☩ VENTUNO ☩

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☩ D E S P E R A D O - CITTÀ D'OMBRE ☩XXIPresagio di un incontro

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☩ D E S P E R A D O - CITTÀ D'OMBRE 
XXI
Presagio di un incontro

Gli allenamenti, lo scorrere dei rintocchi dell'orologio, i silenzi protratti per tanto, la fame che ha patito meno nel dolore di aver perso Michelle: tutto confluisce in quella sera, la sera dell'incontro

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Gli allenamenti, lo scorrere dei rintocchi dell'orologio, i silenzi protratti per tanto, la fame che ha patito meno nel dolore di aver perso Michelle: tutto confluisce in quella sera, la sera dell'incontro. Trevor Ward si allaccia più volte i lacci delle scarpette, saltella chiuso nel camerino, nel silenzio in cui si trascina da giorni, assieme alle privazioni, al dolore, al panico che inizia a prenderlo; Desperado è invasa dai suoi peccatori: agitano bandiere viola, intonano i cori per Trevor a squarciagola, ridono, si divertono, ed entrano piano nell'arena, ordinati si riversano sugli spalti, occupano le curve di viola, parlano dell'incontro imminente, emozionati, pronti a sbattere i piedi per terra appena l'incontro si farà interessante. Trevor, rinchiuso nel suo camerino, sente i suoni ovattati, un silenzio irreale lo avvolge: ripensa al suo avversario, alla fatica che sta facendo, a tutto quello che ha paura possa succedere. Tossisce appena sul gomito, lega i guantoni neri, e poi alza lo sguardo. Il suo riflesso lo guarda, attento, e gli sorride.

-So che hai bisogno di me.
-Se io sono caos e porto distruzione, allora perché tutto mi sembra un illusione?
-Perché? Perché ti convincono ci sia ordine. Basterà ripetere quella frase: e io riporterò tutto l'ordine nella distruzione, fidati di me. – il pugile sospira, abbassando il capo.
-Quando me ne andrò. – sospira una risata, nervoso.
-Nulla di questo avrà più senso: puoi fidarti.

-Buonasera a tutti voi peccatori e ombre dall'Arena di Desperado! Qui è Lydia Hart!
-Ed Eugene Moore!
-I vostri amati telecronisti son tornati in azione. Allora Eugene, la locandina di stasera parla chiaro: "La scalata dell'Ombra"; che ne dici? – l'uomo poggia il braccio sul tavolino, sospirando nel microfono.
-La tensione è palpabile, si sente ovunque: si potrebbe tagliare con uno stuzzicadenti, nemmeno col coltello. Trevor Ward è forse la persona più interessante di Desperado al momento: i riflettori sono tutti calati su di lui e sull'esibizione che ci darà stasera, proprio contro Mathieu Latreche, al sesto posto nella classifica IBF al momento; una scalata ripida e complessa per dare inizio alla conquista della prima cintura mondiale per il nostro sfidante.
-Trevor è migliorato tantissimo dal primo incontro contro David Stone, e quasi meraviglia dirlo perché son passati ormai più di sei mesi da quella sera di maggio in cui l'Ombra ha conquistato l'Arena di Desperado, battendo poi al tappeto al sesto round Connor Wolfe: ed ora è qui, pronto a darci chissà cosa. Cosa ti aspetti da questa sera, Eugene?
-Be', penso quello che si aspettano tutti i peccatori di Desperado: prima di tutto un bel match, e infine un incontro che noi non potremo mai dimenticare, dato che il resto del mondo lo dimenticherà presto, credo. – i due spengono per un attimo i microfoni, intanto che gli spettatori continuano a sistemarsi sugli spalti già pieni. È un continuo parlare, fare scommesse, le curve piene dei colori di Trevor, e solo alcune persone esterne arrivate per assistere all'incontro, sotto la supervisione costante di uomini e donne in giacca e cravatta che sfilano alle estremità degli spalti, parlando ogni tanto in piccoli ricetrasmettitori per assicurare che fili tutto liscio.

Michelle seduta sugli spalti si ripassa il trucco, vestita di una lingerie bianca coperta da una gonna fine e semitrasparente, i tacchi sottili e alti, passa il rossetto sulle labbra per poi lasciare un bacio volante al suo specchietto rosa, e voltandosi a vedere il ring. Quella sera siede sola, tutte le persone che conosce sono alla curva opposta a tifare per Trevor, ma lei no; lei tiferà per il suo avversario, lei lo distruggerà fino a quanto le è possibile distruggere un uomo.

-Ma chi si vede dal lato del nemico. – lei si volta, e Judas le si siede accanto, stringe tra le mani un pacchetto di noccioline, la maglietta da cui si intravede l'inchiostro imperituro dei tatuaggi, il suo sguardo giudizioso e duro, il sopracciglio tagliato e lo zigomo ancora livido dai colpi di Trevor. Quella lo guarda disgustata, per poi spostare lo sguardo al ring.
-Non credere che questo ti dia alcun diritto di avere a che fare con me.
-No e chi lo crede? Non ci vado più dietro a quelle come te, siete solo tempo perso. – mangia una nocciolina, nervoso, agitando la gamba. Michelle si morde con forza il labbro, deve tenere a freno la lingua, ché non vuole dare scena prima dell'incontro e farsi cacciare: non è proprio serata per la sua rabbia straripante. Allora resta in silenzio, a gambe accavallate a guardare il ring. Poi però Judas le parla di nuovo, e vorrebbe dirgli di stare zitto, ma le sue parole la confondono.
-Non iniziare a prenderla come le mie solite prese per il culo: stasera Trevor potrebbe perdere l'ombra.
-Cosa può interessarmi?
-Che l'evangelista mi secchi, sei una troia anche con chi ti porti a letto. – allora quella si volta repentina, pronta a scaricargli in faccia un altro dei suoi pugni, ma lui lo blocca subito nella mano, serio. I due si guardano, e Michelle digrigna i denti.
-Non toccarmi.
-Abbi un minimo di compassione per quel coglione: immagina combattere per una cintura mondiale, letteralmente è il suo futuro, e potrebbe svenire sul ring e vomitare la sua ombra e non capirci niente perché Desperado ha deciso di tagliarci la lingua. Era solo un avvertimento, comunque, poi fai il cazzo che ti pare. – quello si volta di nuovo verso il ring, lasciando la presa sul pugno di lei. E quella allora resta in silenzio, per poi pestargli più forte che può il piede, facendolo sobbalzare.
-Pensavi che col tuo discorsetto del cazzo non ci sarebbero state conseguenze? Cercati un altro posto, testa di cazzo. – lo caccia lei, ribollendo di rabbia, sotto lo sguardo furente di lui, che se ne va via borbottando improperi su quanto il suo individuo originale sia davvero ingestibile come raccontano. Lei stringe più volte la mano, a risentire la presa di Judas sul suo pugno, e rabbrividisce: cerca di pulirsi quella sensazione lungo la gonna del completo, strisciandovi sopra le nocche fino a farle diventare rosse. Poi sospira e cerca di rilassarsi, in attesa dell'uscita dei pugili, la gente che inizia ad accalcarsi attorno a lei, il suo silenzio che la sconforta e la disturba, la paura che quella sera dovrà vedere Trevor Ward ricevere colpi dagli spalti del suo avversario, e che non può fare altro che accettarlo: non si giunge a nessuna sofferenza senza prima costruirla.

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