21 " È illegale"

3.6K 101 0
                                    

tutti i dipendenti dell'IPM, stanno per lasciare l'istituto. Elena scambia le ultime parole con la direttrice sul progetto Arte e Psicologia insieme e Paola le lascia carta bianca alle due ragazze.
- Ele, ho dimenticato le chiavi su!- Teresa la fa sospirare.
- e vai! Ti aspetto fuori - la invita Elena.
- fammi compagnia, dai - non le da il tempo di rispondere, le afferra il braccio e la trascina con sè di nuovo su per le scale, verso gli uffici.
- sei mezza testa Terè! - si lamenta Elena facendo le scale con fatica. - ti sta influenzando male - continua, facendo ridere Teresa.
arrivano davanti agli uffici ma ecco che Teresa sposta gli occhi sui dormitori, ancora aperti.
- Teresa - la richiama Elena, appena capisce le sue intenzioni - no, noi li non ci non possiamo entrare a quest'ora!-
- solo due minuti, fammelo salutare - Teresa non la ascolta, le sembra di avere a che fare con una bambina.
Si inoltra nel corridoio dei dormitori e Elena la segue, timorosa di lasciarla sola.
Al rumore delle loro scarpe, mille occhi si affacciano curiosi. nonostante le celle aperte, non escono: rimangono lì a fissarle e al loro passaggio, escono, continuando a guardarle.
questo silenzio, al contrario dei continui complimenti fatti al giorno, metteva paura.
- stiamo facendo un grosso errore - sussurra Elena, guardando che non ci sia nessuno.
Teresa continua a cercare fra le celle e lì dentro, nessuno le rivolge sguardi di troppo o cerca un'approccio.
-maledizione Terè perché ti sento!-continua, ma improvvisamente da una delle celle, Edoardo tira fuori la testa, forse per controllare ma la abbandona completamente, quando vede Teresa. Un grande applauso si spalanca, quando se la tira addosso e la bacia, facendola sbilanciare all'indietro. Elena rimane a fissare la scena con un sopracciglio alzato e si accorge solo adesso che Ciro ha la sua stessa espressione, mentre guarda i due, ma li supera, con la causa del forte odore stretta fra le labbra.
- nun fat burdell!- dice ai presenti e le celle di zittiscono come lo avesse comandato un Re.
si avvicina a Elena quando tutti ritornano a farsi i fatti loro, nonostante gli occhi del resto dei suoi amici e getta fuori il fumo, porgendole un'altra volta lo spinello fumante.
- ti ho già detto che non fumo - asserisce, allontanando il braccio di Ciro. gesto sbagliato. le sue dita vengono messe subito nel mirino del suo sguardo, particolarmente felino quella sera. ignora i brividi provocati a Ciro con un semplice gesto, ma rimane a guardarlo accigliata mentre scruta con le pupille dilatate la sua mano ancora sul braccio, per tenerlo lontano. prima di abbassare le palpebre e puntare Elena.
- bisogn superà i limiti ogni tant, no Nennè?- le domanda con voce pacata, come stesse aprendo una trattativa con lei.
- non se hai un tuo equilibrio -ribatte subito con un falso sorrisino,ritrovandosi ancora di nuovo in quella continua giostra fatta di questo, con lui. sporge lo sguardo e Teresa è ancora fra le braccia di Edoardo, occupato a giocare con una ciocca sua.
- ij e te fussm cchiù bell - le dice con tono basso, riportandola con gli occhi su di lui. solo quando lo guarda negli occhi capisce che si ferisce a Edoardo e Teresa e lei alza gli occhi al cielo, superando le sue alte spalle.
- Teresa, possiamo andare?- domanda esasperata, mentre alle sue spalle sente la presenza di Ciro, che si appoggia al muro, proprio a pochi centimetri dal suo corpo. si sente i suoi occhi bruciare addosso e qualcosa le si fa spazio in corpo, facendole girare la testa.
- altri due minuti Ele, ti prego - si lamenta Teresa, mentre Edoardo se la stringe addosso e la sorprende dicendole " vieni, t'aggià rà na cos " - la afferra per la mano, trascinandola dentro la cella e Elena alza le mani in aria, sconvolta. le sembra un maledetto deja-vu.
quando si volta Ciro è fin troppo vicino per le sue aspettative. muove i piedi in avanti, stringendo ancora saldamente la canna. poi abbassa gli occhi sulle labbra di Elena e la toglie con un gesto veloce, tenendola dal filtro.
- nun m uardà accussí - schiocca la lingua sul palato e senza toccarla, la spinge contro il muro per avere una chiara visione del suo viso.
- io non ti guardo in nessun modo - asserisce Elena, altrettanto sicura di sè stessa.

da sempre aveva avuto talento, a mascherare i suoi veri sentimenti e emozioni.
ma ignorava che quelli che non andavano in fondo, erano solo troppo superficiali per una come lei. aveva davanti l'unico che era in grado di leggere nella sua testa e di capire attraverso il suo corpo quello che voleva, ma lei non lo sapeva ancora.
- e invec no - la guarda dall'alto, mentre la fronteggia. - putev fà a stronz cu me primm- le rivela, afferrandole il mento in una stretta forte. - ma ij sò esser cchiù stronz e'te, Nennè e t port ij o'punt e'me vulè comm t vogl ij - sussurra, sulle sue labbra.
Elena istintivamente chiude gli occhi, quando il respiro di Ciro si fa più vicino, ma non sente le sue labbra. al contrario, le arrivano dritte alle orecchie, le sue risate.
Elena riapre gli occhi, sentendo quella brutta sensazione, nel sentirsi stupida.
Ciro la guarda dalla testa ai piedi, scuotendo la testa mentre va dentro la sua cella.

Cos'è questa sensazione di.. ferita?

Nennè/Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora