CIRO
Si sente una merda, ad approfittare del suo stato da completa ubriaca.
È così evidente che sotto il forte effetto dell'alcool, diventi ciò che nasconde agli altri, che Ciro adesso va oltre ogni suo valore e sta seduto sul suo divano, guardandola fumare alla finestra.
a differenza delle altre ragazze ubriache, che Ciro aveva visto numerose volte, lei non ballava o cantava, era semplicemente più aperta, meno sulla difensiva.Gli da le spalle, lasciando scivolare il maglione perfettamente sul suo corpo magro e esile. alza la testa in aria ogni qual volta sputa fuori il fumo dai polmoni, facendo muovere le pupille del ragazzo a destra e a sinistra e lui pensa che dovrebbe andarsene, non vuole perdere le ultime forze rimaste per trattenersi e non vuole che lei sia simpatica con lui, solo con in circolo il vino. guarda un'ultima volta le sue gambe prima di lanciare un sospiro nel silenzio pesante fra i due. distoglie lo sguardo, sistemandosi meglio sul divano e scaccia via il pensiero di alzarsi e andarle incontro, a malincuore.
- fors è megl ca m n vac - punta i pugni sul divano, alzandosi e Elena si volta, gettando la sigaretta dalla finestra.
- non sono così interessante come ti aspettavi - pronuncia, lasciando l'accendino sul tavolo.
Ciro rimane a guardala con la bocca a mezz'aria, sorpreso dalla sua sfrontatezza che questa non volta però non lo insulta.
rimane in piedi a guardarla fino a quando non si siede sul divano, appoggiando i piedi nudi sul tavolinetto. Ciro ignora o meglio ci prova, a scacciare quella scarica che subito lo pervade quando lei fa questo gesto, che lo manda fuori, come ogni cosa del resto. la guardava e si chiedeva cosa diavolo avesse lei, per costringerlo a volerla guardare sempre e a desiderarla così.
Elena lo guarda dal basso, afferrando poi la bottiglia sul tavolo, lasciata dai due lì poco prima.
- no, mò bast!- asserisce Ciro, afferrando la bottiglia dal collo, mettendo la mano sopra quella di Elena, che la stringe a sua volta.
- tornatene da dove sei venuto - si tira la bottiglia al petto ma la forza di Ciro la blocca a metà e a sua volta, tira anche lui verso il suo petto. Elena punta la sua forza nelle gambe, mentre giocano a un tira e molla fino a quando Elena non cede, sentendo le gambe doloranti per lo sforzo.
Ciro si stringe la bottiglia al petto, sorridente e fiero di averla sconfitta.
- sei il solito coglione!- mormora, alzandosi con uno scatto. i piedi la tradiscono e barcolla, rimettendosi subito in piedi, solo che adesso Ciro la sta prendendo in giro.
- non volevi andartene?- non capisce perché la frase gli viene fuori come un sussurro, nonostante i due siano soli e si trovi a pochi metri dal suo viso.
Ciro abbassa subito gli occhi sulle sue labbra e passa la lingua sulle sue, come a prendere aria.
- nun m'accumpagn?- domanda a sua volta col tono altrettanto basso, sperando in cuor suo che lei non lo faccia andare via.
- prego - trascina ancora le parole, mentre con le lunghe gambe cambia direzione, dando le spalle ancora a Ciro. posa la bottiglia sul tavolo e la segue, intenzionato sul serio ad abbandonare il suo piano: questo stato di Elena lo faceva impazzire, ma la voleva vigile con lui, non ubriaca. non ci avrebbe mai provato con lei in questo momento, in questo contesto.
raggiungono la porta e lui si gode un'ultima volta il suo corpo, prima che lei apra la porta e si ci appoggi, incrociando le braccia.
Ciro la guarda negli occhi, sorridendo senza mostrare le labbra.
- ci vediamo allora - biascica nervosa, abbassando subito lo sguardo.
- fa a brav - le raccomanda, senza neanche sapere lui il perché.
muove i piedi in avanti, uscendo da casa sua e si volta un'altra volta, guardandola con un sopracciglio alzato.
vattene adesso! gli urla il suo Io interiore, quello che fa l'uomo che è nonostante non abbia l'età. la guarda un'ultima volta, come a voler scattare una fotografia mentale e si volta, infilando le mani nelle tasche.
cammina dandole le spalle, sentendo di aver fatto la cosa giusta.ma improvvisamente i suoi passi vengono fermati, da qualcuno che stringe in pugno la sua felpa nera della Versace. appena si volta Elena lo attira a sé, posandogli una mano sulla nuca e lo bacia. nessuno dei due azzarda a spingersi oltre, Ciro posa le mani sulle sue spalle, stringendola per allontanarla, ma istintivamente ricambia, quando il suo odore gli invade le narici, la testa e i suoi sensi.
Elena continua a premere la mano sulla sua nuca, attaccandosi completamente al suo petto.
Ciro sembra come di ghiaccio: cosa gli sta prendendo? È quello che vuole e adesso non riesce neanche a muoversi, come avesse davanti la sua cotta da decenne.
rimane con la bocca a mezz'aria lui, quando lei si sposta, muovendo le dita sui suoi capelli rasati, non agevolando la sua situazione. rimane ancora addosso a lui, fronte contro fronte.
- pensavo fossi venuto per cercare di baciarmi ancora- mormora, con lo sguardo basso.
- avess fatt se nun stev accussí - spiega sincero, mormorando a sua volta. Elena alza gli occhi, guardandolo e lascia scivolare le mani attorno al suo collo, stringendosi ancora di più a lui.
Ciro manda giù il groppo in gola, quando quei pozzi azzurri lo guardano mezzi abbassati.
- mi stai dicendo che non vuoi?- domanda avvicinandosi ma senza toccare le sue labbra. Pensava di essere in grado di dominare qualsiasi donna che volesse provocarlo, senza farsi prendere ma con lei invece, tutto gli trapelava attraverso il viso.
- Nennè...- mormora, posando le mani sui suoi fianchi e avvicinandola al suo petto prepotente.
- ij t sto sul rispttan - mormora, attaccando pure i loro bacini, incoerente contro ogni sua parola.
- nun m vogl approfittà - continua, parlando a bassa voce.
- non eri tu a parlare di superare i limiti?- passa lo sguardo sul suo viso, concludendo sulle sue labbra.
Ciro stringe la presa sui suoi fianchi, imitandola nei movimenti degli occhi.
- se o'facess, riman tu m odierai pegg e primm - spiega, vulnerabile.
- io non ti odio, o forse un po' - asserisce seria, stringendosi al suo collo.
- e pecchè? - domanda.
- perchè... perchè...- mormora, avvicinando il volto al suo. Ciro sente i suoi seni premere contro il suo petto, sfiorando la sua collana. così respira a fondo, guardandole le labbra. - cosa ti importa sapere?-
- o'vogl sapè pecchè t comport accussí - asserisce serio, questa volta e approfittando a malincuore: vuole sapere perché si comporta così, è più forte di lui.
- che ti importa? - continua a chiedere Elena.
- nennè, tu m piac o'ver - le rivela, alzando la mano sul suo volto per accarezzarla con le nocche.
- e vogl sapè chill ca t'e succiess -
Elena improvvisamente si scansa come fosse scottata.
- Lenù - la richiama Ciro andandole incontro ma lei indietreggia, scansandosi.
- tu vuoi sapere troppo - asserisce, guardandolo dalla testa ai piedi. dai suoi occhi improvvisamente lucidi Ciro capisce di aver toccato quel punto, c'è quasi.
- l'a firní e'fà fint e'nient!- la minaccia alzando il tono.
Elena lo guarda con gli occhi sgranati, impaurita.
- io non sto fingendo!- urla, scacciando subito le lacrime, infinite come fossero lì da mesi.
- e invec si! M stev vasann, Elena - asserisce serio.
- spiegame pecchè se nun m vuò?- torna a parlare calmo, alzando e abbassando il petto velocemente.
Elena volta per un attimo la testa di lato, trattenendosi il labbro inferiore fra i denti, trattenendo altre lacrime.
- mò Elena, o m n vac!- la minaccia ma davanti al suo silenzio e ai suoi occhi sgranati, deciso volta i passi, nonostante non abbia idea di dove andare.
- perché ho fatto una promessa!- urla alle sue spalle, guardandosi poi attorno.
- c promess?- domanda, raggiungendola di nuovo.
- entriamo dentro per favore..- mormora, girando subito i passi verso la porta di casa sua.
Ciro la segue in silenzio con quella frase in testa, che gli martella. che promessa?
- c promess?- continua quando Elena chiude la porta alle sue spalle e va in cucina, prendendo un tovagliolo.
- non è facile Ciro - gli spiega di spalle, voltandosi poi di scatto e appoggiandosi alla cucina in marmo.Ciro prende posto sullo sgabello, come prima. posa sul tavolo il suo portatabacco e ne estrae due già fatte, porgendola a Elena. la guarda con le pupille fisse nelle sue, sta aspettando una risposta e lei lo sa: lo capisce da come deglutisce, cercando di iniziare un discorso, mentre prende la sigaretta che gli porge.
- io qualche anno fa, non stavo qui, stavo a Cuba - inizia, ma Ciro rimane in silenzio, facendole intendere che non la interromperà ne ora e ne dopo. si accende la sigaretta, porgendole l'accendino.
- all'inizio non uscivo per niente, non conoscevo nessuno, fino a quando non ho incontrato Fabrizio - fa una pausa, accendendo la sigaretta e aspira il fumo, buttandolo fuori subito dopo.
- mi ha voluto subito, appena ha posato gli occhi su di me- continua, tenendo a mezz'aria la sigaretta.
- e io, a mia volta - fa un'altro lungo tiro, aprendo delle ferite nascoste a qualcuno che non si aspettava mai.
- l'unica colpa di Fabrizio era il suo presente. suo fratello lo obbligava a fare corse clandestine, a spacciare..- mormora, facendo attizzare le orecchie a Ciro.
la sta ascoltando come non ascolta nessuno mai.
- stavo bene con lui - ammette - fino a quando suo fratello non l'ha costretto a entrare nei giri di prostituzione. - Ciro nota il suo sguardo cambiare, diventa improvvisamente malinconico e triste.
- lui ha iniziato a fare uso di droga, completamente senza nessuno scampo da suo fratello. dovevano portare avanti la famiglia, il suo quartiere era così orribile e povero - commenta infine, non riuscendo a guardare Ciro.
- e poi che succiess?- domanda piano, davvero interessato.
- dovresti saperlo come va a finire -
- l'hann pigliat?-
Elena annuisce, la sigaretta girata, si è spenta.
- e tu o'staij aspttan?- domanda Ciro, capendo improvvisamente perché era così incoerente nelle sue parole.
- non lo so Ciro, lui non ha scelto me.. ma non so se verrà mai a cercarmi..-
- c signific ca nun t'ha scelt?- spegne la sigaretta dentro il posacenere.
- ha preferito andare in galera, piuttosto che venire qui a Napoli con me - conclude ridendo ironica, riaccendendo la sigaretta.
- ricordo come fosse ieri quando gli ho chiesto di scegliere ed è arrivato persino a mettermi le mani addosso quando gli ho detto che me ne sarei andata anche senza di lui.. eppure lo coprivo sempre, nonostante tutto - rivela Elena con gli occhi sui suoi piedi nudi, ma appena alza gli occhi Ciro l'ha già raggiunta, con un'espressione seria.
- t'a mis e'man n'cuoll. C c aspiett ancor?- domanda arrabbiato.
- lo sapevo che non avresti capito - Elena distoglie lo sguardo dal suo, voltando la testa di lato.
Ma Ciro la inchioda al marmo freddo della cucina, bloccandole le gambe. posa le braccia ai lati del suo busto, reggendosi.
- no, nun t capisc - la guarda, trovandola particolarmente bella senza essere in tiro, come all'IPM. o forse è più bella, ai suoi occhi, perché adesso sa quello che l'ha resa così forte. quello che non si rivela mai e giura a sé stesso, che le farà cambiare idea su cosa è l'amore e su chi vale la pena aspettare fuori.
- staij aspttann coccrun ca nun t merit - le dice, spostandole una ciocca dietro l'orecchio.
- se t'agg mis in confusion, ce sta nu motiv, mh?- conclude, guardando per un attimo i loro corpi vicini, fin troppo, senza che lei spinga per fare distanza.
- per questo ti odio..- mormora, facendolo ridere.
- allor odiam pur, Nennè.. ma ij t tuccass sul p fà ammor -