Trentasette - Undressed Pt. 2

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Maledizione!

Prima la macchina che non parte, poi il cellulare completamente scarico ed ora pure la pioggia L’universo ha proprio deciso di prendersela con lui quel giorno. "Maledizione!" urla scagliando il telefono a terra prima di lasciarsi scivolare lungo il muro e prendersi la testa tra le mani. Stiles ha una gran voglia di piangere: prima è stato rifiutato da un ragazzo bellissimo davanti a migliaia di persone e poi tutto quello. Stiles vorrebbe solo chiudere gli occhi e risvegliarsi su un altro pianeta. Sente qualcuno fermarsi accanto a lui. "Ti serve una mano?"

No! Stiamo scherzando vero?! Tutti, ma lui no, pensa aprendo gli occhi e perdendosi nel verde di quelli del bellissimo ragazzo che si trova di fronte. E che l’ha rifiutato. "No tranquillo. Stavo solo riposando" dice cercando di sembrare convincente.

Derek tenta di nascondere un sorriso. "Cos’è successo?"

"Pare che oggi l’universo ce l’abbia con me" mormora sconfitto.

Derek guarda la figura del minore e poi sospira. "Vieni con me. Abito qua vicino. Andiamo ad asciugarti e poi vediamo cosa possiamo fare" dice porgendogli la mano.

"Non ho bisogno della tua pietà" sussurra.

"Non fare il bambino" dice cominciando ad alterarsi.

"È per questo che mi hai detto di no? Perché mi vedi solo come un ragazzino?" chiede con gli occhi lucidi.

Il suo continuare a sminuirsi fa andare Derek su tutte le furie, tanto che prende il ragazzo di peso caricandoselo sulle spalle. "Che stai facendo? Sei impazzito?" grida Stiles.

Derek comincia a camminare a passo svelto lungo il marciapiede. "Derek mettimi giù… subito!"

Ma Derek continua ad ignorare le proteste di Stiles, proseguendo il cammino e sorridendo con nonchalance a tutti coloro che li guardano di traverso o che ridono divertiti alla scena. Arrivano davanti ad un alto palazzo. Derek attraversa il portone, prima di decidersi a mettere giù Stiles. "Adesso mi segui di tua spontanea volontà o devo trascinarti di peso anche su per le scale?" chiede sollevando un sopracciglio.

"Ho scelta?" risponde sarcastico.

"Direi proprio di no" sorride Derek.

Stiles si trova imbambolato a fissare il volto dell’altro: è veramente bello illuminato da quel sorriso.

"Stiles…  tutto bene?" gli chiede preoccupato.

"Sì… sì…" balbetta arrossendo vistosamente.

Adorabile! È l’unica parola che viene in mente a Derek vedendo l’espressione di Stiles. Forse non è proprio stata una buona idea portarlo a casa. Salgono sull’ascensore in silenzio, ciascuno perso nei propri pensieri. Arrivati davanti all’ingresso dell’attico Derek apre la porta, scostandosi per far entrare l’ospite. Stiles entra guardandosi poi attorno con fare curioso: l’ambiente è ampio e molto luminoso, l’arredamento freddo ed essenziale. Derek sparisce dietro ad una porta per poi rientrare nel salone con dei vestiti in mano. "Tieni. Il bagno è la seconda porta a sinistra" dice porgendoglieli.

"Grazie" sussurra prima di andare a cambiarsi.

Stiles torna poco dopo con addosso i vestiti enormi di Derek.

"Il telefono è sul tavolino all’ingresso. Vuoi qualcosa di caldo da bere?"

"Derek... hai già fatto tanto per me. Non c’è bisogno che tu faccia il gentile come se volessi farti perdonare per quello che è successo" sussurra.

"Non è per quello Stiles. E per quanto riguarda prima, sono certo di aver fatto la scelta giusta, ma non voglio che tu pensa che sia a causa tua okay?"

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