☩ D E S P E R A D O - APOCALISSE ☩
XI
Che ne pensi di Trevor?La stanza, piena di pali luci e metallici, si riempie di due specchi lungo i muri della stanza: solo uno ne è privo, e l'altro, sempre spoglio di specchi, fa spazio alla porta che permette di entrarvi. Le luci sono bianche e riempiono di luce quei metri quadri, fanno rilucere gli spilli lucidi e vertiginosi di Michelle che se ne resta addossata al palo, le gambe avvolte attorno ad esso, toniche e forti, il corpo elastico e piccolo, colmo di curve, il torace piegato all'indietro: i suoi occhi azzurri incontrano la superficie riflettente che le sta davanti, permettendo di vedere la sua immagine: gli addominali appena accennati, il top che le copre solo il seno, e le braccia, dai muscoli tonici e appena delineati lungo il derma, che si abbandonano allo spazio che la separa da terra. Se ne sta lì sospesa, i capelli corti e neri richiamano la gravità, sente il sangue fluirle al cervello, piano. Ha lo sguardo spento, abbandonata a quel palo, in quella posizione così scomoda e impegnativa, a pensare – cosa poi, non lo sa nemmeno lei. Pensa a quante troppe cose sembrano essersi smosse nel suo corpo in così pochi giorni: quanto le stia sempre più stretto il rapporto che sente con Judith, quanto l'odio di Maggie non sembri toccarla per poi travolgerla quando è sola, quanto tutti sembrino starsi dimenticando di lei, perché Trevor, venuto da chissà dove, ha deciso di diventare l'attrazione principale di Desperado.
Sa bene come, per amare una persona, ci voglia troppo tempo, e per odiarne una ne basti solo un attimo: questo disequilibrio tra i sentimenti non è mai riuscita a capirlo. E per quanto una parte di sé, malata e oscura, le stia divorando il fegato e le faccia salire la bile in gola dall'odio viscerale che vorrebbe provare per quell'uomo, dall'altra parte, quella assennata e ancorata alla razionalità che prega ogni giorno di avere, non sente in alcun modo di odiarlo. Anzi, sente un vuoto quasi strano, un'indifferenza sinistra, l'indifferenza che si prova quando non si conosce una persona abbastanza per provare dell'odio o dell'affetto. È una sensazione che se ne sta come lei, appesa, che cerca di trasformarsi in qualcosa, qualcosa senza controllo. Sospira, un sospiro che le costa indurire gli addominali e stringere le gambe per non perdere la presa, mentre spera che il sangue le riempia il cervello, che la uccida. Si chiede perché non smetta di pensarci mai, perché a quei pensieri torni sempre, come torna alle immagini di Trevor dietro il Dawn, a Trevor davanti quel cimitero, quel triste presagio che si agita in quegli occhi neri che tanto l'hanno confusa, che tanto le hanno smosso un presentimento, profondo, radicale, un presentimento insabbiato nelle radici di quella città: Desperado lo vuole. E Michelle continua a interrogarsi su perché Desperado abbia voluto Trevor, perché lui sia lì a stravolgere tutto: ma non può capirlo, non dopo averlo visto così troppe poche volte, non dopo aver scambiato solo parole colme di acidità con lui, non dopo che lui l'ha vista, in uno dei suoi spicchi di luna più vulnerabile: la parte più esterna, quella più odiata, quella che vomiterà col tempo lungo la gola, fino a perdere. I suoi occhi azzurri sembrano empirsi, e la sua pelle ricoprirsi di brividi, mentre tutta la sua mente insanguinata fino al nervo più profondo, pensano solo all'odio viscerale che nutrono per quel lottatore, alla voglia primordiale, cruda e cruenta di volerlo zittire col suo fascino accecante e caldo, quella voglia oscura e penetrante di prenderlo nella notte e fargli ricordare ogni centimetro del suo corpo, per poi lasciarlo assetato per sempre. Bisognoso di ogni singolo sospiro di Michelle tra le sue labbra.
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𝐃𝐄𝐒𝐏𝐄𝐑𝐀𝐃𝐎
General Fiction«Tu, passante, ricorda, quando voltate le spalle te ne andrai, che, come noi, ombra e cenere tornerai.» Copyright © -TRVCHEITE, 2022, All Rights Reserved. Vincitrice del Premio Speciale dei Wattys 2023: Miglior Colpo di Scena