6 "Ragazze"

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- e nun o' vuò sapè c m'agg sunnat?- la raggiunge ancora, aumentando di poco i passi.
- non ci tengo - risponde lei, mentre sposta le tende che racchiudono la sala comune, entrando dentro. Filippo interrompe subito la melodia che stava suonando, alzandosi in piedi.

- scusate, non ho visto l'orario - si scusa, spostandosi dal pianoforte, mentre Elena lo raggiunge, stringendosi gli appunti al petto. - ma di cosa, sei bravissimo..- si interrompe, stringendo gli occhi in due fessure, cercando di ricordare il nome.

- Filippo, mi chiamo Filippo - provvede subito lui a rispondere, posando per pochi secondi gli occhi su Ciro, intimorito.
- O'chiattill!- pronuncia qualcuno, facendo ridere il gruppo, tranne Elena.

- okay, direi che potete andare a sedervi - pronuncia con tono duro Elena, mentre prende posto vicino al pianoforte, appoggiando la sua tracolla sopra. i ragazzi prendono posto sui divanetti, Ciro come sempre in prima fila, si mette una sigaretta fra i denti, spegnendo ogni sua capacità di apprendimento, lasciando spazio alle sue fantasie. sofferma i suoi occhi sul profilo delle sue gambe, ricoperte dai jeans, così stretti che gli sembra, che siano già tolti.

- bene - si volta verso loro, con uno sguardo un pò impacciato, trascinandosi la sedia dietro, fino al centro della stanza, posizionandosi vicino ai ragazzi, nonchè il sottoscritto. - qualcuno ha portato il tema che gli avevo chiesto?- continua, guardando i ragazzi con un velo di speranza. Purtroppo, riceve solo silenzio, prima che Filippo si faccia avanti, porgendole un foglio piegato in due parti.
- oh bene - il suo viso si illumina di felicità, mentre si sporge per afferrare quel pezzo di carta - difficile come tema, Filippo?- domanda, mentre legge velocemente le parole di Filippo.
- no, anzi..- Ciro volta la testa verso Filippo, guardandolo: che si è messo in testa? Di leccare il culo a Elena? Povero stronzo. - direi che il tema era abbastanza facile - continua, ignorando Ciro.
- eccert! Psicó, tant s sap ca o'chiattil e nu quattr'occhi - esclama Totò, dando uno schiaffo sul collo di Filippo, facendo ridere tutti.
- sono contenta che ti sia piaciuto!- Elena alza la voce, come a voler rimettere ordine e ci riesce - sono sicura che avrai fatto un'ottimo lavoro - continua, spostando poi gli occhi su Ciro, che adesso davanti al silenzio si era voltato di nuovo verso lei, accogliendo subito il suo sguardo.
- e tu?- si alza in piedi, incrociando le braccia al petto - tu non mi hai portato il tuo tema?-
- nun tenev genij, Piccrè- risponde, passando gli occhi su tutta la sua figura.
- che c'è? Troppo difficile per un come te parlare d'amore?- gli domanda e Ciro capisce cosa sta cercando di fare: sta cercando di capirlo e non glielo permetterà mai.
- agg ritt ca nun tenev genij, Nennè.. - scandisce bene queste parole, mantenendo con lei il contatto visivo.
- classico di quelli come te - risponde mettendo su un sorrisino sicuro, che attira l'attenzione di Ciro.
- preferite nascondere quell'ultima parte buona che vi è rimasta, perché vi conviene farvi vedere forti -
Ciro sta per replicare, ma Liz fa il suo ingresso, seguita dalle ragazze.
- Buongiorno, scusateci per il ritardo -
- Nessun problema Liz, Buongiorno ragazze.. prendete pure posto - sorride alle ragazze, che invece con uno sguardo serio e vuoto, seguono le sue indicazioni sotto gli occhi dei ragazzi.
- wagliù- li richiama Liz - m'arraccuman, nun facit e' strunz - li avvisa ricevendo occhiolini.
- Liz sì sempr tu a femmn re suon mij!- urla qualcuno, facendo ridere tutti, comprese anche le ragazze.
- bene ragazze - inizia Elena - io sono Elena, sono qui per quando magari avrete bisogno di parlare qualcuno, senza che debba per forza riferirlo alle guardie -
si avvicina sicura, nonostante ogni sguardo racchiude mille personalità. fra le cose che aveva studiato e sui cui aveva ragionato, aveva da sempre avuto paura della donna ferita. Nei loro occhi leggeva in qualche modo, una cicatrice diversa: rabbia, dolore, vuoto, odio, innocenza. Rimangono tutte in silenzio, ma solo lo sguardo di una ragazza, le fa venire i brividi appena se la trova di fronte. La rossa la guarda assumendo un'espressione seria e Lisa riesce a vedere il male che si cova dentro quei occhi verdi. Ammalierebbe tutti, con la faccia da bambina e i capelli rossi, ma Elena quelle come lei, le conosce bene. Sono quelle che non sanno reagire all'odio, vivono soltanto infliggendolo agli altri, pur di sopportarlo dentro sè.
- avevo assegnato ai ragazzi, un tema.. e sono sicura che con voi non rimarrò delusa. la prossima volta voglio che mi parlate d'amore nei vostri temi, delle vostre esperienze, pensieri o anche semplici frasi -
una ragazza bionda, dai capelli ricci, alza la mano, timidamente.
- si, dimmi come ti chiami -
- io sono Serena e avevo solo una domanda, possiamo parlare dei nostri fidanzati?-
- certo, perché no - le sorride, ritornando di nuovo al suo posto, sotto gli occhi di Liz e Lino.
- quindi prima, stavamo dicendo che secondo me Filippo avrà fatto un buon tema, ma io non credo che lui sia stato l'unico - cerca con lo sguardo Filippo, ma lui sembra essere perso a guardare una ragazza dai lunghi capelli castani, vestita veramente in modo strambo.. sembra quasi una zingara. Lei è palesemente cosciente del suo sguardo, ma lo ignora, guardando da un'altra parte.

Nennè/Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora