NA: Vi volevo semplicemente avvisare che questo capitolo contiene un linguaggio un po' più spinto, in confronto agli altri e questo vi ritiene assolutamente libere di scegliere se leggere o meno, il capitolo.
Grazie ancora per l'attenzione, buona lettura
-Ely🥀Ignora i numerosi occhi, che si posano su di lei quando varca i dormitori. forse aver aspettato che si facesse giorno per parlare con Ciro, era stato sbagliato.
I suoi occhi chiari lo cercavano pieni di quello che sentiva dentro, facendo venir fuori Filippo dalla sua cella.
" Elena, stai bene?" il milanese le se para davanti, con un volto preoccupato.
" Si Filippo, lasciami passare, devo solo parlare con Ciro" il suo sguardo vaga oltre le alte spalle di Filippo, non vedendo chi cerca.
" il comandante sarà qui a momenti, oggi ho la sentenza.." la informa, rivelandosi preoccupato.
per un attimo Elena gli sorride.
" Andrà bene Filippo, stai tranquillo.. " davanti ai suoi occhi, mentre tira fuori dal pacchetto delle mentine, le passa Edoardo, che subito si volta verso la cella.
" Scusami Filippo, ho poco tempo" supera il ragazzo, parandosi dove Edoardo aveva posato gli occhi, trovando lui seduto sul banco della scrivania. gli altri attorno a lui, che improvvisamente si zittiscono.
" Nennè" fa leva sulle braccia, scendendo giù dal pezzo di legno. Elena lo guarda avvicinarsi alle sbarre aperte, mentre la scruta dalla testa ai piedi, stretto nel giubbotto di pelle nera. sta scritto nei suoi occhi che sa che lei sa, e nota quel luccichio, di chi sa che una cosa a cui tiene è al sicuro.
" T'appost?" le domanda, cambiando immediatamente espressione, come se potesse selezionarle in base a ciò che pensa.
I suoi compagni di carcere, la scrutano, come se avessero capito che doveva "toccare" il loro boss.
" Dobbiamo parlare" ritorna con gli occhi su quelli di Ciro. che con le braccia conserte annuisce lentamente, rivolgendo un cenno ai ragazzi.
Sorpresa, dalla sua influenza, li guarda uscire fuori. Gaetano gli lascia la canna fra le dita, prima di lasciare la cella pure lui insieme a Totò, Pino e Milos.
" Prego" la fa entrare, chiudendo la cella alle loro spalle.
Ciro fa un tiro, superandola e dandole le spalle, rivolgendo l'attenzione al mare.
" Cos'è questa storia della casa?"
" Tropp Grand, Nennè?" ride, sputando fuori il fumo dalle narici.
Elena muove i piedi in avanti senza pensarci, raggiungendolo. fa leva sulla sua spalla, costringendo Ciro a voltarsi per guardarla.
" Non posso lasciare casa mia così, che dico a mio padre? " gli sbotta a pochi metri dal viso, restando col tono basso per non farsi sentire.
Ciro sembra perdersi dentro i suoi occhi.
" Chill s' n'fott e'te " gli risponde crudo e brutale come sa essere la verità.
Elena non ci pensa due volte: alza il braccio per indirizzargli uno schiaffo in pieno viso. ma Ciro le afferra entrambi i polsi in un attimo bloccandole dietro la sua schiena, gettando via per terra lo spinello e spingendo il suo corpo contro la scrivania. si dimena sotto le sue mani, schiacciando il suo corpo contro quello del ragazzo. aumenta la forza, schiacciandole i palmi sulla scrivania, bloccandole ogni movimento. si ritrova a dover piegare la testa, boccheggiando sulle sue labbra.
" lo capirai troppo tardi, mh?" la sua voce viene fuori quasi come volesse nascondersi in realtà.
Chi più di Ciro, odiava ammettere quando era debole?
" di che parli?" si sente terribilmente confortato, quando sente la voce di Elena tremare per l'effetto che aveva su di lei. sente come se quel tremolio, fosse una corda tolta, una staccionata che non esiste più fra lui e lei. non ci pensa due volte ad avvicinarsi di più, a respirare a fondo, senza paura che lei se ne accorga, il suo profumo. guarda le sue labbra, prima di risalire sul suo volto.
" cchiú faj accussí, cchiú me faj asci pazz Nennè"
con le braccia tese, dietro la sua schiena, per colpa sua, Elena non sembra avere via di scampo. eppure non sta nemmeno pensando a mettere forza, abituata come è lei, con Fabrizio.
muove le pupille, guardando il ragazzo di fronte a lei e Ciro le si avventa subito sulle labbra,tenendole la mani dietro la schiena come se avesse paura che scappasse. muove avidamente le labbra sulle sue, cercando subito la sua lingua. appena si toccano, lascia le sue mani, posandole sul suo volto. sente i suoi capelli, essere stretti in un pugno terribilmente dolce. sente pure i suoi polpastrelli, aprirsi e chiudersi sulla sua schiena, mentre la avvicina ancora e ancora a lui, come se non ci credesse. allaccia le braccia dietro al suo collo e come se glielo avesse chiesto, Ciro la afferra dalle gambe, posandola sulla scrivania a cui prima era bloccata. continuano a baciarsi, nonostante siano dove siano, nonostante chiunque potesse entrare qui. ma non gli importava. nessuno mai, come loro due in quel momento, si era sentito vivo, con una cosa che avevano sempre pensato fosse una cosa da favole.
le labbra di Ciro scivolano sul suo petto scoperto dalla camicia nera, mentre la sinistra scivola lungo la sua gamba, portandola infine attorno al suo bacino.
La cella di Ciro è riempita dai loro respiri affannati, dal rumore delle loro labbra che continuano a scontrarsi e a cercarsi. fa risalire la mano dalla sua gamba al suo petto, infilando subito la mano dentro la sua camicia. Elena si lascia andare in un ansimo trattenuto, quando lo sente giocare, come se sapesse che punti toccare, per farle salire il desiderio di lui. attacca la fronte alla sua, respirando male insieme a lei e le loro labbra si ritrovano a sfiorarsi ma senza toccarsi. come se entrambi volevano godersi a pieno lo stato in cui si trovavano, senza nemmeno aver davvero fatto qualcosa.
Ciro attacca il suo bacino al suo, prendendo il suo labbro inferiore fra i denti, mordendolo forte.
" Ccá no, Nennè" parla lui, lasciando uscire la sua mano dalla camicia, lasciandola posare sul suo viso.
Respira in modo affannato, mentre Elena riesce a sentire la sua eccitazione premere sulla sua gamba scoperta, legata ancora attorno al suo bacino.
" tu Nun o'saj chill cca m faj, Elena" continua a parlarle e Elena non capisce come mai la sua eccitazione stia solo crescendo a ogni parola fuori dalla sua bocca. " se ti succede qualcosa, li ammazzo io, ad uno ad uno.." muove le pupille, come a cercarle disperatamente uno sguardo.
" Tieni ragione, avrei dovuto chiedertelo.." posa le mani ai lati del suo corpo, incastrando il suo corpo fra le sue gambe.
" Ma scegli già se farmi agire in maniera cattiva o meno, non puoi pretendere che io non faccia nulla per te " gli rivela con sincerità.Il suo cuore prende a battere così velocemente, quando Ciro si limita a passarle il pollice sul labbro che prima ha morso e Elena sente del bruciore, sotto quei polpastrelli che ne tracciano il contorno.
" fammi stare tranquillo, Nennè.." gli chiede quasi supplichevole, prima che qualcuno sbatta le mani sulla cella, richiamando l'attenzione di Ciro.
Quest'ultimo rimane fermo nella sua posizione, voltando solo la testa.
" Ciro, stann arrivann e'uard" Elena riconosce la voce di Edoardo, prima di guardare in panico Ciro.
" Crè?" le domanda mentre lei con un salto, viene giù dalla scrivania, sotto lo sguardo divertito di Edoardo, che sembra fare da sentinella alla loro cella.
" che cavolo mi invento? io qui non posso venirci"
Ciro rimane in silenzio un attimo, prima di afferrarla per le spalle, spingendola in avanti, da dietro.
" Ciro, che fai?"
" nasconditi in bagno, esci dopo"
" Che ne sai se il comandante non entra qui?" Ciro le apre la porta, accompagnandola dentro dolcemente.
" Nun tras, t par ccá è a primm vot"
Elena lo guarda male, ma lui sorridendo, chiude la porta e lei è costretta a starsene in silenzio, per non farsi scoprire.Appoggia la schiena sulle mattonelle fredde, lasciandosi scivolare giù. appena il suo fondoschiena tocca terra, si rende conto di come le sue labbra stiano sorridendo. di come sia felice nonostante questo, nonostante gli abbia appena detto che non è la prima che fa nascondere qui, il
" qua no", non sa cosa voglia dire, ma la rassicura e si rende conto, di non aver minimamente discusso per la casa, anzi.