Ciro
Ciro continua a camminare e si sveglia lentamente, solo quando si trova in fila, con le spalle di Totò davanti a lui e sbuffa. Come fa di prima mattina ad avere tutta questa iper attività?
per carità, Ciro voleva bene a Totò in fondo, col sono modo di essere metteva allegria, dove la dentro loro non riuscivano a esserli mai.
Edoardo supera le sue spalle, raggiungendo il rosso quando tastano l'aria fresca del mattino.
Quando alza gli occhi non capisce, perché davanti ha solo Teresa. si guarda attorno e egoisticamente, pensa che non sia venuta per ieri e muove i piedi, nervoso, per non esplodere di prima mattina.
" Buongiorno ragazzi" saluta Teresa, accanto a Liz.
" so che stamattina avevate la prima ora con Elena.. beh, purtroppo non è ancora arrivata" a quelle parole, Ciro accende le orecchie e la sua attenzione.
nessuno ovviamente si domanda o domanda qualcosa a Teresa, però lui sta impazzendo per saperlo. fosse successo qualcosa?
" per questo farete la prima ora con Teresa, dai, in laboratorio!" ordina Gennaro, muovendosi per far muovere la fila.
Ciro scansa subito i corpi, raggiungendo la bionda.
" è success coccos?" sussurra a Teresa ma quest'ultima si volta, con un'espressione interrogativa.
" a chi esattamente?"
"A Elena" Teresa ferma i suoi passi, costringendo pure Ciro a fermarsi.
" perché dovrebbe succederle qualcosa?" domanda, andando in panico.
Ciro volta la testa di lato, non può parlare.
" Ciro!" lo richiama a denti stretti " parla!"Ciro sta per vuotarle il sacco, ma il suono metallico del cancello principale si apre, rivelando Elena.
si muove a passo veloce, palesemente in ritardo. corre, aumentando il passo quando i cancelli si chiudono, portandosi la borsa sulle spalle.
" sei uno stupido" parla Teresa, mentre scuote la testa, andando via.
" Hey!" lo saluta lei, col fiatone " sono in ritardo " continua, guardandosi attorno.
" ma dove sono tutti?" domanda, sistemandosi velocemente i capelli.
" sono in laboratorio... buongiorno comunque "
" ah bene!" esclama, sorridendo. quando Ciro vede che sta per andarsene, istintivamente le afferra il polso, costringendola a voltarsi verso di lui.
Appena come una molla, se la riporta vicino, posa la mano libera, sul suo volto, unendo le loro labbra.
dura pochi secondi, prima che Elena si stacchi da lui.
" Possono vederci, stupido!"
" ce lassamm na fot se a'vonn" ironizza lui, mentre lei cerca di nascondere la sua risata.
" andiamo, vah" esclama, entrando dentro il laboratorio con lui alle sue spalle.
Al solito si mette in disparte, tira fuori il portatabacco e guarda solo Elena, come se volesse controllarla, prima che Edoardo gli si avvicini, con l'argilla fra le braccia.
" Cirù" lo richiama e fa un cenno verso il bagno.
Ciro non se lo fa ripetere due volte e scatta velocemente verso il bagno, chiudendo la porta.
Per terra, vicino al lavandino, trova il cellulare di Edoardo. così lo afferra e nots che c'è una chiamata aperta in corso. si chiude velocemente dentro una delle cabine, guardando sempre se arriva qualcuno.
" pront" parla al telefono.
" Ciro, comm staij?" Don Salvatore tossisce, così Ciro aspetta un po' prima di rispondere.
" sto buon, che success?" domanda subito.
" ho saputo cca nun só stati l'uommn nostr a'accirir a chill n'fam"
Ciro sospira, il peggio, quello che temeva di più, era arrivato.
" mh, e Pietro c dic?"
" Pietro nun c'azzecc nent cu sta cos. er na cos tua"
Ciro inizia a sentire il nervoso salire su per le braccia, come scariche elettriche.
" e quindi pà?"
" vogl sapè chi è ca ha sparat"
" pecchè?"
" Crè Ciro? Tieni problemi a fare quel nome?" il tono di suo padre diventa minaccioso, ma Ciro ancora di più.
" problemi.. no pà.. sul ca, nun e'fa stì cos.. era nu favor " prende un altro respiro, per non perdere le staffe con suo padre.
" favore o no, mi ha risolto nu' gran problema. Vorrei essergli riconoscente di persona"
e lì, Ciro scoppia.
" agg ritt no!" pronuncia a denti stretti.
" uard ca vulimm sapè tutti chi è, na precision accussì maj vist "
" sai quant me ne fott?! " sbotta, incurante o consapevole in fondo, delle conseguenze.
" statt accort a comm parl" lo minaccia il padre.
" no, tu statt accort. Chill è robba mij, nun s tocc!" pronuncia ancora, infine chiude la chiamata e innervosito, lancia via il telefono, lasciandolo finire per terra.
Esce dai bagni velocemente ed Edoardo, come sempre, pure da quando erano piccoli, non capisce che quando scoppia, deve stargli alla larga.
" che successo, Ciro?" gli domanda l'amico, ma lui lo spinge via, spingendolo per le spalle.
" tu nun me a'rumpr o'cazz, mó!" urla, facendo bloccare le attività di tutti, solo le guardie, corrono, verso di lui, pronti per immobilizzarlo e portarlo via. Elena vicino a Teresa lo guarda con la bocca a mezz'aria, sorpresa dalla velocità che ha la rabbia di prendere il sopravvento su di lui. due minuti fa, era dietro le sue spalle e ora eccolo, che cerca di togliersi di dosso le guardie, prima che chiamino Massimo.
viene portato dalla direttrice sotto i suoi occhi e fa l'ultima cosa che dovrebbe fare. lascia la valigetta per terra e gli corre dietro.
" che ti è successo?" gli domanda mentre guarda dritto, col volto rosso e la mascella tesa, segno che sta controllando il suo nervoso.
" fatti i cazzi tuoi" gli risponde con la voce rauca, ancora piena di nervoso.
" così peggiori solo la tua situazione" parla e aumenta il passo, nonostante le gambe non siano in grado di farlo, ma Lino si volta, guardandola male.
fa un cenno a Gennaro e lascia che Ciro venga portato su, agli uffici, mentre lui rimane a guardarla.
" lasciami passare, Lino" gli comanda quasi Elena.
" Elena, mó bast!" controbatte Lino alzando il tono. la blocca per le spalle, appena prova a superarlo, costringendola ad ascoltare.
" io l'ho capito quello che sta succedendo fra te e Ciro.." inizia lui, prendendosi una pausa di silenzio.
" ma non ti intromettere nell'educazione che abbiamo qui. quelli sono chiari segnali che non è ancora pronto a stare in mezzo alla società" le consiglia quasi, ma lei, invece che annuire e capire, assume un'espressione rancorosa, liberandosi bruscamente dalle sue mani.
" non andate mai alla radice del problema, mh?"
" non spetta neanche a te" controbatte subito.
" serve capire perché non riesce a gestire nessuna delle sue emozioni e le maschera con la freddezza. la rabbia, le urla, le spinte ai suoi amici, sono un chiaro segnale che non ha bisogno di essere immobilizzato e di essere messo in cella di isolamento"
" te lo sto consigliando, Elena.." diventa terribilmente serio. " ti piace, okay, ma non ti mettere in testa di venirci a dire come fare il nostro lavoro"
conclude con quelle parole taglienti, per chiunque l'avesse sentito.
ma lei, le sentiva come tutte quelle di suo padre, sua madre, i suoi amici, Fabrizio.. tutte persone che non volevano andare a fondo, pronte semplicemente a dirti chi sei. sentiva quasi la stessa pressione di Ciro, nel dover essere sempre quella apposto, mai sensibile, tutta di un pezzo.. e poteva esserlo.. poteva essere entrambi e questa cosa la spaventava, prima di incontrare lui.