41 " Se hai bisogno, ci sono "

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Amarsi e odiarsi è uguale
Quanto vale un sentimento?
Forse è stato tempo perso, un petalo di rosa nel deserto
- Elodie, Tribale.



Mentirebbe, spudoratamente, se direbbe a qualcuno o anche a sè stessa, che piuttosto che dirigersi verso la sala comune per incontrare Ciro, avrebbe voluto scappare via. usare una scusa, per tornarsene a casa.
fingere un malessere, che poi non sarebbe servito fingere. più passavano le ore, più il suo corpo sembrava cedere alla stanchezza, fisica e mentale.

Scosta le tende della sala comune, pronta a trattenere il respiro, ma corruga le sopracciglia quando nota solo Lino, sembra la stia aspettando.
- Lino - lo saluta, posando la borsa sul pianoforte come di rito. - è successo qualcosa?- domanda.
- no Elena, è solo che - si interrompe, passandosi una mano sul volto. - Ciro si rifiuta di venire all'incontro - le spiega e Elena resta con la bocca a mezz'aria.
- ah, e come mai? - domanda, fingendosi disinteressata.
- si è rifiutato e basta, lo sai: posso poco con lui - le confessa a bassa voce, facendole alzare gli occhi al cielo.
- dov'è adesso?-
- in cella ovviamente - risponde tranquillo e lei sospira, accettando il fatto che dovrà andare da lui adesso.
- senti Elena, mi devi aiutare a coprirlo con la direttrice - continua Lino, quasi pregandola.
- Spero tu stia scherzando - lo ammonisce.
- io non mi abbasserò ai suoi ordini - asserisce, riappropriandosi della sua borsa.
- accompagnami da lui - ordina, senza neanche rendersi conto. ma chi si crede di essere per credere di poter raggirare anche lei? forse ha dimenticato il suo posto.
Lino esegue il suo ordine e la accompagna alle celle, per tutto il corridoio, fino ad arrivare alla cella di Ciro e Edoardo.
Appena Lino infila la chiave, Edoardo fa capolinea, masticando rumorosamente la sua gomma. attraverso le sbarre Elena riesce a vedere Ciro, steso sul letto, coperto da una nube densa e bianca.
- uard chi ce stà - parla Edoardo, accompagnando i movimenti di Lino, per spalancarle la cella.
senza timore, fingendo, si fa avanti.
Supera la figura di Edoardo, che la scruta, chiudendo la cella per lei.
si ferma di fronte al letto a castello, dove Ciro occupa la parte superiore e il che, gli permette di poterlo guardare dall'alto.
- ohh - esordisce ironicamente, sorridendo senza mostrare i denti - quale onore la porta qui dottoressa?- improvvisamente volta la testa, guardandola e sputando il fumo nella sua direzione.
- non ti sei presentato all'incontro - sposta con la mano la nube di fumo, all'odore di erba, sotto i suoi occhi che la scrutano attenti. ha fatto un grande errore, a venire fin qui. pensa lui, mentre si mette seduto.
- mh, t crerev cchiù intelligent - la fa indietreggiare, quando scende dal letto con un salto e incrocia subito le braccia al petto, senza togliersi quel sorrisino dalle labbra. i suoi occhi vagano sui suoi lividi, prima di voltarsi verso Edoardo e fargli cenno di uscire.
Anche l'amico, segue i suoi ordini, lasciandoli soli.
- guarda che penalizzi solo te stesso - la sorprende ancora, quando sorride ironicamente e provvede a riaccendersi la canna.
- e sí venut fin a ccà pè chest? - storce le labbra, facendo spallucce - staij sprecann temp - conclude, facendo un'altro tiro.
Elena spazientita, si fa avanti, mettendosi faccia a faccia con Ciro e la sua nube di fumo.
- perchè?- domanda - pensavo stessimo andando d'accordo - continua, gesticolando.
- appunto - ammette, con una tranquillità, cosí incoerente al suo sguardo, che la sta fulminando.
Elena si perde, mentre cerca di decifrarlo, ma Ciro abbassa la testa, sputando il fumo.
eppure nessuno dei due, osa aumentare le distanze.
- ti stai comportando da immaturo - dice subito con tono duro.
Il ragazzo alza le pupille, guardandola.
- ah si? - domanda con tono basso
-Chi è stat?- le domanda improvvisamente, indicando i suoi lividi, con un cenno.
- te l'ho già spiegato. - risponde, cercando di essere convincente. - sono caduta -
- mi reputi pure nu' scèm?- inclina la testa, sorridendo.
davanti al silenzio di Elena, Ciro capisce di averci preso.
- sei in pericolo?- le domanda subito.
- cosa?- mormora Elena - io, non sono in pericolo -
- nun m n'fott nu'cazz se nun vuó parlà - la ammonisce duramente - ma nun m piglià pó cul, mi offendi - le mette in chiaro.
- sto aiutando Fabrizio - rivela Elena.
- quindi è uscito - allude, facendo un'altro tiro, per calmare la tensione.
- Ciro, non posso dirti niente - parla piano Elena, avvicinandosi ancora di più al suo volto.

Ciro abbassa gli occhi sulle sue labbra, sul taglio presente e sul livido che si fa spazio sulla sua guancia. eppure, nonostante odi farsi manipolare da una ragazza, davanti ai suoi occhi si sentiva come attratto. non riusciva a non guardarla, quando arrivava tutta in tiro all'IPM, non riusciva a non starle intorno, se la vedeva sola. le piaceva, più di Viola.

- non voglio sapere niente infatti - mente lui, facendola allontanare.
- sappi che non ti coprirò con la direttrice - lo minaccia, facendolo ridere ancora.
- con me devi fare di peggio, se vuoi farmi un torto - asserisce, riportando la canna alle labbra.
- perché devi fare sempre cosi?!- si avvicina, per afferrargli il braccio, come fosse un bambino che non vuole andare a scuola, dimenticandosi chi ha davanti.
con uno scatto veloce, le blocca entrambe le mani. Elena guarda la canna fumante per terra ormai, mentre lui la guarda serrando la mascella.
- tu perché devi fare sempre così - riporta le sue parole - è questo quello che vuoi?- le domanda, indicando ancora i suoi lividi.
- ij nun t capisc.. - continua, ancora.
- non ti ho chiesto mai niente, Ciro - gli ricorda.
- preferisci farti trattare così?-
- se ti ho sempre detto di lasciarmi stare, era proprio per questo - rivela, ammettendolo finalmente a sé stessa e a lui. - Fabrizio non uscirà mai dalla mia vita, fin quando io non capirò - continua e contro voglia, le lacrime iniziano a scorrerle sulle guance, come un fiume in piena. - e non mi è mai bastato niente - mormora, abbassando lo sguardo.
Ciro rimane di sasso. riesce solo a lasciarle le mani, mentre si rende conto di quanta forza abbia. di come sia capace di amare qualcuno e capisce adesso, perché tutta quella riservatezza.
Ama senza condizioni, senza guardare chi sei.
Allunga un braccio sulla sua spalla e la spinge contro il suo petto, abbracciandola.
all'inizio Elena rimane titubante, non si aspettava da parte sua un'abbraccio o qualcosa del genere.

ma appena le sue orecchie si focalizzano sul battito del cuore di Ciro, sente ogni sua parte del corpo rilassarsi. era da stamattina che cercava di tranquillizzare la sua anima e solo adesso sentiva quel senso di pace, in mezzo a tanto caos.
le accarezza i capelli, come quando da bambina suo padre, le raccontava qualche favola prima di mandarla a dormire.
Questa sensazione le mancava. la sensazione che niente può farti male.
come se la stessero chiamando, alza gli occhi e trova quelli di Ciro già su di lei, mentre piano lascia andare il suo corpo, rilasciandole addosso di nuovo quella sensazione di tensione. ma nessuno dei due, si allontana: rimangono li, come se volessero ancora raggiungersi, ma non lo fanno.
Ciro la guarda come se fosse qualcosa di raro adesso, allunga la mano sulla sua guancia, accarezzando quella parte e nonostante il fastidio, Elena non si sposta.

- se ti serve qualcosa puoi contare su di me. se hai bisogno, ci sono - le raccomanda, sorridendole.

Nennè/Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora