☩ VENTI ☩

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☩ D E S P E R A D O - APOCALISSE ☩XXPerché ti sei fermato per un anno?

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☩ D E S P E R A D O - APOCALISSE ☩
XX
Perché ti sei fermato per un anno?








Desperado è una città che si sviluppa in maniera concentrica: Trevor ci pensa a lungo durante l'allenamento della giornata, che ha iniziato nel pomeriggio

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Desperado è una città che si sviluppa in maniera concentrica: Trevor ci pensa a lungo durante l'allenamento della giornata, che ha iniziato nel pomeriggio. Se l'è un po' girata in quei giorni, a cercare risposte, a voler capire cosa ci sia di tanto strano in quella città continuamente nuvolosa, in quei volti di cui dimentica subito i particolari, cosa ci sia di così fascinoso nel trascinarsi in strade che non conservano alcuna parola se non gli artefatti ormai disgregati delle notti di feste e di sostanze. Poi, poco lontano dai grattacieli, nella zona nord-est, il quartiere della palestra di Nixon, ha trovato una di quelle bacheche su cui vengono riportati eventi storici interessanti del luogo visitato. Il pugile ha subito notato la stranezza: quella bacheca se ne sta su un marciapiede, vicino degli edifici alti e anonimi. Ci si è avvicinato, per capire se ci fosse qualcosa apposto sopra, e ci ha trovato la cartografia della Città: gli edifici sembrano disposti in grandi cerchi che vanno decrescendo nel diametro fino a raggiungere il centro, composto dall'Arena e dai due maestosi grattacieli. Comparabili a dei gironi infernali, ha riconosciuto nella periferia il Golgota, il Dawn e Il Cimitero, la palestra di Michael e quella di Chris Nixon, le case che vanno addossandosi sempre di più verso il centro, lasciando la periferia più spoglia. Nessuna informazione, nessuna storia, nessun evento importante: solo quella carta, il resto nebbioso come la nebbia che sferza i corpi di quegli abitanti così silenziosi e sfuggenti. Per Trevor è un'informazione in più, molto utile: quelle strade sono facilmente percorribili in macchina, ma dopo aver visto come si diramano davvero, dopo aver collegato i posti più importanti, si sente più a suo agio – anche se è solo un'emozione vicina a descrivere quello che prova davvero. L'inquietudine e il senso di smarrimento ancora non passano, ma non se ne fa un problema: col tempo capirà tutto quello che serve, e se c'è bisogno lascerà la città senza troppi sensi di colpa, diretto ad una nuova meta. Adesso si abitua a quei ritmi, fa tutto ciò che gli è possibile per guadagnarsi quell'incontro, fa tutto quello che c'è bisogno di fare per dimostrare a Michael che ha un controllo unico e una tecnica niente male per poter salire sul ring e finalmente liberare quel pensiero che, vibrante nelle corde del suo essere, gli urla dalle recondite profondità di poter uscire. Sta finendo l'ultima sessione allenamento per le gambe, il sudore che cola lungo le gambe e i muscoli asciutti delle braccia, gli umidisce il torso indurito e resistente, gli arrossa il viso e gocciola dalle punte dei capelli, mentre Michael arriva irradiato di vita nuova e con una carta che fa svolazzare per aria, diretto a lui.

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