☩ VENTOTTO ☩

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☩ D E S P E R A D O - APOCALISSE ☩XXVIIIVenerdì, la sera dell'incontro

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☩ D E S P E R A D O - APOCALISSE ☩
XXVIII
Venerdì, la sera dell'incontro

Scarpe nere, eleganti e lucide, sul pavimento, ticchettano come le lancette di un orologio: ritmico, si spande nella sala principale dell'arena, riverberando, una vecchia eco senza storia ma che sconfina nel futuro prossimo

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Scarpe nere, eleganti e lucide, sul pavimento, ticchettano come le lancette di un orologio: ritmico, si spande nella sala principale dell'arena, riverberando, una vecchia eco senza storia ma che sconfina nel futuro prossimo. Qualche saluto, stretta di mano, e poi si salgono gli scalini degli spalti, fino a sedersi al posto più alto, coperto da una cabina in vetro: seduto sulla poltrona in pelle, infila le cuffie sul capo, controlla il microfono, guarda attorno a sé gli spalti che si iniziano a riempire, lentamente: a breve inizieranno gli incontri dei dilettanti, e alla fine si avrà il grande incontro; sistema la cravatta e avvicina la sedia alla sua collega, capelli lunghi, neri e ricci tenuti su da una coda di cavallo ben stretta, il trucco leggero che sfuma appena i toni scuri della sua pelle, il completo formale e ben stirato per la serata.

-Tutto pronto?
-Sì, le frequenze sono già sistemate, anche gli altoparlanti.
-Dicono sarà un incontro unico nel suo genere.
-Molti lo paragonano a quello tra Law e Nixon.
-Ora non esagererei; si parla comunque di due professionisti agli albori della carriera.
-Sì, ma devi ammettere che è da tanto che non vediamo due combattenti con ancora-
-Sì, questo è vero; è un evento più unico che raro. Saranno nel pieno delle loro forze, forse per l'ultima volta. Da quanto so Stone sta iniziando a perderla. – la telecronista resta per un attimo in silenzio, incredula.
-Hm, strano che l'abbiano messo contro Ward, che è appena arrivato.
-È l'unico alla sua altezza, in questo momento. – giustifica l'uomo.
-Sarà; vedremo come andrà a finire. – accende il microfono, la spia rossa si fa spazio tra i comandi e i tasti per la regolazione del volume e delle frequenze, e l'uomo, dal tono limpido e chiaro e dal piglio energico e carico per la serata, fa scatenare l'arena di Desperado nei primi applausi della serata: questo è solo il riscaldamento, in fondo.
-Signore e Signori, è Eugene Moore che vi parla!
-E con lui Lydia Hart!
-Siete caldi? Perché questa sarà una delle serate più indimenticabili nella città di Desperado.

Intanto, nell'arena, se si percorre il lato parallelo alla cabina dei telecronisti, si giunge a due corridoi: uno dirige a sinistra e l'altro a destra. Inoltrandosi in quello di sinistra, un uomo dagli occhi azzurri e il capo lucido e sudato, cammina avanti e indietro per il corridoio, mentre controlla su un taccuino la lista dei suoi lottatori della sera: all'ultimo rigo, all'ultimo orario, svetta il suo nome, calcato a penna: Trevor "L'Ombra" Ward. Oltre al sudore che già gli bagna la maglietta dall'agitazione, percepisce quello freddo lungo le tempie e la colonna vertebrale: potesse si darebbe una botta in testa in quel momento, Michael Law; è da tanto che non si sente così agitato per i risvolti del combattimento, mentre nelle porte di quel lungo corridoio ci sono gli uomini e le donne che ha allenato per tutti i mesi – c'è un uomo che ha allenato per appena due mesi e che ha già ricevuto uno degli avversari più duri di tutta Desperado, se non il più forte e famoso.

𝐃𝐄𝐒𝐏𝐄𝐑𝐀𝐃𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora