☩ QUATTRO ☩

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☩ D E S P E R A D O - CITTÀ D'OMBRE ☩IVFuori controllo

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D E S P E R A D O - CITTÀ D'OMBRE
IV
Fuori controllo

La bile gli arriva in gola, e si ritrova a grattare quest'ultima per rimandarla giù

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La bile gli arriva in gola, e si ritrova a grattare quest'ultima per rimandarla giù. Non è un miraggio: Trevor Ward è il nome su quella finestra di incontro nel mese di agosto. È segnato contro un certo Connor Wolfe, di cui non ricorda nemmeno l'esistenza: l'incontro risale a solo un mese prima, e non lo ricorda nemmeno. Corre in bagno, spogliandosi veloce: cerca nel suo corpo nudo l'esistenza di qualche prova, un livido sbiadito, qualunque cosa che testimoni la realtà dell'incontro - ma non c'è nulla: il suo corpo è perfetto e intoccato, con le vecchie cicatrici sbiadite degli incontri disputati anni prima, con le smagliature per i cali, i peli, nulla che la sua pelle possa nascondere. Guarda il riflesso nel suo specchio, e sfiora con i polpastrelli la superficie ruvida di quel vetro: è lui, ma è sicuro ci sia qualcosa che non va. Si riveste e torna di fretta in cucina, spegnendo il pc, pauroso qualcun altro possa vedere quello che lui stesso ha visto: ci sono i loro nomi, la data, l'ora, ma il luogo non è segnato. Nessun'altra informazione a riguardo: l'incontro c'è stato, ma Trevor non ha trovato nessun posto dove sia stato svolto. Prova a cercare articoli, post, link a pagine social, qualunque cosa che possa rimandare all'incontro, ma l'unica informazione a cui può aggrapparsi è la sezione segnata sul sito della Federazione Internazionale: il resto è vuoto. Si fa indietro, andando a sbattere contro i mobili della cucina, confuso e spaesato: non ricorda nulla di quei mesi, ma ha combattuto, e non ricorda nemmeno quello. Qualcuno gli ha fatto da secondo, perché era un incontro ufficiale, altrimenti non sarebbe stato segnato sulla pagina. Non sa cosa pensare: i pensieri vorticano veloci, la confusione aumenta, quel senso di estraniamento dal resto lo travolge e lo fa traballare.

-Sono a casa! Tì, ci sei? Ehi, eccoti, tutto bene? - Sylvia poggia le buste sul tavolo e lo raggiunge, carezzandogli le braccia, ma lui indietreggia, incapace di percepire il suo stesso corpo.
-Cosa è successo? - gli chiede allora, apprensiva. Lui scuote il capo, ancora sudato e confuso.
-Io non, non è possibile.
-Cosa?
-Ho combattuto. - lei lo guarda, attenta e cercando di non perdere i sensi a quelle parole.
-Sì?
-Sì.
-Quando?
-Un mese fa. Non mi ricordo nulla.
-Dove?
-Non, non lo so. - mormora lui, in difficoltà.
-Sicuramente da quello deriva l'amnesia: avrai ricevuto un colpo terribile...
-Impossibile.
-E ti avranno portato d'urgenza per medicarti, e sarai rimasto con un trauma cranico...
-Ho detto che è impossibile.
-E tutto questo perché hai ricominciato con quella roba! Ti avevo detto di smetterla! - lo ammonisce lei, sull'orlo delle lacrime, facendo scoppiare di nuovo il vaso della loro pace in mille pezzi.
-Ho detto che è impossibile, cazzo! Non ho ferite.
-E allora come spieghi il vuoto di memoria?
-Non lo so, ma non c'entra l'incontro, non ho ferite, dovrebbe essermi rimasto qualche segno ma non c'è nulla!
-Ti venderesti l'anima per difendere quel maledetto sport. - mormora lei in un singhiozzo, tirando su col naso. -Piuttosto che ammettere un trauma cranico per i colpi ricevuti metteresti in dubbio le basi di qualunque scienza. - e lui alza gli occhi al cielo, voltandosi verso la cucina.
-Non sto difendendo a spada tratta il mio maledetto sport, sto solo portando le evidenze dei fatti: è segnato il mio combattimento, ma non riporto segni.
-Allora il tuo avversario si sarà ritirato. - e a quel punto lui scuote la testa.
-Impossibile anche questo: ho vinto. - si volta a guardarla, trovando il suo sguardo sconcertato. -Al sesto round, con un KO. - i due restano in silenzio per un po': Sylvia inizia a riporre la spesa negli scaffali, e Trevor resta poggiato contro la cucina: cerca una spiegazione, una soluzione a quel quesito. Possibile che il suo avversario fosse un principiante? Questo spiegherebbe la sua vittoria così presto, e anche la sua assenza di ferite. Però resta sempre il quesito principale: il luogo non è segnato sulla pagina, e questo è fin troppo strano.

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