57 " Biglietto "

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' Scendi con me, in fondo al marea trovare quello che non abbiamo qua

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' Scendi con me, in fondo al mare
a trovare quello che non abbiamo qua.
Vieni con me e inizia a capire, come è inutile, rimanere a soffrire.
Guarda questo mare, caccia in fondo le tue paure, sta cercando di impararci'



Ciro l'ha guardata in silenzio, senza neanche parlare.
Elena riesce a farglia fare un passo indietro, uno sguardo nei suoi stessi confronti, convincendosi che in effetti, poteva aver esagerato.

Prima che lei possa asciugare le guance bagnate, lui le si avvicina senza pensarci due volte e si occupa lui di togliere i residui, restando con le dita ferme sulla sua pelle, muovendo il pollice piano, cercando un suo sorriso.
" Scusami " Elena attizza le orecchie, davanti alle sue scuse, sorpresa.
" è vero, non so niente di lui." continua, portando anche la mano destra sul suo volto, per portarselo più vicino.
" mi basta sapere poco però" le rivela, guardandola dritta negli occhi. Improvvisamente, Elena non prova più quella sensazione di squilibrio, che sentiva salirle su per la schiena, quando Ciro la guardava dritto negli occhi.
Ora sente una sorta di ombra, posarsi sulla sua schiena e diventare un tutt'uno con lei, portandole una sensazione di assoluta tranquillità e protezione.
Di colpo si porta il suo viso contro il petto, facendo aderire il naso di Elena contro il freddo del suo crocifisso, abbracciandola. stringe la braccia attorno al suo bacino, stringendolo a sua volta, colmando quella strana voglia di farlo.
Le mani di Ciro accarezzano i suoi capelli, prima di cercare il suo sguardo, abbassando la testa.
" stai meglio?" le domanda, con quel tono da furbo che si ritrova, sapendo già la risposta, pure se lei negherebbe.
" Tu stai meglio?" se la gioca così, alzando la testa per guardarlo, mettendo un sorriso su.
Lui trattiene un sorriso, voltando la testa verso la finestra, evitando di guardarla.
" se tuo padre vuole conoscermi, succederà.. devi stare assolutamente tranquillo Ciro " di colpo ritorna a guardarla in modo serio, ma non la lascia andare.
" Quella non è la vita che voglio fare"
Ciro sembra credere alle sue parole, abbassando la testa infine, Elena capisce di aver avuto la meglio.
Provvede a spostargli dei ciuffetti fuoriposto, dando vita ai suoi soliti capelli.
" vengo anche io però "
" e come avresti intenzione di fare?"
usa un tono ironico, ma Ciro la guarda in maniera scettica.
" Nennè, staj parlann cu' mme " il suo tono suona così convinto, che fa la ridere.
così Ciro, si ritrova a dover focalizzare la sua attenzione su lei che gli sorride a pochi centimetri, sentendo la sensazione di doverla stringere più forte, se era questo il potere che aveva su di lei.
" D'accordo, ci verrò con te.." Elena asseconda il suo volere, senza approfittare della vittoria precedente.
" comm faj cu chill?" il suo tono ritorna serio " aggiá fá coccos?" continua subito, muovendo velocemente le pupille.
" Tu stai già dentro, non devi accollarti più niente di quello che stai già scontando" Elena risponde altrettanto con tono serio, mostrandosi solo all'altezza del ragazzo di fronte a lei.
" si, ma non sono fuori " aveva capito che quando usava il dialetto, aveva semplicemente il cuore in mano, come il fegato quando si incazzava. ma quando Ciro usava l'italiano pulito, lei riusciva a cogliere una sorta di potere assoluto venir fuori da lui. lo usava perché alle sue orecchie, voleva essere serio con se stesso e con chi ha di fronte.
" ti diró qualsiasi cosa succeda, vabene?"

                
                   


                   *****************



Tutto era filato liscio, come l'olio.

Nessuno aveva scoperto che era segretamente entrata nelle celle di isolamento, ancora più vietati dei dormitori, ma dall'altro lato, era felice di aver passato quel tempo con Ciro. Di aver avuto quella piccola intimità, poco rara.
Il giorno dopo infatti, quando rimette piede all'IPM, poco prima di aspettare che le porte si aprino, nota l'auto di Pietro fuori dal cancello.
A meno che, non sia di qualcun'altro..
pensa fra se e se, mentre le porte si aprono e i piedi la conducono dentro.
oppure è successo qualcosa
Le domande le corrono in testa furiose, miste a un senso di preoccupazione che le fanno sentire le gambe molli. solo se lo vedrà sulle sue gambe, potrà essere tranquilla.
" We Lenú!" Silvia alle sue spalle, in fila insieme alle ragazze, le sventola la mano, riportandola sulla terra ferma, continuando poi a camminare.
segue con gli occhi la guardia che le conduce verso il laboratorio di ceramica e subito dopo, Lino, col suo distintivo penzolante ma storto.
Elena cambia direzione e si dirige verso la guardia, stringendosi i libri in petto.
" Buongiorno, Lino" lo saluta sorridendo. ma Lino sembra ancora avercela con lei per come ha reagito all'isolamento di Ciro.
" E jà" usa il dialetto, mentre muove i passi insieme ai suoi, facendo i giri del campo.
" Mi spiace, mi preoccupo solo della salute mentale di Ciro"
Lino si volta improvvisamente, con un'espressione furiosa in volto, mentre le punta il dito contro.
" Te par cca só scem?" le domanda con un tono alto e il dito che quasi le sfiora il viso.

Elena lo guarda con gli occhi spalancati.
sta pensando, sta elaborando qualcosa da dirgli, ma dietro le spalle alte della guardia, coperte dalla camicia, i suoi occhi mettono a fuoco chi stava cercando.
Il suo braccio sinistro, è tenuto fermo dalla mano del comandante e alla sua sinistra, ci sta Pietro.
Alla loro vista, non sa se per via del comandante che lo sta guardando accigliato, Lino si allontana immediatamente.
Elena non aveva minimamente notato che Lino era stato nel mirino di Ciro, che nonostante fosse costretto a stare fermo, stava già pensando a come fargliela pagare per come le si era rivolto.
Gli sguardi di questi due, che non sapevano neanche loro cosa fossero bene ancora, si incontrano e due sorrisi vengono fuori, nonostante le circostanze.
" C virimm prest, Piè" Ciro fa un cenno a suo fratello, insieme a uno sguardo che a Elena non può passare inosservato.
Pietro annuisce, prima di lanciare un'occhiata furtiva a Elena e tenderle la mano, come se si stessero conoscendo adesso. Elena la stringe.
" Piacere, sono Pietro" sente le sue dita muoversi dentro la sua mano, lasciandole dentro un biglietto piegato in piccoli pezzi. Elena sbianca, ma lo stringe forte, cercando di non mostrare curiosità. Ciro invece lo ha notato, aspetta solo che suo fratello faccia quello che deve fare.
" Elena" pronuncia lei, stringendo altrettanto ancora più forte.
Pietro se ne va senza salutare le guardie e Elena, volta gli occhi verso Ciro, sperando di trovare una risposta.
Ma quest'ultimo, le sta rivolgendo solo un sorriso sghembo.
" Dai, andiamo" il comandante lo spinge, incitandolo a camminare.
I loro occhi si seguono, pure quando Ciro le passa davanti, resta con la testa rivolta verso la sua.
Elena riesce solo a percepire dal suo labiale:
" Ci virimm prest, Nennè"

Nennè/Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora