52" scordatela "

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N/A: godetevi questo pov dal punto di vista di Ciro, so che l'avete aspettato quanto me.


Quando si ritrova dentro la macchina di suo fratello, sa già che sono in ritardo, per poter essere lì prima di Elena.
" Ce l'hai fatta " esordisce Pietro, parcheggiato sotto la finestra della sua cella, pronto a correre.
" vir e' te muovr Piè!" gli ordina, puntando con gli occhi la strada.
" ei, dovresti ringraziarmi. " lo rimprovera suo fratello, mentre si allontanano dall'IPM velocemente " pensi sia facile organizzare un'evasione su due piedi?" continua, facendogli perdere un po' le staffe.
" pensi sia facile corrompere qualcuno su due piedi?" ribatte subito.
" oh pensavo fosse la tua specialità " lo prende in giro, facendosi mandare a fanculo.
Ciro ritorna a pensare a lei. a come la linea caduta all'improvviso, gli abbia fatto lanciare via il suo telefono e costringere Edoardo a prestargli il suo.
" ti preoccupi davvero così tanto da evadere per lei?" suo fratello lo riporta a voltare gli occhi verso i suoi tratti simili ai suoi, annoiato.
" era una situazione che riguardava me "
" mi ha detto perchè lo sta facendo.. non ha tutti i torti" Pietro si accende una sigaretta, aspirando forte il fumo. " non vuoi darla neanche a me la tua pistola"
" Piè, nun sò cazz re tuoij." lo ammonisce con gli occhi, mentre sente i nervi salire e pulsare con ogni vena del suo corpo. deve muoversi e basta invece di parlare.
" con chi l'hai mandata?" domanda lui stesso, dando voce ai suoi pensieri.
" tranquillo, è con Simone" nomina uno dei loro uomini, facendolo tranquillizzare. a lui non potrebbe passare mai per la testa qualcosa su di lei, troppo intelligente per non arrivarci che appartiene a qualcuno di loro.. ma era poco sicuro che Elena gli appartenesse e il fatto che oggi si sia messa a sua disposizione per aiutarlo, lo ha fatto imbestialire solo perché sa bene, che nessuno si merita uno come lui. Eppure nonostante sapesse di non meritare nessuno accanto, la voleva. a tutti i costi.
" tieni paura che te la rubano sotto il naso?" Pietro ride, svoltando per entrare finalmente dentro al suo quartiere. saluta con un cenno alcuni ragazzi, cominciando a cercare Elena con gli occhi.
" tieni voglia di scherzare, mh?" continua Ciro, affilando il coltello. vuole farglielo capire che ce l'ha con lui per aver intromesso Elena.
" guarda che si è proposta lei. pensavo stesse scherzando " lo legge nei pensieri, facendolo ridere ironicamente. Ma ignora che è solo un fascio di luce, prima della tempesta.
Ciro lancia un pugno contro lo sportello, facendo sobbalzare Pietro.
" sai quant me n'fott, Piè?!" urla improvvisamente con tutta la voce che ha " tu non la conosci nemmeno un po', tiene già i cazzi suoi e tu la metti nei nostri problemi "

Pietro non risponde, mentre si fermano dietro ad una fila di auto, nascondendosi da dove avverrá  l'agguato. Pietro controlla l'orologio, lanciando un sospiro.
" mancano 5 minuti e poi dovrebbe scendere.."  lo informa, ma ormai il suo petto ha preso a respirare irregolarmente.
È un fascio di rabbia, nervi e pensieri messi insieme, che si mischiano a quelli repressi. un mix micidiale per uno come lui.
" se qualcosa va storto, ij nun ti perdon, e'capit?"  sbotta, mentre muove la testa in avanti cercando di studiare quello che avrebbe dovuto fare lui, per intervenire in qualsiasi momento.
" vir e' te calmà, Ciro " Pietro lo ammonisce, dentro la sua Range Rover. " chella piac a'tte, e par ca nun capisc ca è fatt pè tte" continua, prendendo il pacco di sigarette dal giubbotto.
Ciro lo guarda con le sopracciglia corrugate, ma comunque interessato.
" secondo me ha più palle di te, solo che sa quando uscirle." porta la sigaretta alle labbra, dandogli fuoco velocemente " ed è quello che non sai fare tu " gli rivela, colpendo un punto debole, ma vero.

La luce che illumina il palazzo si illumina, segno che adesso dovrebbe arrivare Elena con Simone.
Infatti il rombo del T-max non tarda ad arrivare, Ciro li vede da lontano, avvicinarsi sempre più; nota che porta una parrucca nera e nonostante abbia il casco, gli sembra di riconoscere i suoi tratti sotto, come se potesse immaginare il suo volto, serio e attento. e sente ancora quella sensazione, di quando è con lei.
" eccolo!" Pietro, lo riporta a guardare il bersaglio e riconosce subito quell'infame, che avrebbe dovuto uccidere lui, uscire fuori dal suo palazzo e tutto ritorna alla sua velocità reale.
Le ruote del motore adesso sono più veloci, la parrucca di Elena adesso svolazza insieme al vento, mentre Ciro sposta gli occhi sulle sue braccia: la mano sinistra sta nascosta in un giubbotto che è quattro teglie più grandi di lei, e si passa una mano sul volto, timoroso che Elena possa fallire. non mette in dubbio la sua forza, ma se non fosse più adatta a quella vita? se dopo Fabrizio, non si sentisse più adatta?
L'idea di farla stare male, lo faceva impazzire dal nervoso. l'idea di metterla in qualcosa che può ancora farla chiudere, non potrebbe perdonarlo, nonostante faccia lo stronzo con lei. poi i fatti, parlano: la pensa e le mani corrono a prendere il telefono, per sentirla.

la velocità delle domande nella sua testa, mentre guarda la scena dalla macchina di suo fratello, non vanno a passo con quello che sta succedendo fuori.
La moto sfreccia davanti all'uomo e il braccio di Elena si allunga in aria, liberando colpi di pistola, che risuonano nella notte.
uno, due, tre e dopo essere caduto a terra, lo stomaco dell'uomo smette di respirare,mentre li vede sparire via velocemente.

Pietro si lascia andare in una risata, mentre mette a moto l'auto e si allontanano prima dell' arrivo delle guardie.
" è stata fin troppo precisa! Ma dove l'hai trovata?" Pietro non nasconde la sua euforia, come avesse passato un test per entrare fra loro.
Ciro stringe i pugni e lo fulmina.
" scordatela, e'capit?"
Pietro continua a guidare, ridendo e prendendo in giro il fratello, ma appena capisce che lo sta portando alla discarica, dove si incontrano sempre dopo un agguato, capisce che la sta andando a vedere e lei non immagina neanche che lui sia qui.

ignora suo fratello, mentre inizia a sentire la puzza delle gomme bruciate e di tutti gli altri rifiuti e non può non ammettere a se stesso, come si sente a disagio.
non può nascondere più cosa prova per lei, da quando gli è passata davanti e appena l'aveva guardato, c'era rimasto dentro quei occhi, come quando da bambino guardava il mare per ore. Quell'azzurro lo vedeva ogni mattina dalla sua finestra e ogni volta che la guardava, la fermava o semplicemente la provocava.
Elena l'avrebbe fatto soffrire così tanto, una cosa che non può permettersi uno come lui, ma non si spiega perché ogni volta che se la trova davanti, vuole allungare la mano, lungo il suo corpo per averla più vicino, perché gli sembra sempre così lontana.

Nennè/Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora