42 " Statt accort "

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Dopo quell'abbraccio, Elena aveva lasciato la cella di Ciro, diversamente. aveva proseguito con Lino per il corridoio, in silenzio.
lo avrebbe coperto? questo non lo sa ancora, quello che sa è che adesso, che ha abbassato la guardia, tutto sarà diverso. Ciro è l'unico a sapere che rivede Fabrizio e spera che il suo intuito ci sia arrivato, al fatto che Elena non ne abbia parlato con nessuno.

- Ho bisogno che parli con lei - Liz le lascia un fascicolo sulla scrivania, riportandola al presente.
Elena abbassa gli occhi, sulla foto che raffigura quella ragazza dal caschetto moro.
- hai già letto?- continua, prendendo posto sulla sedia di fronte a lei.
- no, mi hanno sconsigliato la cosa - risponde ridendo, mentre rigira fra le dita la carpetta rosa.
- leggilo, penso potrebbe aiutarti - insiste Liz, facendola incuriosire.
sotto gli occhi di Liz, inizia a leggere i suoi dati, i suoi anni, il suo compleanno e scendendo giù arriva al vero motivo.
- ha sparato al suo ragazzo - legge ad alta voce, guardando subito Liz - ci sarà un motivo - allude, cercando fra le carte.
- ha sfregiato la faccia a sua sorella.. il bersaglio era lei - le spiega, lanciando un sospiro pesante, tanto quanto questa storia.
- le parlerò.. ma non vi assicuro niente - avvisa Liz, come se avvisasse tutti.
- speriamo bene allora, hai chi ti accompagna?- le domanda, alzandosi dalla sedia.
- Teresa ha chiesto di uscire dieci minuti prima - la informa, sorridendo.
- si tranquilla, prenderò un taxi - spiega, fingendo che lo sappia.
- come vuoi, se cambi idea - le sorride, lasciandola sola e Elena si rende conto, che purtroppo è arrivato il momento di lasciare l'IPM e di certo, affrontare Fabrizio.
- ancora qua stai?- Lino fa capolinea agli uffici, con le chiavi dei dormitori penzolanti.
- sto andando, sto andando - spiega, arresa e ridendo. - ti sto proprio sul cazzo, eh?-
- non sai quanto - sta al gioco, mentre Elena raccoglie le sue cose.
- tu non vai?- gli domanda.
- Turno notturno oggi - spiega, facendo spallucce.
- buona fortuna allora - si stringe i libri al petto, sorridendo e superandolo, andando via.
sta per arrivare all'uscita, ma qualcuno la ferma, facendola sobbalzare.
- non ti spaventare - parla subito il ragazzo biondo, ridendo. - mi hanno mandato da te - continua, guardandosi attorno.
- mi spiace, ma non ricordo il tuo nome - rivela in imbarazzo, mentre scolla dal muro la schiena.
- Ij só Pino, un'amico di Ciro - spiega velocemente.
- Ciro mi ha detto di dirti che ti aspetta giù, deve parlarti - la informa, facendola annuire.
- grazie - lo ringrazia, mentre lo guarda risalire verso i dormitori.
Mette piede fuori e come le aveva detto Pino, Ciro la stava aspettando proprio di fronte ai grandi cancelli, nonostante le due guardie di turno.
- Ciro - lo richiama, avvicinandosi
- è successo qualcosa?- domanda subito.
- no, voglio solo darti una cosa - volta la testa, guardando le guardie, come a intimargli di non aver visto niente e si allontana, appoggiando una mano sulla schiena di Elena, costringendola a camminare con lui.
si ferma di colpo e tira fuori un biglietto, piegato in quattro.
- cos'è?- domanda, indicando il foglietto fra le sue dita.
- è il mio numero. - gli porge il pezzettino di carta, ordinandogli con lo sguardo di prenderlo.
- per qualsiasi cosa puoi chiamarmi, cercherò di rispondere - la informa, prendendo dall'orecchio una sigaretta già pronta.
Elena guarda il foglietto e poi lui, mentre si accende la sigaretta e la guarda, aspirando forte il fumo.
- grazie, ma non credo che servirà -
- serve o no, te lo prendi. - risponde subito, cambiando sguardo.
- ti metteresti nei guai per niente.-
Butta fuori il fumo dalle narici, con un'espressione seria e pronta ad assecondare la rabbia.
- Cre? Un a comm a'mme nun può aiutà una comm a tte?- domanda alzando il sopracciglio.
- io apprezzo quello che fai, ma non voglio metterti altri guai - continua, ritornando a lui il biglietto.

In quel momento, Ciro getta la sigaretta per terra con violenza, avvicinandosi a lei pericolosamente.
- fors nun t'è chiar - parla con tono duro.
- cu na telefonat, pozz fà for chi vogl ij.. senz movr manc nu dit - la informa, e per la prima volta Elena, percepisce la paura.
- sto evitando i guai, fidati - marca l'ultima parola, lasciandole un'ultima volta gli occhi addosso.
Elena guarda il biglietto e infine lo stringe fra le mani, sentendo il cuore battere più velocemente.
Qualcuno le stava dando qualcosa che ultimamente nessuno le dava.
- Ciro, devo chiederti di non dire niente di ciò che ti ho detto in cella - parla subito, guadagnandosi una risata da parte del ragazzo.
- a nessuno!- continua, alzando l'indice.
- e io ti coprirò con la direttrice per oggi.. facciamo così?-
la guarda alzando un sopracciglio, mentre infila le mani nella tuta e si impettisce, pavoneggiandosi.
e lei, non sa perché, tutto quel profumo forte e quello sguardo da menefreghista, le sta smuovendo qualcosa.
- stai facendo un patto con me, Nennè?- la prende in giro - potresti finire nei guai - continua, ridendo.
- Ciro, sono seria.. neanche con Edoardo e Teresa!-
- allora non sono l'unico che pensa che sia una testa di cazzo questo Fabrizio, mh?-
- tu accetti o no? -
- vabbuó - dice velocemente, superando la sua figura.
prima che Elena possa voltarsi, per guardarlo, ecco che si ritrova il suo braccio sulla spalla, mentre la attira a sé e le lascia un bacio sui capelli.
- statt accort - le intima di annuire, annuendo e lei fa lo stesso, come se non controllasse il suo corpo, adesso che Ciro ci ha messo le mani su senza andarci veloce.
si salutano lì, Elena lo guarda andare via e poi si volta verso le guardie, sorridendo.
- Buonanotte - augura, mentre le aprono le celle e le richiudono alle sue spalle.

Appena il vento la colpisce, si sente terribilmente in tensione, come se quel carcere adesso, per lei, fosse diventato qualcosa di sicuro.
cammina velocemente fino al suo motorino, ma ecco che sobbalza quando ci trova Fabrizio seduto sopra, ad aspettarla.
- che ci fai qui?- pronuncia subito, avvicinandosi al motore.
- mi spiace..- si scusa, cercando il suo sguardo.
- questa l'ho già sentita - risponde con violenza.
- scendi!- gli intima ma Fabrizio non si muove. le fa perdere ogni attimo di ragione e pazienza.
- ti ho detto scendi, cazzo!- alza le braccia verso il suo volto, ma Fabrizio blocca le sue mani, evitando che possa colpirlo.
- torniamo insieme - cerca di tranquillizzarla.
- io con te non vado da nessuna parte!-
- ti ho già detto che mi dispiace, cosa vuoi ancora?!-
- che non mi tocchi più!-
- lo sai che è perché ci tengo a te. avrei fatto lo stesso a Cuba-
- a Cuba stavamo insieme - risponde duramente
- ora non hai fatto altro che distruggere quell'ultimo briciolo di amore che provavo per te!- urla sul suo volto, alzando la mano nonostante si facesse male, lasciando i graffi delle sue unghie sul volto.

Quanto gli basta per liberarsi e correre ad accendere il motore. ogni movimento nelle sue mani è solo tremore, ma riesce ad accenderlo ma nonostante, Fabrizio la ferma, mettendosi davanti.
- Fabrizio basta adesso!- urla ancora, esasperata.
- io lo so perché fai così. C'è un'altro!- afferma a voce altrettanto alta.
- Fabrizio mi hai ridotto di nuovo così. avevi promesso. - muove di poco l'accelleratore, costringendolo a spostarsi e con la scusa, lo aumenta di colpo, sfrecciando via.
Corre all'impazzata, per le strade, mentre le lacrime le scendono velocemente sulle guance e va a fermarsi davanti a un piccolo parco.

scende dal motore prendendo posto sulla panchina, accendendosi una sigaretta e respirando a pieni polmoni. dopo aver pianto, lei si sentiva più leggera. come se insieme a quelle lacrime, scivolasse fuori anche il dolore.
chiude gli occhi, gettando in aria la nube di fumo.

Nennè/Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora