Pietro le aveva fatto segnare l'ora e il luogo sul tovagliolo di carta del ristorante. le aveva descritto l'uomo, come si chiamava e perché doveva essere ucciso. a quanto pare ai Ricci non piace chi vuole farsi soldi, con la loro roba.
sapeva solo che qualcuno sarebbe passato a prenderla con un motore senza targa e la cosa che la spaventa di più, non è l'idea di uccidere qualcuno. è il fatto che non abbia timore, paura, senso di colpa.. quello che temeva stava accadendo, stava diventando per lui, perché aveva abbassato la guardia. aveva permesso al suo cuore di battere ancora, come adesso alla sua testa di rimanere concentrata.l'orologio segna che ancora ha del tempo, così riguarda gli abiti e la parrucca che dovrà indossare, per commettere l'omicidio, studiandone i dettagli ma il suo telefono inizia a squillare, con un numero anonimo.
lo afferra titubante, ma risponde.
" pronto?" domanda insicura, ma sente dall'altro il rumore della bocca, che aspira il fumo in un attimo e lo immagina già, con la sua canna alla bocca.
" stai bene?" le domanda, premuroso.
" si, sto bene" risponde fredda, lanciando la parrucca sul letto, spazientita dal suo cambio d'umore, e non sono niente ancora.
" nun sembr accussí però, Nennè " le risponde a voce bassa e un tremolio, le oltrepassa lo stomaco, colpendola in petto.
" che vuol dire? mi hai chiamato per prendermi in giro?!" sbotta, riversando un po' a lui il suo nervoso.
" m'arraccuman Elena.. tieni sempre gli occhi bassi, anche se hai il casco " le consiglia, mantenendo ancora il tono basso. " e fai finta che stai sparando a me, mh? Così non sbagli colpo " continua, facendola ridere. sente i nervi distendersi e quella sensazione di quando le sta accanto, tranquillizzarla.
" grazie.."
" sto vicino a te, mh?" lo dice così di colpo, che Elena ha paura di fraintendere cosa voglia dirle.
" in che senso Cì?" Domanda, ma la chiamata si chiude, segnando che è caduta la linea.Ma che parliamo a fare sempre delle stesse cose?
sto vicino a te.