☩ TRENTUNO ☩

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☩ D E S P E R A D O - CITTÀ D'OMBRE ☩XXXIIndividuo originale e Ombra

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☩ D E S P E R A D O - CITTÀ D'OMBRE 
XXXI
Individuo originale e Ombra


☩ D E S P E R A D O - CITTÀ D'OMBRE ☩XXXIIndividuo originale e Ombra

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-Avrei giurato non avresti messo più piede in casa mia. – commenta divertito l'Ombra, guardando Michelle. Quella lo fulmina con lo sguardo.
-L'intenzione era quella. – quello sorride per poi superarla, diretto a Trevor. Quest'ultimo lo guarda, senza parole: è come l'ultima volta sul ring, è reale, davanti a sé, stavolta però sa che non è solo il prodotto della sua mente; quello è il suo Trevor, la sua ombra, il suo abisso, ciò per cui ha dimenticato tutto, ciò per cui ha lottato per vincere.

-Ho vinto anche stasera, non preoccuparti; è stato solo un po' più difficile, ma arrivare ai punti per noi è sempre una vittoria. – lo saluta così, e l'altro è davanti a lui, sconvolto.
-Tu non sei reale.
-Oh, invece penso di essere molto reale. – schernisce l'Ombra, divertito. -Sono così reale che amo questa carne, questo corpo, che ti è simile ma non ti rassomiglia affatto. Questo è il corpo di un campione, di un vincente; il tuo corpo invece cos'è? Mi sembra solo una magra consolazione per tutto l'impegno che ho messo per te. – quel sorriso non sparisce dal viso, quello sguardo nero e vuoto è gelido, sprezzante, così vivo da far paura. L'individuo originale fa un passo indietro, spaventato: non sa più cosa sia reale e fittizio, non distingue più universo da iperuranio, non ha più concezione di sé e di ciò che gli è attorno, la concretezza a cui si aggrappava prima si è sgretolata appena ha saputo di Desperado, delle ombre, della sua Ombra che ora vaga indisturbata per quella città, facendogli salire i conati.

-Che ci fai qui? Lascia stare il tuo individuo originale, - si mette in mezzo Terence, sguardo duro e volontà ferrea di proteggere il suo amico.
-Ciao anche a te, Terence, che bella riunione. – commenta sarcastico quello. -Sentite, non ho tempo da perdere: vorrei parlare con l'individuo originale, potreste lasciarci soli?
-Dopo che mi hai fatto intendere che vuoi fargli qualcosa? Ma tu sei proprio una testa di cazzo! – sbotta Michelle, andando verso di lui. -Ti do tre secondi per uscire fuori da questa cazzo di casa, ora!
-Cosa vuoi da me? – domanda a quel punto l'uomo, fermando con dolcezza Michelle e facendole cenno con lo sguardo. -Io non sapevo di Desperado, certo mi ero accorto che ero più incontrollabile, ma non pensavo saremmo arrivati a questo. Mi sembra corretto allora chiederti cosa vuoi da me, e perché mi stai cercando. – la sua Ombra gli sorride, inclinando la testa.
-Volevo dirti che ce l'abbiamo fatta: ci sono voluti dieci, lunghissimi, anni; dolorosi, certo, ma necessari. – inizia, solenne, gli sorride di una libertà e d'una natura beffarda nella loro unicità. -Tu non hai idea di che regalo ci abbia fatto Desperado, ormai ci siamo arrivati: sono diventato l'essere perfetto, indimenticabile. Non c'è più una traccia di sentimento in me. – spalanca gli occhi, avvicinandosi a lui. -Siamo finalmente invincibili, immorali, senza memoria e senza emozioni. Ti rendi conto di quanto tutto questo illumini il nostro futuro? Saremo finalmente ricordati, arriveremo alla cintura.

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