30 " Ora basta "

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Ciro la rincorre, facendo le scale così velocemente che ha paura di inciampare, ma l'istinto gli urla maggiormente della paura nella testa.
- Elena, fermati!- le ordina, mentre lei continua a correre scaltra, facendo ondeggiare la sua coda.
- t'agg ritt fiermt!- le ripete, concludendo l'ultima rampa.
- lasciami in pace!-
- oh!- urla ancora, nonostante adesso entrambi siano fuori, vicino agli altri. aumenta il passo e la raggiunge, facendola voltare verso di lui.
- tu accussí nun m tratt, e'capit?!- le urla ancora e al contrario degli altri, lei non si intimorisce, anzi.
- perché ti aspetti un trattamento migliore?!- si libera il poso dalla sua presa con violenza, serrando la mascella.
- si. nun può fà sempr accussí!- le dice ancora, senza smettere di guardarla.
- È chiar comm o'sol ca m vuò pur tu - le svela, abbassando il tono.
- sono stata una stupida a credere che potessi avere un minimo di bontà in quel cuore di merda che ti ritrovi!- fa per voltarsi, per continuare a camminare ma lui ancora la ferma, stavolta stringendo più forte.
- statt accort a comm parl. - la minaccia.
- ij nun song Fabrizio - Elena rimane con la bocca a mezz'aria, quando sente pronunciare quel nome dalla sua bocca.
- non ti permettere a nominarlo, testa di cazzo!- sbotta, esplodendo come una bomba.
- ancor nun t'e chiar ca facc chill ca vogl?- alza un sopracciglio ridendo.
- torna a scoparti Viola nella tua cella, lasciami in pace!- urla ancora.
- comm cazz o'saij tu?- gli dice, sorpreso.
- chiamalo destino, mh?- lui la guarda dalla testa ai piedi e non parla finalmente. - non sarò di certo una delle tante che ti collezioni e che fa finta di essere l'unica per te.- si libera ancora in modo violento dalla sua presa, questa volta però si massaggia il polso.
- Ti sbagli, se pensi che sia una cosí. mi vuoi? Aspetti e mi rispetti, non ti scopi le altre.-
- e no - la smentisce - ij teng nu limit pè tutt cos. se t pienz cca ti corr dietro per sempr, t sbagl. - il suo ego si gonfia, finalmente sta riuscendo a controllare le sue emozioni.
- tu m piac, ma mi piace di più chi sa decidersi - tira fuori dalla tasca della tuta il porta tabacco e Elena mette su un sorriso, incrociando le braccia al petto.
- perfetto, direi che ci siamo detti tutto - si guardano pochi minuti, poi lei senza dire altro volta le spalle e raggiunge Teresa, costringendo Ciro a metterle una x sopra. si stava stancando, di essere trattato come un oggetto. Elena era stata chiara con lui sempre, ma appena la baciava, si smentiva senza parlare.
voleva fare la preziosa? Ben venga, Ciro di sicuro, non si sarebbe spinto oltre, se lei non glielo avesse detto chiaro e tondo.

***********
il giorno dopo, ha evitato pure la sua seduta, decidendo di restare in cella. così si stende con le gambe sulla scrivania, dando fuoco al suo spinello e si rilassa.
mentre i suoi occhi focalizzano tutte le sfumature del mare, pensa proprio a lei. così simile a questa distesa azzurra che lo faceva sentire piccolo, contro ogni sua volontà. non poteva permettersi una debolezza del genere, lui già nato con il destino scritto, come in una storia.
Desiderava accanto qualcuno che gli facesse mettere da parte, quei rimorsi, quei peccati commessi, dove sa che è inutile pregare e sentirsi buono. non voleva essere sempre il cattivo, quello che odia chiunque gli intralci la strada. voleva riservare la sua parte ancora fiduciosa e dolce a qualcuno, che davvero non ci avrebbe pensato due volte, a scegliere lui.

- non mi inviti a fumare?- prima che possa voltarsi, due mani si fanno spazio da dietro, sul suo petto.
riconosce subito il forte profumo di Viola, mentre stringe con le mani il suo rosario e posa le braccia sul suo collo. la sua mano destra si allunga, cercando di prendere lo spinello ma Ciro si sposta, costringendola a togliere le mani. si alza dalla sedia e si fa un lungo tiro, incavando le guance e tornando, istintivamente con gli occhi sul mare.
- tutto bene?- domanda accentuando l'accento del nord. - sei nervoso per quella stronza piena di sè?- domanda, avvicinandosi.
- non sembra molto da Ciro - continua ridendo e la sua rabbia scatta.
- c cazz sí venut a fà? O'saij ca quann t vogl vrè è Lino ca t'o dic - le domanda a denti stretti.
Viola ride, niente la può far intimorire.
- pensavo ti andasse una sorpresa - prima che possa risponderle, la guarda allungare le mani sulle sue spalle, accarezzandole.
- lo so che in fondo pensi che io sia meglio di lei - si avvicina per baciarlo, ma come neanche lui, si sarebbe mai aspettato, la allontana in modo brusco.
- vatten, nun teng genij - la rifiuta, senza neanche capire perché.
La rossa assottiglia gli occhi e assume un'espressione dura e arrabattata, ma se ne va, lasciandolo solo.
solo, a pensare all'unica persona, che non lo merita.

Nennè/Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora