☩ CINQUE ☩

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☩ D E S P E R A D O - APOCALISSE ☩VIl Dawn

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☩ D E S P E R A D O - APOCALISSE ☩
V
Il Dawn

Si ritrova nel bagno di quel motel, a riprendere il respiro che ha perso per troppi minuti

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Si ritrova nel bagno di quel motel, a riprendere il respiro che ha perso per troppi minuti. Il silenzio avvolge quella stanza, si avverte solo il suo affanno, trasuda dai polmoni contratti, dal cuore che spinge forte fino alla gola, che fa pulsare il pomo d'Adamo che a malapena raschia contro la gola per far passare la saliva. Si appoggia contro il muro, guardando il soffitto: non è poi tanto alto, è bianco, lo intontisce.

Un anno: un anno che non combatte.
Un anno gli sembra un tempo così ristretto, per lui che con un quarto di secolo addosso nemmeno può dare troppo peso al tempo che passa. Eppure, quei giorni, susseguiti gli uni gli altri, in quella dimensione di tempo che ora gli sembrava così distante, sono costati cari al suo corpo – alla sua mente. Fa riposare gli avambracci sulle ginocchia, il corpo contratto dai colpi presi e il respiro che piano torna al naso e alla bocca, ridandogli indietro la vita persa. Quanto è stato facile per lui mollare gli incontri all'improvviso, fermarsi un anno intero? Per cosa poi? Per qualcuno che ha lasciato indietro, che riposa nella vita passata, qualcosa che ha lasciato insieme a quella città. Qualcosa che lo ha lasciato in quella città, e da cui è scappato.

Desperado.

È un nome così strano per una città come quella. Qualcosa che suona tra delle strade vuote, un'assonanza con qualche parola che nemmeno ricorda. Gli sembra quasi spagnoleggiante, qualcosa che non appartiene davvero quel posto – come lui. Lo sente, che non è parte di quel luogo, e sente che ogni passo che fa lì gli costa qualcosa. Ma cosa? Cosa mai potrebbe volere un'intera città da me? Si trova a sorridere tra i respiri che riprende, scuotendo la testa. Che stupidaggini: nessuno vuole nulla da me – sono io che voglio tutto. Fino all'ultima goccia di sangue che posso chiedere sul ring, sono io che avrò tutto quello di cui ho bisogno. Si afferra la testa con le mani, i pensieri ora vorticano veloci mentre il respiro rallenta, e sa che è solo tutto quello che succede ogni volta che sale su un ring e che lo lascia: ogni cosa lo lascia senza respiro in qualche parte del suo corpo, che sia fisico o mentale. Trattiene un urlo nella bocca contratta e serrata e si lascia cadere sul pavimento freddo del bagno, respirando forte dal naso. Quel bagno è senza un vero odore, lascia con sé solo il sapore del suo sudore e della fatica che fa a riprendere il controllo di sé.

𝐃𝐄𝐒𝐏𝐄𝐑𝐀𝐃𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora