65 " Fiducia"

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Elena il giorno dopo, si mette addosso la faccia di chi non ha passato la notte con Ciro Ricci.
Ma quando le sfiora un attimo il pensiero, mentre percorre i corridoi verso gli uffici, le sfugge un sorrisino che deve contenere, potendo essere l'unico modo attraverso cui potrebbe capire.
" Buongiorno" saluta sorridente Lino e Liz, occupati a cambiare l'acqua nella macchinetta del caffè.
" Uè Buongiorno" la saluta velocemente Liz, tornando a rimontare i pezzi smontati, mentre Lino le rivolge mezzo sguardo di troppo.
Lei in silenzio si siede alla sua scrivania, distogliendo lo sguardo in maniera disinvolta, come se non si fosse accorta dello sguardo di Lino.
" ecco fatto!" esclama Liz, sorridendo.
" Ti ringrazio Liz.." la ringrazia con le mani giunte come in preghiera l'altra guardia.
" ma va figurati.. ci vediamo dopo!" gli sorride e saluta entrambi e li lascia soli, Lino beve il suo caffè giocando con le chiavi delle celle: le fa roteare attorno al suo indice, mentre Elena lo sente sempre più vicino.
" Che c'è Lino?" Domanda senza mostrarsi colpevole in qualche modo.
" No niente, mi chiedevo, tieni voglia di andarlo a svegliare tu?" la guarda ridendo, mettendosi davanti a lei e costringendola a guardarlo.
" non è un po' presto per scherzare già?" prova a tenere testa al suo sguardo.
" e chi scherz.." risponde facendo sparire il sorriso.
" Tu sei una ragazza troppo intelligente Elena.." continua, facendole distogliere lo sguardo, ormai colpevole.
" e non devo aggiungere altro." sancisce, andando via verso le celle.
Elena viene lasciata sola, così afferra le carte del suo lavoro e si dirige sotto, sperando che il sole possa migliorare l'inizio di questa giornata.

Ciro invece dopo essersi lavato e vestito, sposta con gomitate a destra e sinistra gli altri, raggiungendo Lino davanti all'entrata delle celle.
Quando non la trova al suo solito posto, rivolge uno sguardo a Lino, occupato a richiamare tutti e a invogliarli a sbrigarsi.
" Elena non è ancora arrivata?" gli domanda guardandolo dritto negli occhi.
La guardia sospira, abbassando un attimo lo sguardo prima di guardare il giovane Ricci, coraggioso.
" ancora non l'hai capito, eh Ciro?"
" c'addà capì?" domanda alzando il sopracciglio sinistro e avvicinandosi quasi naso a naso con Lino.
" Elena nun è fatt per uno comm a'tte" .

Lino smuove in maniera scoordinata le corde che compongono i nervi di Ciro, facendoli scattare come una molla e di conseguenza il suo corpo.
Ciro non riusciva a controllare la sua rabbia, mai.
Inchioda in una morsa veloce e stretta Lino al muro, facendo la giusta pressione per fargli sentire la paura di morire dentro quelle quattro mura.
" comm cazz t piermett e'te metter o'n'omm ra' uaglion mij angopp a vocc tuoij?!" la sua voce rimbomba per tutte le celle, facendo uscire tutti gli altri detenuti fuori in una corsa veloce, riunendosi a cerchio attorno ai due ma senza intromettersi, anzi i loro volti si erano aperti in un sorriso ironico.
Lino fa fatica pure a formulare una frase, l'aria inizia a mancargli.
" provc ancor e chell cazz e'lingua t'a strapp e ta facc magnà!" stringe un ultima volta forte, poi lo lascia andare con la scarica di brividi che regala la rabbia e la sua testa, crea una sola immagine: due occhi chiari, una pelle che profuma appena solamente ti avvicini e un solo nome in grado di calmare questi brividi.
Senza pronunciare parola, esce dai dormitori e va a cercarla, dovesse andare pure sui tetti.

Elena sta immersa nel sole di Napoli, seduta accanto al campetto da calcio legge l'ultimo rapporto del ministero dove viene comunicato che il ragazzo di Gemma è vivo.
La sua testa e la sua completa passione sono dentro quelle parole e si sente come Gemma, mentre manda giù quelle parole, prima di voltare senza nessun motivo lo sguardo e incontrare il corpo di Ciro che si avvicina a lei velocemente.
" Ei" lo saluta sorridendo, alzandosi subito ma capisce dalla sua faccia che è successo qualcosa.
" Ciro, che successo?" i suoi occhi sembrano precipitati in un pozzo nero, così profondo che pure Elena si ci perde.
" rimm comm cazz canusc a chill guardia e' merda" il suo tono fa restare male Elena, tanto che tentenna e lo guarda con mezza bocca aperta.
" di che stai parlando? Che guardia?"
" Lino." il suo volto minaccia di esplodere dalla rabbia.
" è amico di mio padre" gli rivela senza alcun problema.
" e bast? Sul chist è pè tte?" le domanda con tono serio.
La pazienza che Elena aveva meticolosamente costruito, lui era riuscito a farla oscillare, minacciando di farla crollare.
" che diavolo stai dicendo?!" si avvicina subito a lui, alzando la testa davanti alla sua che sembrava squadrarla dall'alto come fosse Dio.
" non so quello che sia successo, ma tu non vieni qui dopo stanotte, con questo tono per le tue paranoie e la tua mancanza di fiducia!"
Non gli da tempo di replica e si volta raccogliendo le sue cose.
" Elena, aspiett" Ciro le si avvicina subito, ma lei lo spinge via.
Elena non possedeva le stesse corde di Ciro: le sue dovevano essere torturate per poter esplodere, e se arrivavano a farlo, lei non riusciva a calmarsi subito.
" lasciami in pace, devo lavorare" lo liquida con questa frase, con la scusa anche di Gennaro che sembrava cercare Ciro come un pazzo.

Quanto meno vederla andare via, per lui era servito.
Quello spintone che gli aveva dato quando si era avvicinato lo aveva fatto sprofondare nel vuoto più buio, sentendo ancora il suo profumo addosso.
Aveva capito così tanto di aver sbagliato con lei, che aveva corrotto Teresa e le attività del cazzo, per poter andare da lei o ovunque si trovasse, vincendo nella maniera più assoluta.
Muove passi felpati, non perde un centimetro dell'IPM e nemmeno la sua possibile improvvisa apparizione.
A detta di Teresa, si sarebbe dovuta trovare agli uffici, ad aspettare l'ora in cui deve incontrarli.
E appena arriva su, dopo le scale, la vede: a separarli solo il vetro, scruta la sua figura in piedi davanti alla macchinetta del caffè che gesticola, poi improvvisamente le da una botta, provando a fare uscire il caffè.
Erano così simili eppure così diversi, che quella frase di Lino gli fece capire che solo ieri l'aveva avuta davvero e già non voleva perderla.
Si accorge di lui e si mette sù quell'aria che ormai Ciro conosce, quella che mostra che non gliene frega niente, ma lui riesce e leggerla dietro le righe.
Fa pochi passi, e pure quel vetro, ormai non li separa.
" Sei venuto a chiedermi la data di quando ho scopato con Lino?!" lancia subito le sue frecce velenose.
" nun fà a' scem" finge di minacciarla, facendosi scappare mezzo sorriso.
" da che pulpito" mormora, abbassando gli occhi sulle sue solite carte.
Nonostante tenga le braccia incrociate al petto, le salterebbe addosso adesso.
Questa donna lo faceva impazzire senza doversi impegnare nemmeno un po'.
" non sto sentendo nessuna scusa da parte tua, puoi andare" cerca di liquidarlo.
Ciro fa un cenno con la testa, allargando il suo sorrisino.
" uno" comincia a parlare avvicinandosi alla sua scrivania.
" non ti liberi di me cosí facilmente.. te l'ho dimostrato Nennè" asserisce appoggiandosi con le braccia larghe alla sua scrivania.
Elena alza la testa trovando i suoi occhi che la fissano come se stesse impazzendo a controllarsi.
" mi hai dimostrato anche che ci stai due minuti a spararmi merda" controbatte subito.
Fa un giro veloce della scrivania e Elena si alza in piedi, facendosi trovare quasi pronta a litigare con lui di nuovo.
" sono qui per questo.. só stat nu strunz.." le ammette.
" sono felice che l'hai capito quanto meno.." risponde rilassando i tratti del volto.
" e mó vasm Nennè.."

Nennè/Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora