Elena continua a fare avanti e indietro, per tutta la sala comune, mentre Teresa, seduta sui divanetti la guarda, spazientita.
- ti innervosisce la cosa?- parla la sua amica, facendo fermare i suoi passi.
- volevo solo evitarlo il più possibile, ma il magistrato chiede più ore di quanto gli possa dedicare - getta le carte sul pianoforte, respirando a fondo.
non ci bastava solo Fabrizio, ci voleva pure questa.
- Magari andrete d'accordo - gli occhi chiari di Elena la fulminano, facendola ridere.
- non ridere Teresa! Qui c'è di mezzo un brutto scherzo -
- magari è la volta buona che vi chiarite, invece di ignorare qualcosa, mh?- incrocia le braccia al petto, assumendo uno sguardo convinto e sicuro di sè.
- non c'è niente da chiarire - replica subito, tornando a guardare le sue carte. - cosa vuoi chiarire con uno che dice una cosa e ne fa un'altra- continua parlando piano.
Teresa si è alzata e l'ha raggiunta, affiancandosi a lei.
- ma dillo che ti rode, non fingere con me che ti leggo come un libro aperto - la sorprende, sorridendo premurosa.
- non c'è persona che io conosca più di te e so bene che tutto questo avanti e indietro - gesticola con l'indice, imitando il movimento - è fastidio. hai paura che adesso invece di completare il programma, finirete per affrontare l'argomento Viola -
inevitabilmente, Elena pensa a Fabrizio e deglutisce. come può dirgli che lo ospita e per di più fuggitivo? sarebbe risultata incoerente con tutto quello che aveva detto a lei, su Edoardo.Prima che possano concludere il discorso, le tende si spalancano annunciando Lino. come al solito, Ciro cammina alle sue spalle ma libero, senza che Lino lo accompagni. ignora completamente Elena, mentre si mette seduto sui divanetti e inizia a girarsi una sigaretta.
- vi auguro buon lavoro, per qualsiasi cosa sono fuori -
- Grazie Lino - sorride alla guardia, che lascia la sala.
- io vado, devo ancora passare dal piastrellista - la avvisa Teresa, guadando con la cosa dell'occhio Ciro.
- ci vediamo in pausa - le accarezza il braccio prima di andare anche lei, lasciandola sola con il ragazzo.Elena guarda Ciro, dall'altro lato della stanza, che ha appena finito di fare la sua sigaretta ma non la accende, la sistema dietro l'orecchio, continuando a tenere lo sguardo basso e rilassato.
- vuò parlà o amma stà accussí tutt o'juorn?- alza improvvisamente gli occhi su di lei, dopo giorni, dove non ci aveva neanche provato.
- guarda che voglio stare qui quanto te!- replica, afferrando le carte che le ha lasciato il magistrato.
- il magistrato vuole degli esiti sul tuo andamento psicologo.. collabora e finiremo prima del previsto - si avvicina, lasciandole nelle sue mani, anche se non può farle.
- scrivi quello che ti pare - fa spallucce, senza staccare gli occhi però dal suo fascicolo.
- pensi di avere davanti Lino?- gli fa alzare subito il sopracciglio insieme allo sguardo, come ha fatto a capirlo?
Ciro non risponde e chiude il fascicolo, ritornandolo a lei.
- hai lett pur tu, no?- domanda con un cenno.
- è orribile quello che hai fatto - rivela, con un po' di paura in corpo. Ha un criminale davanti a lei.
- Ah si? E tu ch n saij? - replica subito. - vieni qua e cerchi di capire tutti, quando poi non capisci neanche te stessa -
- stiamo andando fuori argomento. Quello che hai fatto al tuo amico è stato inutile e senza cuore -
- tu non sai niente.- scandisce bene ogni parola, indurendo lo sguardo. - e ij nun parl - volta la testa infine, sistemandosi in modo comodo sul divano, allargando le gambe.
- so perfettamente che qui dentro, tutto si muove e si ferma per mano tua - inizia lei, catturando la sua attenzione.
- ma quel rasoio deve uscire fuori o ci saranno conseguenze- continua, cambiando discorso.
Ciro ride ironicamente, solo con le labbra, guardandola solo con le pupille.
- ho già detto alla tua principale che non so niente -
- ma puoi scoprirlo - tira fuori il suo asso nella manica.
- non ho metodi garbati per scoprire determinate cose, dovesti chiudere un'occhio nennè se vuoi il mio aiuto - replica sicuro - e tu nun sì Lino, giust?- ride, facendo innervosire ancora di più Elena.
- non ti credo. Tutti pensano che sei stato tu - rivela.
- ah si?- fa spallucce - e si vede che qua dentro sono famoso - continua a scherzare, aumentando il nervosismo.
Se solo fosse stata più lucida, avrebbe già capito, di star alimentando solo il " gioco " di Ciro.
- guarda che se non viene fuori, pagherete tutti -
Ciro sorride ironicamente - non vedo il problema. siamo già rinchiusi - risponde tranquillo - n'ora o'juorn a pazzià nun m cagna a vit - conclude, seriamente.
Nel frattempo Elena si è avvicinata fin troppo, stando in piedi davanti al giovane seduto, che adesso si ritrova contro volontà a guardarla, trovandosi ancora più interessato a lei. Come se i giorni a ignorarla, avessero alimentato, adesso che ce l'ha di fronte.
- hai finito? - domanda lui, spostando infine lo sguardo.
- vorrei, ma le tue sedute devono essere fatte di un'ora intera.. dovrai sopportarmi ancora - replica, voltando i piedi e tornando a prendere i suoi appunti.
si perde alcuni secondi a leggere, per poi voltarsi, sicura verso lui.
- non provi alcun rimorso per quello che hai fatto?- cita la prima domanda, essenziale, come l'ha definita Paola.
- non è a te che devo confessare i miei rimorsi - replica subito
- io sono sicura di no - appena afferma queste parole, Ciro la fulmina con lo sguardo.
prima che Elena possa fare un passo, Ciro si alza, raggiungendola.
- statt accort a chill ca dic!- la avvisa, alzando il tono.Elena spalanca gli occhi, sentendo ogni parte del suo corpo tremare: non l'aveva mai visto così.
La cosa per lui era davvero delicata.
Lino fa il suo ingresso, spostando subito Ciro dal corpo di Elena, concludendo così la prima, di tante sedute.