietro la schiena e allontanarsi.

L'aria era tesa. Elena lo sentiva, da come il comandante stava venendo verso lei, con un'espressione seria.
- Comandante, Buongiorno - lo saluta, andandogli incontro.
- magari fosse un buongiorno - sospira. si vede che ha lavorato tutta la notte, per scoprire qualcosa.
- si, Lino mi ha detto.. non avete ancora scoperto chi è stato?-
- più difficile di quanto sembri.. sembrano piccole queste quattro mura messe insieme e sembra quasi che loro l'abbiano trasformato in un castello -
- pensa che sia stato rubato per uno scopo ben preciso?-
Massimo ride, ironicamente.
- ogni cosa qui dentro viene fatta per uno scopo specifico -
Elena si acciglia, mordendosi la lingua.
- comunque la direttrice vuole parlarti, è in un ufficio - continua, informandola.
- Grazie - Massimo le fa un cenno e ritorna a camminare, lasciandola sola.
Elena raggiunge in poco tempo gli uffici, bussando poi, a quello di Paola.
Al suo avanti, si fa spazio, ricevendo un sorriso da parte della signora.
- Buongiorno Direttrice, voleva vedermi?-
- Buongiorno, si accomodati - la invita, facendo il giro della scrivania, verso la macchinetta del caffè.
- caffè?- domanda e Elena scuote la testa, mentre prende posto.
- questo è l'ennesimo che prendo - fa partire il rumore meccanico della macchinetta Moak, ridendo.
Elena nota le occhiaie evidenti.
Soffia sul caffè fumante, tornando sul suo posto, di fronte a lei. ma lo lascia sulla scrivania accanto alle sue agende, lasciandosi cadere con la schiena sulla sedia in pelle.
- tutto bene?- domanda, guardando la stanchezza in lei.
- farli parlare sembra come chiedergli la luna - la lascia spiazzata. - il fatto che siano coinvolti i ragazzi è peggio - continua, riprendendo il caffe.
- Liz mi ha detto che hai fatto parlare Naditza su quello che era successo.. e che grazie a Silvia, abbiamo potuto capire e scoprire cosa fa Viola -
- è stato un caso.. Naditza non ha ammesso niente - replica subito.
- si, ma Silvia ti ha confessato che quello che è successo non è per una litigata fra ragazzine.. Naditza ha solo difeso una sua amica.. e se Silvia, ha parlato è perché, proprio come speravo, con te sarebbe stato diverso - le confessa, facendo un breve sorso. - Silvia è la persona più fedele che conosca con quelle che stanno qui dentro. va d'accordo con tutte ma parla con poche - continua e Elena capisce che lei, sta cercando di dirle qualcosa.
- cosa vuole dirmi con questo Direttrice?- domanda subito.
- di aiutarci a scoprire dove sta quel rasoio - le chiede senza problemi.
- se non ci siete riusciti voi, perché dovrei riuscirci io?-
- hai due vantaggi: il nostro sospettato non serve sottoscriverlo, giusto?- le domanda e Elena capisce subito a chi si riferisce. a quello che stava evitando, quello che aveva smosso di nuovo sensazioni. non vuole crederci.
- Ciro non parlerà mai con me -replica subito, convinta.
- ha l'onore che gli oltrepassa l'altezza -
- non siamo sicuri che sia stato direttamente lui, non so se mi capisci - Paola si mette comoda, appoggiando i gomiti sui braccioli.
- Ciro è proprio quello che è, perché non fa mai niente con le sue mani, a meno che non si tratti di rispetto.. e qua dentro conta poco per lui, darlo agli altri -
- l'ho notato, nonostante sia assente alle mie sedute da tempo - le rivela, quello che già sa.
- lo so bene, ma oggi non potrà assentarsi,  tranquilla -
Elena la guarda senza capire, ma la direttrice, tira fuori un foglio, attaccato con una graffetta ad altre carte.
- Ciro è qui dentro per aver ucciso un suo amico, che aveva deciso di spacciare per conto suo.. ha premuto il grilletto due volte e poi ha fatto trovare lui stesso il corpo, pronto a consegnarsi..- Elena abbassa gli occhi sul fascicolo che ritrae i suoi dati e le foto segnaletiche.
Era così diverso prima di entrare qui dentro.
- il magistrato vuole l'esito delle sue sedute e io ho deciso che sarai tu a scriverle direttamente -
- con tutti gli altri mi sarà impossibile.. e lui non parlerà, ne sono certa - continua, sperando di convincerla ad arrendersi.
Non sa perché sente lo stomaco in agitazione, al solo pensiero di dover andare da lui, fermarlo e chiedergli
" ei scusa, hai rubato il rasoio?" fa già ridere così.
- gli altri non ci saranno -
le rivela di punto in bianco e le sue scuse, cadono.

Nennè/Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora