N/A:
Mi scuso come sempre di poter aggiornare poco e niente, e vi ringrazio di avere pazienza, di aspettare i miei capitoli.
Vi rassicuro ancora che questa storia ha già un finale "scritto", quindi verrà conclusa, bisogna solo avere un po' di pazienza.
Per adesso, vi lascio con questo capitolo un po' diverso dal solito, sperando che vi piaccia.
Buona Lettura, Eli🦋Quella parte di Ciro, l'aveva sorpresa.
Da quando l'aveva conosciuto, aveva visto solo male, uscire fuori dalla sua bocca o dalle sue mani. eppure, nonostante adesso l'avesse salutato più volte, con il polso stretto nella sua mano, per non lasciarla andare, per un'altro bacio ancora, lei si sentiva quella parte buona di Ciro addosso ancora, nonostante non fosse qui.
come se quel lato, fosse davvero il migliore di lui, così tanto da farti sentire al sicuro, anche quando lui non c'è.Non riesce a chiudere occhio, mentre guarda la tv senza neanche attenzione, seduta sul divano, ma un rumore, proveniente da fuori, le fa svegliare i sensi.
Rimane immobile sul divano, mentre prova a vedere attraverso le tende se ci sia qualcuno, o un'ombra almeno.
coraggiosa, si alza in piedi, andando a prendere come prima cosa la pistola, che come viene a contatto con le sue mani, sembra darle una scarica, che le da più forza ancora, di proseguire. la carica, con il colpo pronto in canna, dirigendosi verso la porta, per aprirla ma non arriva neanche a toccarla, che dei passi alle sue spalle, la fanno voltare di colpo, trovandosi di fronte Pablo, il fratello di Fabrizio.
la guarda sorridendo ironicamente, dalla testa ai piedi.
" te sei presa de coraggio?" domanda fra le risate.
" con te in mezzo ai piedi si può fare solo così " ribatte, senza abbassare la pistola.
Pablo la raggiunge, guardandola scettico, mentre afferra la pistola con una mano e la abbassa.
" ci sei dentro fino al collo, italiana " la lancia per terra, mentre Elena lo guarda male.
" ti sbagli." lo smentisce.
" Fabrizio non lo vedo da giorni. " continua, ma lui la ignora, andando a sedersi su uno dei suoi sgabelli.
ci gioca un po', fino a fermarsi di fronte a lei, con un'aria divertita.
" lo so bene, so anche perché.. vedi " inizia, facendo una breve pausa " io se voglio, so tutto di mio fratello.. "
" e vieni a cercarlo qui?"
" non sono venuto a cercare mio fratello." la smentisce di nuovo " ho visto che sai usarla, anche bene" allude, e Elena capisce subito che sa tutto.
" incoerente per una come te, che voleva salvare mio fratello da una vita de criminalità " si interrompe ridendo.
" dovevo solo ricambiare un favore " spiega in parole brevi ma coincise.
" sei corretta solo con chi ti piace.. tipico degli italiani" la prende in giro, saltando giù dalla sedia per raggiungerla di nuovo.
Elena sposta gli occhi sulla pistola per terra, a pochi centimetri da lei, così non si accorge, della mano di Pablo che afferra le sue guance, voltandola di scatto verso di lui.
sente le sue dita premere forte sulla pelle, fino a farle stringere i denti, ma non vuole dargli soddisfazione.
" Mi sono stancato, sei un problema che non ha mai fine " le rivela con rancore, serrando la mascella.
Elena vorrebbe replicare, ma la morsa sulle sue guance non glielo permette.
" e i problemi si possono solo comprendere e risolvere " le lascia le guance all'improvviso, facendola respirare di nuovo regolarmente.
" che diavolo vuoi da me?" la guarda alzando un sopracciglio, mentre si apre un sorriso sghembo sulle sue labbra.
" Fabrizio si è messo in affari.. in piccolo, ma l'ha fatto" le spiega, tornando di nuovo con un tono calmo.
" e pensi che a me possa interessare qualcosa?"
" a me si. e mi dirai tutto, ecco perché sei ancora viva "
" Fabrizio non tornerà mai da me" Pablo ride, ma questa volta Elena percepisce una sorta di inquietudine in quella risata. come se le sue parole fossero barzellette per lui.
" ci vediamo presto " la saluta, tornando serio, mentre esce di scena dalla porta, al contrario di come è entrato.Appena rimane sola, torna a maledirsi: non ha avuto neanche il coraggio di ferirlo, per essersi intrufolato in casa sua. si riappropria della pistola, decidendo impulsivamente di ritornarla al proprietario, tanto lei ha constatato di non averne bisogno.
Quando si risiede sul divano, capisce che nonostante la sua mente urli, per potersi riposare da tutti i pensieri che le corrono dentro, non chiuderà occhio stasera.
pensa a come ogni volta, che le accade qualcosa di bello, subito dopo deve esserci qualcos'altro che deve rovinarlo. ma appena il brutto pensiero, sussegue quello degli occhi di Ciro, si rasserena, spaventandosi lei stessa, della reazione del suo corpo.
fra i mille pensieri, si infila anche il fatto, che adesso capisce, perché voleva tenere lontano Ciro. sapeva, incoscientemente, che l'avrebbe fatta sentire in questo modo, che si sarebbe legata ancora a qualcuno, per respirare meglio, quando lei ormai si era abituata a farlo da sola, e l'idea la terrorizzava.
Posa la testa sulle ginocchia, chiudendo gli occhi, pensando ancora che ormai è troppo tardi, per lei, per tirarsi indietro.
Ciro era riuscito a farla cedere, nonostante lei lo avesse respinto con tutte le forze. si era trasformato da quello che la sognava e la guardava con aria maliziosa, a quello che la guardava negli occhi, che aspettava prima di avvicinarsi, che restava in disparte, ma presente per lei. quando poche ore fa, lo aveva visto attraverso il parabrezza della macchina di suo fratello, il cuore le era saltato in gola. lo stomaco si era riempito di farfalle, che le facevano sentire la terra sotto i piedi cedere.
aveva pensato a lui, da quando aveva iniziato a vestirsi, per commettere l'omicidio, quando si è abbassata la visiera del casco integrale, quando ha premuto il grilletto.
Quel " sto vicino a te " , le aveva fatto immaginare per un secondo, al posto di Simone, Ciro. e le sue labbra si erano aperte in un sorriso, quasi doloroso.
la linea caduta, l'aveva fatta rattristire un po', come se fosse una di quelle ragazze che venivano a trovare alcuni detenuti, e notava in loro la tristezza, ma allo stesso tempo la forza di fare qualsiasi cosa.
C'éra dentro fino al collo, pure con lui, ormai non poteva più negarlo.Come se lo sapesse, Ciro stava in piedi pure. era ritornato dentro, senza che nessuno lo sapesse o lo scoprisse nel fatto e adesso si trovava di fronte alla sua finestra, col solito spinello in mano.
Quando era uscito da qui, poche ore fa, se l'avesse avuta davanti, le avrebbe urlato contro. gli faceva saltare i nervi in aria, come se fosse uno dei suoi uomini, ma sapeva che lei era anche meglio.
perché poi, appena l'ha vista scendere dal T-max, voleva solo starle accanto. si era messa in pericolo per lui, per lui questo valeva più di ogni si che gli aveva negato, fino a prima. si rende conto ancora, di come sia crudele e splendido, allo stesso tempo, quanto lei fosse adatta a questa vita. sapeva quello che aveva passato, ma non sapeva del suo sapersi adattare, a ogni cosa, quando ci tiene a qualcuno. e lui ci tiene anche, così tanto, da quando gli ha chiesto aiuto e lui non è riuscito a dirle no. ci tiene così tanto, che ha paura pure, di poterla soffocare.
Con lei, è arrivato al tal punto che non si riconosce più. sta scoprendo questo suo lato, che sembrava addormentato. quel lato dove lui, dona tutto sè stesso per far stare bene qualcuno. erano anni, che Ciro non agiva per qualcuno, senza avere niente in cambio.
gli sembrava ancora più assurdo, che in cambio, lui le stava solo chiedendo quello che lui ormai, non conosceva più da tempo, essere amato.