☩ DIECI ☩

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☩ D E S P E R A D O - CITTÀ D'OMBRE ☩XVerità e omissioni

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☩ D E S P E R A D O - CITTÀ D'OMBRE 
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Verità e omissioni

Batte con forza i pugni sul sacco: oscilla, ondeggia, schiva, saltella, danza ancora, ruota, e inizia con le combinazioni: uno-due, uno-uno-due, e spera sempre di più che ogni pugno che batte con forza inaudita contro quel sacco gli sfregi le nocc...

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Batte con forza i pugni sul sacco: oscilla, ondeggia, schiva, saltella, danza ancora, ruota, e inizia con le combinazioni: uno-due, uno-uno-due, e spera sempre di più che ogni pugno che batte con forza inaudita contro quel sacco gli sfregi le nocche fino a non fargli più sentire nulla dell'amarezza che cova nel cuore.

Trevor Ward in questo momento si odia così tanto che quasi si dimentica che forma abbia l'Amore. È crudele, brutale e freddo davanti quel sacco: non ha nulla di animalesco; è sempre più calcolatore, sempre più calato in quella persona che beve di lui ogni parola e ogni dolore, ogni delusione e ogni aspettativa che ha rovinato con le sue mani, piegandola al triste epilogo delle cose che finiscono ancor prima di iniziare. Stringe i denti e oscilla con ancora più grazia, e ogni pugno che vibra contro quel sacco, tra le pareti della palestra, mette un'angoscia in quell'atmosfera da renderla devastante: Trevor perde sempre di più lo sguardo davanti quel sacco, non ha bisogno di pensare a cosa fare perché tutto ciò che fa gli viene naturale, come lo scorrere dei giorni, come il girare costante della terra.

Spero che Michelle non ti perdoni

Che debole che sei, Trevor Ward

Cosa c'entra lei tra te e me?

Che forza dovresti avere davanti a me, Trevor?

L'unica persona che vuoi finire

È

Te Stesso, Trevor. E finisciti, finché sei in tempo.

E quando tutto attorno lui svanisce, ormai ne è certo: il suo riflesso è davanti ai suoi occhi, intento a bere le sue paure, liquido denso e nero a sgorgargli dalla bocca, quel sorrisetto che odia, quella sicurezza che trasuda e che non è mai stata parte di lui. E allora lo colpisce più forte: in faccia, senza perdonare o ripensarci, colpisce Trevor nonostante le mani e i polsi a fargli male, nonostante il volto di lui non si tumefaccia in alcun modo: perfetto e ricoperto di quel liquido nero lo guarda divertito, non sente i suoi pugni scalfirlo, nulla può più scalfirlo. Il pugile lo colpisce, disperato, senza arrendersi, le lacrime agli occhi, la vulnerabilità che sentiva a quindici anni stringergli di nuovo lo stomaco: non c'era nulla che non andasse in me, allora perché sono qui?! Perché sono vivo?!

𝐃𝐄𝐒𝐏𝐄𝐑𝐀𝐃𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora