60 " Ammettere"

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 Avviso autrice : vi avviso che da qui in poi, con questo font, racconterò un sogno che Elena fa, ci sarà un linguaggio un po' più spinto e siete libere di non leggere se queste cose, vi urtano in qualche modo.                    
- Ely🥀

ELENA

Mentirebbe, in modo spudorato, se dicesse o ammettesse anche fra sé e sé, che quel piccolo momento con Ciro, non le aveva lasciato nulla addosso.
sentiva ancora la pressione delle sue labbra addosso, in maniera così diversa dalle altre volte, come se le avesse acceso improvvisamente, quello che non era mai stato lì, prima d'ora da quando lo aveva conosciuto.

Quando le tocca ritornare a quello che la circonda, lasciando quei pensieri, guarda male Pietro, che sorride davanti alla porta di quella casa, come se si aspettasse già che Elena sarebbe venuta ad abitare lì.
" potresti aiutarmi, non credi?" gli domanda scettica, alzando il sopracciglio, mentre trascina le sue cose dentro, sotto lo sguardo divertito di Pietro.
pensa a come sia entrata in quel grado di confidenza con Pietro, nonostante si conoscessero da poco: sembrava avessero quei piccoli dettagli, simili. al contrario di Pablo.
" è stato facile trovare una scusa a quanto pare" Elena si toglie il giubbino a jeans,e si lascia cadere un attimo sul divano bianco, che è apparso prima che lei arrivasse o non lo ha visto minimamente.
" dovrò comunque venderla, per mantenere la cazzata dell'appartamento vicino a Teresa"
Pietro fa una faccia sorpresa, battendo le mani ironicamente.
" consideralo già fatto comunque" le fa un occhiolino, prima di avvicinarsi al tavolo e prendere le chiavi. Gliene lancia un copia che lei afferra al volo.
"Vedi di non perderle" la avvisa, alzando l'indice.
" credo che non tornerò prima di sera, goditi la casa.. camera tua è di sopra"
Elena non fa nessuna domanda, nonostante ne abbia tante, ma pensa subito che ha tempo e le risposte, non le vuole subito.
" d'accordo, grazie" gli accenna un sorriso, mentre lui si mette gli occhiali da sole e la lascia lì.
si guarda un po' attorno, ma gli occhi le si chiudono da soli, facendola sobbalzare, ma hanno vincita, facendola addormentare sul divano, dove piano piano si accascia, fino a stirarsi completamente, cadendo fra le braccia di Morfeo.

La sua mano entra in contatto con il suo collo, sfiorando la parte rasata con le dita. si lascia stringere al suo corpo, sentendone anche lei l'incompleta soddisfazione, nel sentirlo fin troppo poco, nonostante fossero stretti l'uno a l'altra.
sente le sue mani, scendere dalla sua guancia, lungo il suo collo, si ferma lì attorno, stringendo di poco la presa.
lo guarda come se la stesse chiamando con gli occhi, mentre la guarda dalla testa ai piedi, leccandosi le labbra.
" Rimm chill ca vuó, Nennè" rimane a guardarlo per pochi secondi davanti a quella richiesta, sporgendo la testa in avanti per baciarlo, come risposta ma lui la riporta ancora di fronte al suo viso, facendo sfiorare di poco le loro labbra.
" Voglio sentirtelo dire che mi vuoi" le ripete, spostando la mano sul suo fianco, che tiene il suo corpo come in prigione, lungo il suo fondoschiena, tracciandone ogni centimetro piano, con le dita.
" ti voglio, Ciro" gli punta i suoi occhi sui suoi, come aveva fatto lui fino ad adesso e solo dopo averlo pronunciato, anche contro ogni aspettativa sua, Ciro muove la mano in avanti, portandola sulle sue labbra, muovendole lentamente ma così bene che Elena in poco tempo, si trova a ricambiare, sentendo di volere di più. sarà che questo modo di stringerla, la fa sentire davvero sua, anche se non lo avrebbe mai accettato.
Le aveva stravolto tutto, pure il modo di pensare e di agire contro i maschi.
la sua forza la solleva di peso, prendendola in braccio e sembra quasi che finalmente la sua parte, che sembra un miraggio, sta venendo fuori.
La sua schiena tocca il divano, in maniera improvvisa ma continua a tenere le braccia attorno al suo collo, senza nemmeno pensare a staccarsi un attimo.

Ma improvvisamente, il campanello la fa sobbalzare. Ricorda subito le parole di Ciro:
se nun ce sta Pietro 'ccu tte, tu a cas è comm se non ce staij.

Approfitta dello spioncino, lasciando poggiare la testa sulla porta e rimane sorpresa, quando nota un uomo. capisce subito di avere davanti, contro ogni sua previsione, il padre di Ciro, nonché forse, padrone di questa casa.
lentamente, fa fare i giri che servono alla chiave e  apre la porta a Don Salvatore.
" Buonasera" si fa da parte invitandolo ad entrare, nonostante sia poco fiduciosa. ma l'uomo, si toglie gli occhiali mentre entra dentro.
" Pietro non mi ha detto che sarebbe venuto" spiega subito, togliendo la chiave dopo aver chiuso e rimettendola nei jeans.
" Buonasera" torna a respirare in modo regolare, mentre lo guarda prendere posto sul divano.
" O' sacc. sul ca figl mij si pensa cca ij e'cos nun e' veng a sapè"
" Beh , io.. " si blocca, non trovando le parole, mentre lui la zittisce con un cenno della mano.
" Non mi interessa della casa,  ce può stá quant vuó tu" rimane ancora in silenzio, forse sorpresa e a disagio dalla confidenza che si era preso senza problemi.
" sua madre l'ha lasciata a lui" continua facendole presente questo piccolo ma grande dettaglio per lei.
" Io non lo sapevo.. mi dispiace per sua moglie"
si limita a farle mezzo sorriso, restando ancora seduto sul divano, solo che adesso scruta dalla testa ai piedi Elena, come a volerla capire a fondo.
" stó 'cca pè parlá 'ccu ttè" Elena deglutisce un attimo, sperando che lui non abbia percepito il disagio e annuisce, prendendo posto su una delle sedie del grande e lungo tavolo che stava in salone.
" la ascolto" se c'era una cosa che aveva capito, dalla sua vita precedente, era di non fare mai mosse e passi sbagliati davanti agli uomini di una certa età, che erano pure uomini d'onore. sapeva che la cosa più giusta era farli parlare e rispondere con estrema sincerità, era l'unico modo per guadagnarsi almeno la loro completa pace.
" sacc ca sí stat tu a spará a chill n'fam"
Elena rimane in silenzio come per mostrargli il suo acconsentire alle sue parole.
" dovevo solo ricambiare un favore a Ciro" spiega subito però.
" mi hai tolto un sasso dalle scarpe. I Ricci ti sono riconoscenti, stong a tua completa disposizione"
" grazie Don Salvatore, ma vostro figlio mi sta già aiutando " improvvisamente le passano davanti le immagini del sogno precedente e si ritrova a dover abbozzare mezzo sorriso, per non perdersi e farsi scoprire.
" sí a femmn soja" la frase suona quasi come un'affermazione più che una domanda.
" Io non lo so se stiamo insieme... so solo che mi sta aiutando" gli sorride e lui le ricambia, ma con un significato completamente diverso.
" se non lo sei adesso, lo sarai presto allora "
rimane a fissarlo pochi secondi, senza rendersi conto di star giocando con le sue dita, in maniera evidente nervosa.
" io " si prende una pausa, prendendo un respiro profondo " voglio bene a suo figlio, al contrario di quando l'ho conosciuto" rivela a suo padre, mentre come un film le immagini di quando lo aveva visto la prima volta, le passano dentro la testa. le fanno rabbrividire la pelle, facendole rendere conto, che forse era arrivato il momento di ammettere, la frase che suo padre aveva appena detto. e non lo era perché gli aveva permesso di toccarla, perché gli aveva donato e mostrato anche quel lato che lei aveva minuziosamente odiato e provato a eliminare, era la sua femmina, come aveva detto suo padre, perché erano fatti della stessa pasta. avevano lo stesso cuore, che riusciva a essere senza scrupoli, quando voleva. ma davanti a chi li indeboliva, non riusciva a non abbassare lo sguardo, quel maledetto cuore.
" Per vulè ben a na cap comm a chell di Ciro, bisogna essere simili a lui" fa una pausa anche lui, giocando con l'asta degli occhiali.
" Ij nun sacc nient e'te, ma se ti sta aiutando, ti si pigliat o'cor soj" si ritrova di nuovo a dover nascondere un sorriso, ma a Don Salvatore non sfugge.
" piccrè" la richiama all'attenzione, anche se lei non ha percepito quel tono autoritario.
" L'ammor è na cos Bell, sopratutto se sit tal e qual"
" Ha appena detto che non mi conosce" Don Salvatore ride, mentre si rimette gli occhiali.
segno che sta per andarsene.
" o' stess caratter e'merd, mh?" Elena non risponde, perché rimane senza alcuna parola da poter dire, quando si accorge di essersi fatta scoprire da sola.
" Accumpagnam a'port, piccrè"
Salta giù dalla sedia, prendendo subito la chiave.
Gli apre la porta e gli sorride.
" Ci virimm, piccrè" la saluta, sorridendo piano.
" arrivederci" lo saluta a sua volta con un sorriso.

lascia la porta aperta fin quando non lo vede sparire in macchina con i suoi uomini, lasciando venir fuori la tensione solo quando la chiude e ci schiaccia la schiena, sopra quel legno bianco.

Che discussione strana.sembra quasi che sia venuto per sapere che posizione avesse nella vita di suo figlio, che per l'omicidio commesso.
prima che possa ritornare a respirare normalmente anche per il risveglio improvviso, il suo telefono squilla da dentro la borsa.
Lo afferra subito, senza guardare neanche chi fosse.
" si,pronto " si rende conto di avere ancora la voce bassa, le sembra di essere stata in una bolla fino ad adesso, mentre si stropiccia stanca la testa.

" Nennè, ij"

Nennè/Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora