☩ QUATTRO ☩

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☩ D E S P E R A D O - APOCALISSE ☩IVVuole solo sperare

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☩ D E S P E R A D O - APOCALISSE ☩
IV
Vuole solo sperare


-Non voglio crederci! – le urla di Maggie rompono la barriera del suono, ormai non è una novità per i suoi colleghi

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-Non voglio crederci! – le urla di Maggie rompono la barriera del suono, ormai non è una novità per i suoi colleghi. I capelli blu elettrico si muovono veloci mentre i suoi tacchi vertiginosi la accompagnano nella sua piccola corsetta sul parquet pulito, tra quei corridoi bianchi, pronta a cercare le sue colleghe, che si stanno allenando insieme nella stanza dei pali, tra risate e scherzi. Fa capolino la sua testa blu, mentre agita il cellulare per aria, l'espressione in un misto tra la sorpresa e la gioia di avere qualche notizia da raccontare alle sue amiche: a volte gli allenamenti durano molto e sono sfiancanti, eppure lei sa di avere qualcosa che ben presto cambierà la loro giornata, portando del sano divertimento.

-Non crederete cosa ho appena saputo! – esclama, saltellando in giro per la stanza, sotto lo sguardo interdetto delle sue amiche. Molte sono sedute sul pavimento a riposarsi, altre sono ancora nella posizione di ballo sul palo, altre ancora si stanno medicando i lividi. Un mosaico di donne completamente diverse tra loro, tutte unite dall'arte che praticano in un night club per ricevere riconoscimenti – e soprattutto denaro. Lei, il caschetto nero scombinato e gli occhi azzurri, la guarda annoiata.
-Ti hanno preso a Las Vegas? – sono mesi che Maggie aspetta una risposta da Las Vegas per poter andare a lavorare lì – e sono mesi che, ogni volta che supera la barriera del suono con le sue urla, le ragazze pensano che l'abbiano finalmente assunta. Poi in realtà non è mai così, ma in fondo è il loro modo per sostenere una loro sorella in quel viaggio. Maggie la guarda con sguardo perso, per poi mettere un broncio.
-Intendevo una notizia, non un miracolo. – tutte alzano lo sguardo al cielo, esasperate più di Maggie di aspettare la risposta da Las Vegas.
-E la notizia in questione riguarda proprio il forestiero! – tutte si voltano concitate, addossandosi addosso alla povera donna che non si aspettava di ricevere così tanta attenzione in pochi attimi. Quella donna col caschetto nero, seduta accanto al palo, mutande e reggiseno le coprono appena il corpo pallido, alza gli occhi al cielo, mentre Judith le si avvicina, la pelle d'ebano si scontra insieme a quella della sua migliore amica, mentre la guarda divertita.

-Che ti prende?
-Davvero faremo una questione di Desperado la presenza di quest'uomo? Da quando a Desperado facciamo questioni sugli uomini, non ce li siamo dimenticati com'è giusto che sia? – Judith inizia a ridere, dandole una spallata.
-Che cattiveria! Non dirlo ai tuoi colleghi all'altra sala o si offenderanno nel profondo.
-No, loro fortunatamente hanno capito a cosa mi riferisco, Jud. – si rolla velocemente una sigaretta, per andare a fumare fuori, mentre le altre donne continuano a strillare.
-È un pugile! – esclama una di loro, mentre quegli occhi azzurri si accendono, volendo subito commentare il fattaccio.
-Hm, mi è sempre piaciuto il BDSM. – tutte iniziano a ridere, sotto lo sguardo divertito della giovane donna che cerca stabilità nei plantari alti dei suoi tacchi.
-Anche bravo, oggi ha combattuto contro Michael!
-Davvero?! Michael?
-Ne sei sicura? Lui non si batte con nessuno dei suoi allevi!
-Ha combattuto in gonna! – la giovane strabuzza gli occhi azzurri, facendosi spazio tra la marmaglia di sorelle, avvicinandosi a Maggie.
-Okay, anch'io adesso voglio sapere perché è andato a combattere in gonna, o non risponderò delle mie azioni.
-Ti giuro! Ha combattuto in gonna!
-Era senza mutande sotto? – il caschetto si volta verso l'origine della domanda, puntando il dito nella direzione.
-Ecco, tipo questa è un'informazione importante da sapere. – le altre ridono, e lei quasi si pente di essere stata così esplicita, le sue guance si riscaldano ma scaccia quel pensiero, mentre si concentra sull'importante.
-Ma che domande mi fate! La vera notizia è che Terence lo ha invitato stasera al Dawn! – tutte ridono, alcune urlano, altre iniziano già a fare scommesse su chi di loro andrà a letto con lui. È un pandemonio e quella ragazza bassa col caschetto nero quasi si sorprende che le sue amiche di vita e compagne siano emozionate per un uomo.

-Ma che vi prende qui, sembra di stare negli anni Trenta. – si lamenta, per poi avvolgersi una vestaglia attorno al corpo allenato e uscire dalla stanza. Si mette la sigaretta alle labbra e se la accende mentre esce all'aria aperta di Desperado, in mezzo a quei grattacieli che fanno venire le vertigini, in mezzo a quelle nuvole che fanno montare la voglia di sparire nel nulla. Lei aspira con forza, si calma attraverso quei respiri intrisi di catrame e di sogni persi per strada, fa dei passetti con quei tacchi solo per il gusto di riscaldarsi, per poi iniziare a camminare, la vestaglia si infrange appena nell'aria fresca di quella città. Cammina, e sa che arriva sempre allo stesso posto, allo stesso punto, per sentirsi giudicata, per far diluire via colpe che non si laveranno mai via dal suo corpo. Guerra la guarda dall'alto dei suoi cavalli e del suo orrore, giudicandola e facendole montare una rabbia in petto imprescindibile, qualcosa di innaturale che si trascina come il tessuto setoso della vestaglia, facendola rabbrividire. Per una volta si ritrova senza veri pensieri, ma solo con tante frasi sconnesse che vorticano senza senso nella sua mente. Vuole solo sperare: sperare che sarà meno doloroso di quanto sa, sperare che sarà meno traumatico di quanto lo è davvero, sperare che quel forestiero non possa mai nemmeno fare capolino nella sua vita fatta di corpi in vendita e di piacere nel guardare qualcosa che non si può avere. Spera che quel forestiero non c'entri nulla con lei, con il suo futuro, con quella parte di sé che sente scivolarle via dalle mani.

Sa già che tutte queste speranze si dissolveranno nel vuoto e verranno mangiate da quegli Angeli terribili; sente già, nel corpo, nei nervi e nel petto, che quel forestiero entrerà nella sua vita, che lei lo voglia o no – è un legame innegabile, qualcosa che nemmeno lei riesce ad impedire, qualcosa che non può controllare e che la manda in bestia

Desperado, se è questa la punizione che mi infliggi, me la renderò quanto più dolce possibile - gliela renderò quanto più sofferta che posso.

𝐃𝐄𝐒𝐏𝐄𝐑𝐀𝐃𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora