Stiles è confuso e completamente sconvolto dal piacere. Derek è sopra di lui, i capelli ancora bagnati dalla pioggia primaverile, che si spinge con forza dentro al suo corpo. Non ricorda come ci sono finiti in quella situazione ma forse nemmeno gli importa: sa solo che un momento prima si trovava solo in casa, al buio, con l'ansia per tutta quella situazione che lo stava logorando. Suo padre era fuori per un altro turno infinito e a Stiles quella quarantena cominciava a stare stretta, troppo stretta: aveva pulito casa ogni giorno, disinfettato la divisa di John, preparato il pranzo e la cena, chiamato tutti i suoi amici per assicurarsi che stessero bene ogni singolo giorno. Tutti tranne Derek. Aveva litigato con lui qualche settimana prima che tutto quello cominciasse, nemmeno ricorda più il perché, ma si erano chiusi in un ostinato silenzio che ora faceva male. Stiles aveva chiesto notizia a Scott ma non era sufficiente, non quella sera. Il cielo era diventato pieno di nuvole, l'aria si era fatta fredda, i primi lampi cominciavano a illuminare la notte seguiti da tuoni che lo facevano balzare dalla sedia. Aveva agito d'istinto.
(Ore 23.34) Dimmi solo che stai bene. SS
(Ore 23.35) Sto bene. DH
(Ore 23.36) Non lo stai dicendo solo per non farmi preoccupare, vero? SS
Si era ritrovato il mannaro in camera due minuti dopo e come erano finiti nel letto senza vestiti non lo ricorda. Sa solo che era tutto quello di cui aveva bisogno, tutto quello che aveva sempre desiderato e mai sperato al punto di temere che fosse tutto un sogno, un terribile e bellissimo sogno. Un singhiozzo sale dalla sua gola facendo fermare Derek. "Stai bene?"
Stiles non ha la forza di rispondere, scoppierebbe a piangere, lo sa. Annuisce solamente mordendosi il labbro inferiore. Derek gli appoggia una mano sulla guancia e glielo libera con il pollice. "Ehi, ragazzino, ti sto facendo male?" domanda preoccupato.
"Sei qui."
Lo sguardo del mannaro si addolcisce. "Sì, sono qui."
Stiles passa le mani sulle spalle di Derek tastandone i muscoli sodi. "Sei reale, e io sono così felice che ho paura sia solo un sogno, un'illusione creata dalla mia testa dopo tutti questi giorni di isolament..."
Derek lo bacia ponendo fine al suo sproloquio. "Sono davvero reale, tutto questo lo è" sussurra dondolandosi appena.
A Stiles manca il fiato e si aggrappa al collo di Derek con ancora più forza. Lo bacia, lo bacia come se il mondo dovesse finire quella notte concedendosi completamente a lui e lasciandosi travolgere come mai aveva fatto con nessuno. Derek viene dentro di lui mentre Stiles si riversa tra di loro nello stesso istante. Si ritrova sfinito tra le lenzuola sfatte, senza fiato e senza forze ma con un braccio attorno alla vita di Derek come se avesse paura di una sua fuga. Il mannaro, invece, si sistema meglio per poi trascinarselo addosso. Restano entrambi in silenzio ma Stiles non si sente a suo agio, i pensieri che si fanno sempre più insistenti fino quasi a soffocarlo. "Parla."
"Stai bene? Stai davvero bene? Cioè so che sei un mannaro e quindi dovresti essere immune ma sei praticamente anche un cane e pare che ci sia una forma di virus che colpisce anche voi quindi, magari, puoi ammalarti lo stesso e io non voglio."
"Ehi, ragazzino, frena. Sto bene e sì, anche se sono praticamente un cane, ne sono immune."
"Sicuro?"
"Sicuro."
"Bene."
"E...?"
Stiles prende un profondo respiro prima di fare quella domanda. "Sparirai ancora?"
"L'ho mai fatto davvero?"
Stiles ci pensa su, ripensa al fatto che il mannaro ci ha messo due minuti ad entrare nella sua camera quindi, probabilmente, era nei paraggi se non sotto casa sua; pensa ai racconti di suo padre che dice di intravederlo nelle situazioni più critiche; pensa alla spesa ricevuta a casa che lui era certo di non aver ordinato, ai pasti caldi arrivati in centrale per John e i suoi uomini. "No, non lo hai fatto. Ma così non mi basta. Io... io preferisco averti qui, come adesso. Anche se stando vicini continuiamo a litigare per delle cazzate."
"Anche facendoci del male?"
"Sì, perché ti amo. E non posso e non voglio non sapere dove sei e come stai."
"Ci faremo del male."
"Probabile. Ma ne vale la pena per momenti come questo."
"Stupido ragazzino testardo" sussurra Derek con una dolcezza che scuote Stiles fin dentro allo stomaco.
"Resti qua a dormire?"
"Aspetterò con te il ritorno di John."
"E gli prepareremo la colazione insieme?"
"Vuoi che mi trovi qui?" domanda stupito.
"Sì. Credo sarebbe più tranquillo se sapesse che non sono solo."
Derek gli bacia la fronte. "Va bene. Ora, però, cerca di riposare. Ci sono io con te."
Stiles chiude gli occhi certo che con Derek al suo fianco andrà tutto bene.
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