Controvoglia, Elena entra all'IPM decisa a svolgere il suo lavoro senza dar conto a tutto quello che è successo. appena arriva in cortile, e fa per salire all'interno dell'edificio, Teresa la richiama da lontano, correndo per raggiungerla.
Elena aumenta il passo, rancorosa, ma Teresa la raggiunge, fermandola dal braccio.
- Elena!- la richiama, quando si guardano.
- parliamone - continua, lasciandole il braccio.
- oh vuoi parlarne? Pensavo non avessi questa intenzione dato che non sapevo nulla!- lascia cadere a terra la valigetta, incrociando le braccia al petto.
Teresa si infila le mani nelle tasche posteriori dei pantaloni bianchi e abbassa lo sguardo.
- mi spiace di non averti detto niente - punta i suoi occhi blu,su quelli di Elena - lo sai come sono i miei - continua, poi avvicinandosi all'amica.
- E ci credo Terè!- asserisce lei - l'hai visto?! non sai neanche se lo trasferiranno appena sarà maggiorenne - continua, cercando di farla ragionare. Teresa, invece, indurisce lo sguardo.
- Edoardo mi vuole bene. - dice convinta.
- e mi spiace che tu non sappia cosa significa, perché ti sei fermata a quel cubano che si è scordato di te!- urla Teresa, dichiarando il loro litigio.
Elena riafferra la sua valigetta e corre su per le scale, senza risponderle. raggiunge gli uffici correndo e lascia la borsa e il resto sulla scrivania con uno scatto di ira. Teresa aveva affondato il coltello nella parte peggiore, nella parte più dolorosa.
Fa il giro della sua scrivania e Roberta, fa ingresso.
- Buongiorno Elena - la saluta, raggiungendo la sua scrivania.
- buongiorno - risponde con le mani sulla fronte, come a prendere coraggio.
- t'appost?- le domanda seduta di fronte a lei.
- si, solo un po' di mal di testa - mente, incrociando poi le braccia sulla scrivania e guardandola.
- vuó coccos? n'aspirina?- si offre gentile.
- nono, grazie non prendo medicine per i mal di testa - spiega sorridendo. quei gesti di gentilezza le migliorano la giornata subito.
- è un pó prest ancor - le fa notare, mentre Elena si alza in piedi e va verso lo scaffale che intitola " FASCICOLI". scruta le numerose carpette, contenenti i nominativi e i reati commessi.
- posso leggerli?-
- pienz ca cagn coccos sapè?- la sorprende con questa domanda così cruda.
- t'o dic ij. sapè è pegg - continua, sorridendo. Elena ritorna a guardare solamente quelle carte prima che delle urla, che sembrano quelle di Filippo, chiamano le guardie.
Elena si precipita verso i dormitori, da dove proviene la voce di Filippo e per la prima volta si trova a camminare lungo il corridoio che contiene le celle dei ragazzi.
- lasciatelo stare!- urla Elena e capisce, solo quando si ferma, che sta davanti alla cella di Ciro. distoglie subito gli occhi dal piccolo Boss e guarda Filippo, stretto sotto il braccio di Totó, che ride col volto rosso.
- Hai vist chiattí?- parla Ciro, con lo sguardo su Elena. - tieni l'angelo custode - la prende in giro, facendo un tiro del suo spinello mattutino.
Totò lascia andare Filippo, che corre via dal gruppo.
- Filippo, aspetta!- Elena fa per inseguirlo, ma Ciro si mette davanti a lei, facendola sbattere contro il suo petto.
- spostati!- gli ordina, stringendo i pugni.
Ciro mantiene la sua espressione calma, come la sua posizione, mentre fuma velocemente e guarda le labbra di Elena solamente con le pupille, in modo veloce ma intenso.
- piens o'ver ca pigl ordin e'te?- continua a prenderla in giro, prima di indurire lo sguardo e ridere.
Solo adesso Elena si rende conto di essere dentro la gabbia della pantera. - sì tant bell quant scem - continua, facendo ridere i suoi amici.
- fino a ieri la scema ti piaceva però!- sbotta subito, innervosita. fa per superarlo, non vuole sentire ancora altro da quel maledetto ego fatto a persona. ma viene tirata indietro, ancora, come una molla. Ciro la riporta prepotentemente davanti a lui, stringendo il suo avambraccio.
- m piac ancor, Nennè - sorride, respirando a piene narici il suo profumo - ma m piac pazzià cchiù assaij e' te - conclude, tirandosi il labbro inferiore fra i denti. stava impazzendo dalla voglia di baciarla, di starle addosso come ieri, contro un misero muro, ma ne aveva bisogno.
- tu non sai niente di me!- esclama lei.
- e a me m piacess pur sapè coccos e'te nennè.. ma sì tu ca faij a difficil - Elena volta i piedi per tornare fuori, non vuole parlare ancora di questa maledetta discussione con lui. Non cederà alle braccia di uno come lui. si scontra con Gennaro, che fa ingresso per svegliare i ragazzi e le sorride, guardandola come per capire perché si trovasse lì.
- buongiorno Gennà - lo saluta, uscendo.
- Buongiorno Lenù, t'appost?-
annuisce, mentre raggiunge gli uffici e prende tutte le sue cose, decidendo di scendere giù in cortile a fumare.
Raggiunge il grande spazio ricreativo subito e prende posto sul muretto, dando fuoco alla sua Winston blue.
un'ombra, poco dopo minuti le si para davanti.
Alza gli occhi e Teresa le sorride debolmente, porgendole un caffè fumante.
- mi spiace per quello che ho detto - Elena accetta il caffè, abbassando lo sguardo e l'amica prende posto accanto a lei, come al solito.
- e mi spiace anche per Edoardo - continua, cercando il suo sguardo.
- io pensavo fossimo amiche..- mormora, tracciando con l'indice il bordo del bicchiere in carta.
- tu sei la mia migliore amica - asserisce, afferrandole la mano. - avevo solo paura di essere giudicata da te -
Elena con uno scatto, volta il viso e la guarda.
- come puoi pensare questo? avrei potuto farti ragionare -
- è questo il punto, Ele.. - inizia Teresa - mi sono stancata di essere la figlia di papà e Edoardo non è quello che mostra - continua, attirando l'attenzione di Elena. non pensava che Teresa si sentisse in una cella immaginaria, proprio come quei ragazzi.
- ti piace sul serio Terè?- domanda, non trattenendo una mezza risata. Teresa la segue a ruota, spingendola giocosamente.
- con me non è così stronzo, fidati -
- l'avrei visto se tu non mi avessi lasciato con Ciro!- continua, rinfacciandole questo.
- non mancherà occasione e poi io non ti ho lasciato con nessuno... mi stai dicendo che sei stata con Ciro quando io sono stata con Edoardo?!- assume un'espressione scioccata, mentre Elena alza gli occhi al cielo.
- e non mi racconti nulla?!- domanda Teresa e Elena si alza, decisa a ritornare dentro.
- non vai da nessuna parte Elè! - la raggiunge ridendo, fino a prenderla a braccetto e sorride felice, di aver chiarito con lei.