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☩ D E S P E R A D O - CITTÀ D'OMBRE☩ XVIII Uno sparring indimenticabile
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-Ward, contento? Oggi fai sparring con me. – Judas accoglie tronfio Trevor appena tornato dalla corsa, con i guantoni già indosso e una voglia di vedere quanto sta diventando incontrollabile. Quello, ancora affannato e sudato, si volta verso Michael, confuso.
-Serio, coach? Ti ricordo che l'ultima volta non l'ha presa bene. – fa noto al suo allenatore, sotto l'impazienza e il fastidio di Judas; Michael annuisce, convinto. -Preparati: Judas è l'unico più vicino a te in forza, mica ti posso mandare sul ring con Jamie. -Grazie coach! – urla Jamie dalla sezione pesi, facendo ridere Terence. Trevor allora fa spallucce, diretto al borsone lega meglio le fasce e infila i guantoni: stringe bene i lacci e batte più volte i pugni ad assicurarsi di averli ben fissi. Supera Judas e sale sul ring, saltellando e concentrandosi: non ha tempo da perdere, con nessuno e per nessuno. Judas supera le corde, andandogli vicino, con quel sorrisetto ancora in faccia, il taglio sul sopracciglio, i tatuaggi ad arrivargli fino al collo, la sicurezza di potersi ancora atteggiare come il padrone di quella palestra, dall'alto dello sguardo di Trevor che resta lucido: non può farsi prendere dai sentimenti per Michelle, anche se erano mesi che sognava di fargli arrivare un pugno in faccia; ma no, quello è il suo lavoro, e deve essere obiettivo.
-Lo sai che da quando te ne sei andato ho recuperato a meraviglia i rapporti con Michelle? – Trevor continua a saltellare, distante guarda davanti a sé, restando concentrato: nessuna parola potrà farlo cadere, ormai dopo le parole di Michelle ha un vuoto dentro sé che non sa colmare in nessun altro modo; Terence si avvicina, affinando l'udito, questa sua voglia di sapere i fatti di tutti lo divora. -Insomma, Ward, tu non sai proprio come si tratta una donna: era talmente instancabile. – sono quelle le ultime parole che gli lascia, perché Michael gli intima subito di andare al suo angolo. Trevor continua a saltellare, e il suo riflesso inizia a fargli venire la pelle d'oca e a tormentarlo.